Ai piedi della Marmolada (2)
Qui la prima parte.
Sono esattamente nel punto più emozionante dell’escursione. Lo scollinamento al Passo S. Nicolò, il punto in cui lasci la val S. Nicolò e ti trovi davanti un paesaggio completamente nuovo e se vogliamo inaspettato.
Ecco! Ecco apparire la Marmolada, il Gran Vernel e là in fondo il Pordoi con il Piz Boè. Siamo sbucati nella bellissima Val Contrin! panorama ingrandibile.
Con il tele inquadro la regina delle Dolomiti. Quella che vedete è la parete strapiombante del versante sud della Marmolada. E’ alta dai 600 ai 1000 metri!! Ed è seconda solo a quella presente sul Civetta nel versante nord-ovest. La prima volta fu scalata nel 1862 dal grande pioniere Grohmann.
Molto più in là, vedo il Pordoi e l’inconfondibile sagoma del Piz Boè.
Dopo quattro chiacchiere scambiate con due escursionisti di Schio, proseguo verso la Marmolada. Lascio il Passo San Nicolò con i suoi 2338 metri e mi precipito in direzione Malga Contrin che invece è oltre 300 metri più sotto.
Da questi prati ora posso vedere anche il gruppo del Sella. Che meraviglia!
Eccolo in una inquadratura più ravvicinata.
La magnificenza del Gran Vernel!
Da dove sono ora, posso vedere anche il gruppo del Sassolungo. Questa escursione non delude proprio a livello di paesaggi.
D queste parti sono in fiore anche i magnifici rododendri. E’ un’esplosione di natura tutto intorno!
Ogni foto potrebbe sembrare un quadro paesaggista, non credete?
Arrivo in fondo alla valle.
Mi aggiro un po tra le acque del Ruf de Contrin.
Il Gran Vernel ora è proprio sopra di me. Vedo i tetti della malga Contrin.
Mi concedo una piccola divagazione fotografica e seguo il torrente fuori dai sentieri. Voglio fotografare le scie d’acqua che tanto mi piacciono.
Ma come sospettavo, c’è troppa luce per ottenere quegli effetti. Bisognerebbe avere un filtro apposito che abbatte la luce che entra nell’obiettivo e allunga i tempi senza bruciare le foto.
Mi accontento di immortalare un piccolo anfratto del torrente, dove l’acqua circola tranquilla ed è cresciuto un muschio favoloso da tanto che è verde.
Torno alle magnifiche inquadrature possibili da questi luoghi incantati, rischiando anche qualche volta la caduta in acqua mia e della digitale.
Là in fondo il Col Ombert è lontanissimo.
Alla Malga Contrin, nonostante il deserto totale di persone, mi accolgono alcune tranquillissime mucche.
D’un tratto, sento un rumore sulla mia sinistra e scorgo una mia vecchia conoscenza.
Dopo alcuni momenti di esitazione, piano piano, la giovane marmotta esce dalla sua tana. Io sono a tre metri da lei.
Si fida a tal punto di me e della situazione che mi volta addirittura le spalle!
Per poi andarsene per i fatti suoi come se nulla fosse.
Ma io devo darmi una mossa. Il tempo a mia disposizione non è illimitato. Lascio la zona della malga e proseguo.
La mia direzione ora è il Passo Ombretta, 2700 metri d’altezza. Questo vuol dire che mi aspettano altri 700 metri di salita.
Ma c’è un problema: sono le 13 e il mio stomaco brontola di brutto. E quindi…
Se magna, al cospetto della Regina delle Dolomiti. Spero non si offenda! Anche oggi il panino con lo speck che mi confeziono al momento è incredibilmente buono. Sarà la fame? Sarà l’aria di montagna? Sarà la fatica? Boh.
Prima di confezionare il panino, provvedo a mettere in fresco la bibita e la mela. Il torrentello vicino a me che scende direttamente dalla Marmolada, fa al caso mio.
E poi è Pappa time!
A prestissimo per l’ultima e conclusiva parte.