Sulla vetta della Tofana di Rozes (3)
Qui la prima parte. Qui la seconda.
mancano circa 200 metri di dislivello, forse meno alla vetta della Tofana di Rozes. Io e Marco siamo reduci da una salita di 1000 metri, tutta sotto il sole, e la stanchezza inzia a farsi sentire veramente. Laggiù vedo la cresta che abbiamo passato 20 minuti fa.
Il panorama che si può vedere da queste altezze è sconfinato. In particolare mi soffermo sulla visione delle Odle che da qui sono quasi irriconoscibili (le punte sulla sinistra).
Il sentiero ora si è fatto un po’ ostico: stretto ed esposto. Alla nostra destra c’è una pietraia molto pendente.
Alla fine della pietraia, c’è un salto di centinaia di metri nel vuoto. Conviene non mettere neppure mezzo piede in fallo.
Quello è il parcheggio dove ho messo l’auto!
Osservate la pendenza della parete in cui stiamo salendo.
Proseguiamo in quello che è sicuramente il pezzo di percorso che mette più apprensione.
Un passaggio molto delicato.
Ma all’improvviso, guardando in alto, ho una visione celestiale: la croce di vettaaaa!!!
Qui le pietre brillano come diamanti. E non esiste un filo d’erba che sia uno.
Per salire dobbiamo attendere che altri scendano e ci lascino strada libera. Bisogna stare bene attenti a dove si mettono i piedi.
Ecco Marco stanco ma soddisfatto. La meta è vicina. Osservate la pendenza della parete e lo strapiombo alla fine.
Dopo altri 5-7 minuti di salita, arriviamo in cima.
La situazione è piuttosto affollata.
Questi due pazzi folgorati si sono trovati un angolino tutto per loro con vista su Cortina, sul Gruppo Sorapiss (al centro) e Antelao (a destra).
La croce di vetta è veramente grande.
Mi faccio immortalare pure io da Marco.
Le altre due Tofane viste dalla vetta della Tofana di Rozes.
Arieccomi, con dietro l’Antelao (a sinistra), il gruppo Croda da lago e il Pelmo là in fondo.
Oh, sti due sono in tutte le inquadrature!
Ecco il Passo Falzarego.
Ad un certo punto arrivano, fresche come le rose, due sorelline tutto pepe.
Avranno 12-15 anni e sono determinatissime. Complimenti davvero!
Faccio qualche panoramica. Ecco da destra a sinistra, l’Antelao, i Sorapiss, Cortina, il Cristanno e le due Tofane di Mezzo e di Dentro (ingrandibile).
Ora guardo verso ovest. Qui riconosco da sinistra: Marmolada, Gruppo Sella, Gruppo Odle (ingrandibile).
Ci facciamo fare una foto ricordo.
Ma ora è tempo di scendere e di fermarsi a mangiare. Guardo giù, verso il sentiero che dovrò fare, e penso che sarà più complicato a scendere che a salire.
Ma con la calma e molta attenzione, arriviamo nuovamente alla cresta a quota 3000.
Riecco la cima sotto la luce pomeridiana.
Ancora qualche scatto con la Regina Rozes, e si scende.
Riecco là in fondo il rifugio Giussani.
Intorno alle 14.3o, ci fermiamo finalmente a mangiare. Sostiamo proprio nel punto in cui abbiamo limonato con la Tofana.
Il mio pranzo al sacco è sponsorizzato!
Dopo aver mangiato e riposato qualche istante, si riparte. Di strada ne abbiamo ancora molta.
Siamo nuovamente al Rifugio Giussani. Che meraviglia le due Tofane più interne baciate dal sole pomeridiano.
Anche al ritorno ci accomodiamo all’interno del rifugio per bere un buon succo fresco. Nel frattempo ammiriamo la parete che abbiamo appena affrontato.
Lasciamo l’affollato rifugio e ci buttiamo giù per il canalone ghiaioso. Intorno a me continuo a vedere meraviglie incredibili.
Ecco la Croda da lago, con i suoi denti aguzzi e i lastroni di Formin alla loro destra.
Una bella zoommata solo per lei. Avrò modo di fotografarla ancora meglio più avanti.
Immortalo le guglie sopra di me, che con questa calda luce agostana sono meravigliose e trasmettono un senso di pace molto forte.
Il sentiero sotto la Tofana che abbiamo fatto all’andata. Ora invece, decidiamo di fare quello più basso per il nostro ritorno all’auto.
Continuo ad essere attirato dalla Croda da Lago sulla mia sinistra. E’ bellissima con questa alternanza di luci e ombre. Inizio a scaldare il bilanciamento del bianco per esaltare le ore vicino al tramonto.
Il polarizzatore mi aiuta ad enfatizzare maggiormente i colori e la scena intera.
Ecco che tipo di sentiero stiamo percorrendo ora. Finalmente un po’ di verde!
Alla mia sinistra è uno spettacolo!
Dietro di me, Sorapiss, e Antelao con dei comignoli di nuvole.
Saluto per l’ultima volta le stupende guglie del Valon de Tofana.
Ora la mia attenzione è tutta sulla Croda da Lago, che scelgo di immortalare con colori caldi.
Un po’ più in là, ecco il Cinque Torri.
La Tofana sopra di noi invece, si nasconde dietro gli abeti.
Ora il sentiero sale. Caspita, non ricordavo che fosse in salita. Abbiamo le gambe semi-distrutte e Marco ha anche male alle punte dei piedi, causa scarponi rigidi.
Le bellissime colonne della Tofana di Rozes.
Rifaccio la stessa foto già scattata questa mattina, ma con luce completamente diversa. Ecco il paragone.
Di nuovo il Cinque Torri.
Sono quasi le 19, il sole è ormai basso e la luce del tramonto invade il bosco.
Ora che ho riacquistato maggiore distanza dalla Tofana, posso apprezzare meglio la ripida parete che abbiamo affrontato prima del raggiungimento della vetta.
Siamo di nuovo all’auto. Stanchi, mezzi sconvolti ma felici, ci avviamo verso casa. Missione compiuta!
Alla prossima escursione tra i sentieri dolomitici!
L’altimetria qui sopra presenta due avvallamenti non esatti. L’errore non dipende da me.