Piccola vacanza jesolana
Lo scorso weekend ho ripreso contatto con questo strano fenomeno sempre più raro chiamato “vacanza”. Mi son concesso 3 giorni al mare in periodo da saldi alberghieri in cui fortunatamente il tempo è stato anche clemente, nonostante l’estate sia ormai tale solo nel calendario (finisce ufficialmente tra 5 giorni). la scelta è caduta su Jesolo. Diciamo che mi sono affidato completamente alla mia dolce metà, la quale ha individuato anche l’albergo. Determinante nella selezione è stata la disponibilità della cucina di avere un occhio di riguardo per i bimbi piccoli, anche se poi ci siamo portati da casa le nostre pappe opportunamente congelate e fatte scongelare al momento dell’utilizzo. Questa era la visione dalla mia camera.
La vista del mare crea sempre in noi un qualcosa di stranamente euforico. Non vedi l’ora di vederlo appena arrivi in zona. La spiaggia, la sabbia, quella sensazione di spazio aperto che solo questo luogo ti sa dare, i colori degli ombrelloni… Immagino che non sia proprio così euforizzante per chi ci abita, ma per tutti gli altri, ho idea che le sensazioni siano simili a quelle che ho appena descritto. Non ero mai stato a Jesolo che io ricordi. Ho trovato una zona in netta espansione urbanistica, tanto che mi sono meravigliato dell’imponenza dei palazzi. Guardate cosa stanno costruendo vicino al mare.
Io mi chiedo chi comprerà tutta quella roba. Nel centro della zona turistica (lido di Jesolo) ho invece incontrato palazzine molto moderne.
La spiaggia era ben tenuta, anche se il mare era mosso e con temperature poco piacevoli.
Ho trovato curioso il fatto di assegnare nomi di vie ad artisti italiani scomparsi e ancora in vita.
Al cartello di Nancy Brilli ho smesso di fotografare. Sempre sul lungomare ho trovato questo mega albergo molto appariscente.
Il mio hotel aveva invece una bella piscina riscaldata sul tetto dell’albergo.
Peccato che non l’abbia utilizzata manco per venti secondi. Come mai? Eh, perché c’era una furbetta da controllare.
Avril è rimasta affascinata dal mare che non aveva mai visto (anche se in realtà quando aveva 3 mesi ci era già stata). La visione della spiaggia per la prima volta è stata divertente. Dal passeggino continuava a guardare il suolo e questa strana cosa con una consistenza mai vista: la sabbia. Poi, una volta avvicinati al chiassoso (perché agitato) e ondoso mare, è rimasta incantata per un bel po’. Ad un certo punto, passata la fase dello stupore, voleva scendere dal passeggino a forza di urli. L’abbiamo fatta scendere e avvicinare all’acqua piano piano. Si guardava i piedi che venivano accarezzati dall’andirivieni continuo del mare e rideva. Nelle ore successive, una volta insediati al nostro ombrellone, Avril si è trasformata in una tartaruga della specie Caretta-Caretta. posarla sulla spiaggia a quattro zampe, significava vederla partire a velocità sostenuta verso l’acqua. E non si fermava davanti a nulla. Sono dovuto a andare a riprenderla almeno 3-4 volte. Poi ho tentato di distrarla in altro modo, inutilmente. Anche dalla sala ristorante dell’albergo che era praticamente sulla spiaggia, se messa a terra, partiva in direzione mare. Pazzesco!
Altro episodio da ricordare, l’incontro con Twetty. Lei adora questo piccolo canarino giallo della Warner Bros. Sabato sera, percorrendo la vasca di Jesolo siamo entrati in un negozio con il passeggino. Ad un certo punto il suo sguardo è caduto su un pupazzo alto circa 50 cm. Era Tweety. Si è messa a sbraitare e ad agitarsi come in preda ad un raptus. Ho chiesto alla commessa di passarmi il pupazzo e l’ho dato ad Avril. Ha fatto un sorriso a 4 denti (quelli che ha attualmente) e l’ha abbracciato guardandolo fisso negli occhi. Inutile dirvi che ora Tweety è qui in Trentino con noi.
Nel negozio di giocattoli in cui ho comprato Twetty, ho visto una diavoleria che non avevo mai incontrato. Una specie di skateboard snodato. Interessante! Eccolo.
Insomma, è stata sicuramente una vacanza corta ma pregna di cose. Ora però si torna sulle Dolomiti.