Due giorni a Milano (2)
Qui la prima parte.
Da Abercrombie non ho comprato nulla. Troppo cara per i miei gusti. Lo shopping è poi continuato per Corso Vittorio Emanuele e la zona di San Babila. La Moma ha saccheggiato Guess, poi siamo ripassati nuovamente in Duomo per ammirare la cattedrale all’imbrunire. Una meraviglia che forse i milanesi non sanno più apprezzare.
Prima di allontanarci dal centro, passiamo dalle vetrine di un luogo cult per la Moma in questo momento: il ristorante di Cracco.
Il locale si sviluppa tutto sotto terra e quindi ci rimane poco da vedere. Neppure il menù è esposto all’ingresso. Però nel monitor con le immagini che scorrono, apprendiamo che un menù degustazione costa all’incirca 160 euro. Direi che Cracco può aspettare. Ripreso nuovamente il metrò, torniamo in albergo abbastanza stanchi. Il fatto è che la giornata entra ora nel vivo e quindi dico alla Moma di riposarsi e di rimettersi in sesto. Alle 20.30 si esce per andare in un luogo segreto!
Quando scendiamo nella hall il taxi ci attende là fuori, dove tira un vento gelido e prepotente (maledetto Burian!). La Moma non sa dove sta andando. Il tragitto è comunque breve e in men che non si dica, siamo davanti al teatro degli Arcimboldi, che le conosce per essere il luogo dove hanno girato decine e decine di puntate di Zelig (ora trasferitosi altrove). Eccoci al teatro.
La gente che si accalca all’ingresso è molta. Ma nulla lascia presagire ciò che avverrà stasera. Naturalmente, una volta entrati nel foyer, le locandine svelano l’arcano: Aldo, Giovanni e Giacomo impazzeranno alla grande col loro ultimo spettacolo teatrale dopo molti film al cinema.
Siamo dentro. Il teatro è magnifico. I nostri posti sono ottimi. Siamo in prima fila, un po’ decentrati sulla sinistra.
Oggi tra l’altro, lo spettacolo verrà ripreso da una troupè con 7-8 telecamere, probabilmente per produrre il DVD dello spettacolo.
Davanti a noi ci sono comunque due file di sedie di “raccomandati” che però non ci danno fastidio a livello di visibilità.
Manco dirlo, per le ore 21 tutto il teatro è strapieno.
Ad un certo punto si abbassano le luci e inizia lo spettacolo. Una signorina mi ricorda che non si potranno fare foto durante lo show, e quindi vi dovrete accontentare di questa immagine tratta dal web.
Lo spettacolo dura due ore e trenta, ed è composto da varie situazioni, un po’ come succedeva ne “I corti” (altro spettacolo che ho visto dal vivo). La prima parte la promuovo a pieni voti. Anche la parte centrale dello show, seppur con qualche pausa di troppo, scorre vie divertente. La parte finale, secondo me, soffre di situazioni poco incisive. Dal trio ormai ci si aspetta molto e “Ammutta Muddica” soddisfa al 70%. In ogni caso, loro sono sempre fortissimi e mai scontati. Mi fanno sicuramente più ridere nell’improvvisazione o quando ci sono situazioni estreme. Belle le coreografie e gli effetti. Nel video qui sotto, potete vedere i preparativi e la prima parte dello show (dal minuto 12). Piccola premessa: trovo Aldo, Giovanni e Giacomo in questo video abbastanza acerbi, nel senso che si vede che questo video è stato girato alla prima dello spettacolo. Io li ho visti molto più sciolti, con la battuta controllata e più “insieme”. L’esperienza delle sere successive dev’essere servita molto.
Finito lo spettacolo attorno alle 23.45, siamo volati dall’altra parte di Milano, nel mio ristorante messicano preferito: il Joe Pena’s.
Dopo la squisita cenetta, sempre con un taxi, siamo tornati in albergo alle 2 di notte, distrutti ma felici. Il mattino dopo, oltre alla visita del Duomo, e ancora qualche oretta di giri tra i negozi, non abbiamo fatto un granché.
La gita milanese si è conclusa nuovamente in un locale culinario che ci è sempre nei cuori: il Ristorante Pizzeria “La conchiglia” di Legnano (ne avevo parlato già qui, pubblicando delle foto). Un posto assolutamente “normale” dove però si possono gustare pizze straottime, piatti di pesce favo-lo-si e un tiramisù spaziale. Provare per credere.
Tornando a casa, piccola capatina all’Orio Center, dove ho comprato ciò che non ho preso alla Abercrombie: due paia di jeans della Hollister.
Beh, è tutto gente. Vado a vedere quanto sta nevicando.