Visita a San Daniele del Friuli

Ottobre 26, 2009 0 Di wp_14635186

In questo lungo week-end (mi sembra siano passati 4-5 giorni anzichè due) ho percorso più di 600 km lungo le strade del Veneto e del Friuli. Ecco il percorso diviso tra sabato (Casa, San Daniele, Rolle)e Domenica (Rolle, Treviso, Vajont, casa).Sabato mattina sono partito all’alba. Le previsioni meteo dicevano sole, ma il cielo sopra di me non era molto d’accordo. Sopra i rilievi che dovevo attraversare, sinistre foschie bianche preannunciavano una sola cosa: neve. Non avevo le catene a bordo, ma almeno ero già provvisto di pneumatici da neve. Arrivato ai 2000 metri del Passo San Pellegrino, la temperatura era di 1 grado e nevicava, fortunatamente non in modo massiccio. Ecco le piste da sci come forse non le avete mai viste: un velo di bianco copre i pendii a valle, e più su siamo di fronte a qualcosa di più che un velo.Dopo appena 3 minuti di strada la situazione però muta radicalmente: la cappa di nuvole all’orizzonte lascia improvvisamente intravedere il sole che albeggia. Questo è il bello della montagna: imprevedibile e misteriosa, specialmente nelle condizioni meteo.
Sorpassati i valichi montuosi ecco spuntare anche un arcobaleno.
Poco prima di mezzogiorno arrivo a San Daniele e già ho l’acquolina in bocca.
San Daniele, patria della lingua friulana perchè si dice si parli un dialetto perfetto, è una normalissima città leggermente arroccata su un colle a 252 metri di altezza, è divisa in borghi e conserva alcuni luoghi di interesse storico-artistico. Eccola sotto una pesante velatura di nuvole che poi si è rapidamente dileguata lasciando il posto ad uno splendido cielo azzurro.
Ci si aspetterebbe di trovarvi parti medioevali, vecchie botteghe, luoghi celebrativi del Prosciutto famoso in tutto il mondo…
In realtà non c’è nulla di tutto ciò se escludiamo le decine di trattorie-prosciutterie che hanno come loro specialità prima, la degustazione del prosciutto crudo, le drogherie generiche e alcune manifestazioni che si susseguono durante l’anno.
La parola “prosciutto” è veramente ovunque, quello si.Girovaghiamo un pò per il paese.
In giro c’è veramente poca gente e poco traffico.
Questa è una delle classiche foto che faccio quando visito una città. Solitamente la uso come elemento di apertura dei posts, ma in questo caso ho preferito evitare, vista la palese scritta “fognatura” che accostata al prodotto tipico del luogo, avrebbe fatto un pò senso!
Ed eccoci in piazza Duomo, una piazza piccola dove il settecentesco Duomo a fatica si fa largo. All’interno, da segnalare tre bozzetti del Tiepolo.
Dal punto di vista artistico, quello che però ha catturato di più la mia attenzione è stata la stupenda chiesa di Sant Antonio Abate.
Al suo interno ci sono degli affreschi veramente spettacolari che le hanno fatto guadagnare il nome di “Sistina del Friuli”.
Ma torniamo alla Città di San Daniele del Friuli.
Tra le tante drogherie e prosciutterie della città, vi potrete fare un idea chiara su quanto importante sia questo prodotto per l’economia di questi luoghi.
Io sono entrato da Levi, vicino a Piazza del Duomo, uno dei luoghi commerciali più in vista e più famosi di San Daniele.
Bella e molto allettante l’esposizione di prosciutti e cibi vari.
Alla fine la fame vi verrà anche se non ne avevate assolutamente, e allora sarà arrivato il momento di sedersi con le gambe sotto un tavolo!
Sono decine i posti dove poter assaggiare il celebre prosciutto crudo, magari accostato a formaggi locali e buon vino. Io, sotto consiglio di amici, ho scelto “Ai Bintars“, locale leggermente fuori dal centro di San Daniele.
Appena varco la soglia, il re delle tavole della zona mi accoglie con la sua presenza.
L’atmosfera è quella di una tipica osteria di paese. Le macchine affettatrici qui sono tutte super professionali e non smettono mai di affettare sottilissime e rosatissime fette di San Daniele.
Ai tavoli, spesso tutti pieni, non si vedono ne pastasciutte, ne polli o trote. Dalla cucina escono solo ed unicamente piatti di San Daniele accompagnati da funghetti sott’olio, formaggi locali, pane fresco. Non serve nient’altro. Ecco il primo piatto di prosciutto divorato in un istante.
Il sapore è quello inconfondibile: delicato, lievissimamente salato, saporito. Il colore è rosa luminoso. La consistenza al palato è da urlo. Il prosciutto si scioglie in bocca come lo zucchero a velo.
ben presto al tavolo arriva un secondo piatto. Alla fine mi sa che abbiamo raggiunto gli oltre due etti e mezzo di crudo in due.
Il pranzo si conclude con un tipico dolce friulano che non assaggiavo da decenni: la gubana imbevuta con la Slibowitz una acquavite di prugne che viaggia sempre in coppia con questo dolce fatto di pasta lievitata ripiena di frutta secca.
Il conto alla fine sarà meno di 20 euro a testa per il prosciutto, i sott’olii, i formaggi, le bibite, e il dolce.
Finito il pranzo, una leggera sgambata per tornare in centro attraverso le vie in salita di San Daniele e pronti per la partenza verso il relais che ci accoglierà per la notte.
Dovrete aspettare pazientemente la pubblicazione del prossimo post per sapere come procederà il week end friulano. Non disperate, sarà questione di ore.
(TPP) un ora e 40 minuti.