Alla Baita Segantini (1)
C’era una volta… Ehm, scusate ho appena finito di raccontare l’ennesima fiaba (rigorosamente inventata) alla mia piccola bimba e mi sono confuso, anche se quella che sto per raccontarvi è comunque una storia; la storia della mia escursione sulla prima neve caduta in questa stagione sulle Dolomiti. Ragazzi, venite con me? Si parte!
Sono le 7.30 e sto già percorrendo la statale in Val di Fiemme che porta verso Predazzo.
Come potete vedere sono avvolto nella nebbia, e questa in montagna è sempre una buona notizia, perché appena poco sopra, è certo che troverò un cielo completamente sereno. Ed in effetti, fatti altri 2 km vedo il cielo azzurro del primo mattino.
Mi fermo a comprare focaccia e speck e alzando gli occhi al cielo, vedo lo stupendo Latemar completamente imbiancato. Favoloso!
Proseguo salendo verso Bellamonte. Chissà a che altitudine inizierò a trovare la neve.
Eccomi a Bellamonte. Le strade, se notate, sono leggermente ghiacciate, bisogna quindi guidare con cautela. Le cime della catena del Lagorai alla mia destra sono completamente bianche. Le vedete? Invece qui a 1400 metri, ancora nessun segnale di neve, se non pochissimi accenni.
Alla fine del paese, alla mia sinistra, vedo finalmente i primi prati innevati e già al sole. La temperatura viaggia intorno allo zero.
Dopo circa 25 minuti dalla partenza, sono sui tornanti del Rolle. Non manca molto all’arrivo e la neve a bordo strada è appena di qualche centimetro. Inizio a sospettare che non troverò delle condizioni buone per le mie foto. Mi occorrerebbero perlomeno 25-30 cm.
Al tornante successivo mi trovo davanti il Re del Rolle: il Cimone della Pala. Che magnificenza!
E alla fine sbuco sulla piana del Passo Rolle. Là in fondo il Gruppo Pale di San Martino, ancora completamente all’ombra e con le punte sferzate dal vento, visto che vedo la neve volare.
Proseguo verso il passo e ho l’impressione di esser capitato in un villaggio fantasma. In giro non c’è anima viva.
Cerco un posto dove lasciare l’auto, ma non è semplice. Nessun spazzaneve ha ancora provveduto a pulire zone diverse da quella del tratto carreggiabile.
Entro con le gomme nella neve e molto l’auto. Esco. L’aria pungente mi entra dal naso di colpo. La temperatura è di poco sotto allo zero. Ho fatto altre escursioni con il freddo. Mi ricordo un -16° proprio qui in zona Pale di San Martino, ma questa è la mia prima escursione invernale e devo ancora abituarmi al freddo.
Mi vesto di tutto punto e parto, dritto per dritto, verso la Baita Segantini camminando liberamente nella neve.
Il manto bianco si attesta sui 30 cm circa ed è composto da neve farinosa, l’ideale per sciare. Ma qui gli impianti sono ancora ben lontani dall’aprire.
Dopo 5 minuti di cammino, mi son già scordato del freddo. Sto procedendo in salita su neve fresca e non so cosa i miei piedi stiano calpestando: erba? Terra? Roccia? Ruscelli? Io procedo spedito, anche perché la neve leggera non crea grande attrito.
Dietro di me, già abbondantemente illuminate dal sole, vedo le cime del Colbricon e del Piccolo Colbricon.
Questa vetta l’ho “conquistata” proprio l’estate scorsa a luglio, ricordate? La vedevo così:
Ora è un po’ diversa! Mette anche un po’ di soggezione come cima. Sembra abbastanza irraggiungibile.
Davanti a me vedo invece il Castelaz che sta per essere illuminato dai primi raggi del sole. Sono le 8.40.
Le Pale invece, sono quasi infotografabili a quest’ora, perché completamente contro luce.
Camminare in salita e in 30 cm di neve fresca inizia a stancare un po’. Per fortuna davanti a me vedo una strada semi battuta che sale verso la Segantini. Dev’essere sicuramente la via che fanno tutti d’estate per arrivare alla Baita. D’altro canto, con la neve non si riconosce più nulla qui.
Ora percorro un tratto in discesa. Mi giro e vedo ancora il Colbricon. Ci sono anche i vecchi impianti del Rolle, fermi come automi senza energia in attesa della carica per ripartire.
Ecco la strada che percorrerò.
Sfrutterò volentieri la scia di neve calpestata da un’auto passata da poco.
Finalmente mi rendo conto di non essere l’unico umano nel raggio di km. Arriva un’auto che poi scoprirò essere il gestore della Baita Segantini.
Ancora pochi minuti e mi sorpassa uno scialpinista. Ne vedrò un bel po’ oggi. D’altro canto con una giornata del genere preceduta 24 ore prima da una nevicata fresca fresca…
Arrivo al rifugio Capanna Cervino, che è chiuso. La neve fa strane cose sul tetto dell’edificio.
Eccomi ad un bivio. Io proseguo in salita, verso la Segantini.
Ecco le Pale di fronte a me. Sono favolose così innevate di fresco. Guardate la neve che si alza in quota…
La mia strada sale ancora.
Ecco il rifugio Cervino visto dall’alto. Là in fondo, il Colbricon. Che meraviglia, che pace, che relax. Sono proprio felice di esser venuto qui oggi.
E’ proprio vero che la neve crea paesaggi magici, non trovate?
Ad un certo punto, stento a credere ai miei occhi. Nella marea più infinita di bianca neve, vedo un mini bruchetto peloso che non sa dove andare.
Ragazzo, ne hai di strada da fare prima di trovare un riparo!
La neve qui è più alta. Ormai sono a quota 2000 circa e penso saremmo a 32 cm di manto nevoso.
Proseguo per questa bellissima e molto panoramica stradina. Non dovrebbe mancare molto alla Baita.
Il sole scalda bene. Mi sa che oggi diventerò paonazzo, con tutto il riverbero di questa neve.
Sembra la superficie di una meringata!
E questa una montagna di panna fresca!
Ne volete ancora di immagini nevose? Volete vedere come va a finire la giornata sul Rolle? Allora, a prestissimo qui su Squarciomomo per la seconda parte.