Sono vivo!!

Settembre 21, 2010 0 Di wp_14635186

Rieccomi qui. E’ stata quasi una passeggiata questo interventino chirurgichino che ho subito stamattina. Ecco la fredda cronaca:
Entro in ospedale ben 30 minuti prima, si sa mai. Salgo al secondo piano, chirurgia – Piccoli interventi. Ci sono due persone che attendono. Ne approfitto e vado in bagno. Tempo di tornare e mi stanno già aspettando anche se 15 minuti prima dell’appuntamento. Ammazza la sanità trentina che efficienza!
Apro la porta della sala e mi vedo davanti due donne. Una è il chirurgo, ha circa 45 anni e la faccia simpatica. L’altra è l’anestesista, leggermente più anziana e alla buona anche lei. La stanza è molto luminosa con una finestra che da sulle Pale di San Martino. Al centro c’è un lettino stretto stretto nel senso della larghezza, con sopra un lenzuolo verde. Sopra il lettino una mega lampada di 80 cm di diametro. Intorno, addossate alle pareti, varie cose: una scrivania con computer, un armadietto altri aggeggi strani…
Il chirurgo si presenta e lo stesso fa l’anestesista. Mi fanno delle domande sulle mie eventuali allergie o sensibilità alle anestesie e poi cercano di mettermi a mio agio tranquillizzandomi. Forse si nota un po’ di nervosismo nel mio comportamento?
Mi fanno togliere la maglia e mi fanno sdraiare sul lettino. Il chirurgo mi dice che sentirò solo qualche pizzicotto durante la puntura dell’anestetico e poi più nulla. L’anestesista arriva con un piccolo aggeggio elettrico ancora incartato e con quell’affare mi rade la pancia dove ho il primo neo e l’ascella dove c’è il secondo. Si avvicina il chirurgo con un pennarello blu. Io dalla mia posizione sdraiata non vedo nulla e la dottoressa mi dice che è meglio se non guardo (!!!).
Fa alcuni segni sia sulla pancia che sull’ascella e di tanto in tanto mi spiega cosa farà.
Ora si avvicina con uno sgabello e apre un altro pacchetto incartato. Sento sferragliare delle cose: lì dentro dovrebbero esserci bisturi pinze e altre cosette simpatiche.
Il chirurgo che per la cronaca si chiama Claudia, spiega sopra di me un piccolo lenzuolo azzurro con un buco al centro. Il buco ha i bordi appiccicosi e viene adagiato intorno al neo della pancia con una leggera pressione. Sono un pochetto agitato, lo ammetto. E’ la mia prima operazione chirurgica e per giunta da sveglio, anzi sveglissimo!
Sono le 9.49 del 21 settembre 2010, si comincia.
Cotone imbevuto di liquido rossissimo sporca tutta la zona da operare. Arriva l’anestesista che però fa solo da assistente perchè è la stessa Claudia che mi punzecchia con la siringa 4-5 volte intorno al neo.
Mi dice che l’anestesia farà effetto immediatamente e che non sentirò nulla. E infatti dopo neppure 30 secondi ha già il bisturi in mano!! Argh!! E’ arrivato il momento, cerco di non pensarci e guardo la lampada sopra di me. Mannaggia…
Sento le sue dita appoggiarsi alla mia pancia e poi sento un lieve strusciamento. Immagino mi abbia già tagliato. Ripete l’operazione per 3-4 volte. E’ probabile che abbia inciso tutto intorno al neo. Io in effetti non sento quasi nulla se non piccoli tocchi che però non posso chiamare dolore. Claudia mi chiede se va tutto bene. Dopo due secondi me lo chiede anche l’anestesista. Rispondo: tutto ok. Viene lasciato il bisturi e presa una pinza. Dalla sagoma del mio corpo vedo spuntare la stessa pinza con un pezzo della mia carne attaccato delle dimensioni di un nocciolino di ciliegia. E’ rosso vivissimo e viene adagiato in una boccetta e portato via. Si scherza sulla mia pancetta che non diminuirà grazie a questa operazione!
Qualche tamponata e si va avanti. La dottoressa si avvicina con un ago cortissimo e curvo a cui c’è attaccato un filo grigio scuro. Mi dice che metterà alcuni punti e che sentirò un po’ tirare. Inizia a cucine. Cacchio che male. “E’ probabile – mi dice Claudia – che stia sbordando un po’ fuori dalla zona anestetizzata, ma ho quasi finito”. Dopo tre minuti taglia con delle forbici il filo e tampona con del cotone imbevuto.
Abbiamo finito col primo neo. Sono le 9.57.
Ora viene applicato un cerotto bianco alla zona operata e vien spostato il lenzuolo col buco nella zona dell’ascella. Quest’area del corpo mi preoccupa un po’ di più perchè mi sa che è più sensibile. E infatti il chirurgo conferma. Porto il mio braccio sotto la testa e si comincia.
Ora la dottoressa è molto più vicina, posso vedere le sue espressioni e le sue mani che manovrano. La procedura è la stessa di prima solo che sento più dolore in tutto, sia nell’anestesia, che nel taglio. Quando il bisturi incide sento parecchio bruciare. Allora Claudia si ferma e aumenta la dose dell’anestetico facendo ancora una o due punturine. L’ago entra appena nella pelle, non è una puntura profonda. L’operazione va avanti con gli altri tagli e in effetti ora non sento quasi nulla. Al momento di mettere i punti invece, torna un bel po’ di dolore. Anche questo neo, un po’ più grosso del precedente, finisce a Trento per l’esame istologico, una procedura standard per verificare che tutto sia ok. Sia nella pancia che sotto l’ascella ho come la sensazione che ci sia un ragrumamento di carne legata. Invece non è così. Altra disinfettata e cerottone.
Sono le 10.12 minuti. Abbiamo finito. Mi dicono di alzarmi lentamente e di restare seduto per qualche minuto. Sono salvo!
Ancora qualche spiegazione e qualche carta. Dovrò disinfettare le ferite ogni due giorni per 8 giorni e tra una settimana, andare dal medico di base per togliere i punti.
Mi alzo e saluto le gentili signore.
Esco dalla sala e torno a casa. Fuori c’è il sole e fa caldo. Tra poco, appena mangiato, si torna al lavoro.
(TPP) 40 minuti.