Venti di guerra dietro la porta di casa
Sabato 19 marzo 2011, intorno alle 17.45, alcuni caccia francesi entravano in territorio libico per neutralizzare radar e postazioni antiaeree libiche. In altre parole, in men che non si dica ci è scoppiata una guerra di quelle vere proprio fuori dall’uscio di casa. In meno di 7 giorni abbiamo quindi sostituito la tragedia del terremoto giapponese, con questa nuova “chicca” mediterranea. Proprio un bel periodino questo, eh? In ogni caso non c’è da stare allegri, con Mister Gheddafi. Spero e prego vivamente che questo conflitto duri poco, pochissimo e che i danni, alla popolazione e materiali, siano limitati. Spero e prego che Gheddafi non abbia i mezzi per impensierire minimamente il territorio italiano. Spero e prego che l’alleanza europea di cui facciamo pienamente parte, faccia scelte giuste e sagge. La guerra è una cosa orrenda da qualunque lato la si guardi, ma pare che al giorno d’oggi sia proprio inevitabile in frangenti tipo questo. Quando però ce l’hai attaccata al culo come è questa, forse tutte le motivazioni, anche le più giuste e condivisibili, vanno a farsi benedire.