Il giro d’Italia sul Gardeccia (prima parte)
Eccomi a raccontarvi l’epica giornata vissuta ieri nella valle del Vajolet, al cospetto del Catinaccio e delle magnifiche Torri del Vajolet. Purtroppo il tempo ha fatto i capricci, parecchi capricci, e ha rovinato quello che poteva essere un bellissimo giorno di sport in un luogo incantevole come pochi. Ma procediamo per gradi. Ieri in totale ho percorso circa 15 km con un dislivello di 700 metri circa. Ecco l’itinerario.
Mi sono svegliato decisamente prima dell’orario preventivato, perchè ho pensato alla chiusura delle strade e al parcheggio da trovare. Alle 7.20 passavo per Moena con traffico praticamente inesistente.
Più avanti, verso Vigo di Fassa, il cielo sopra il Catinaccio era terso con lievissime velature.
Alle 7.35 arrivo a Pozza di Fassa e dopo aver trovato agilmente parcheggio e aver attaccato il cartello per Wouter fatto nei giorni scorsi allo zaino
(nella foto una prova. Poi ho messo il cartello decisamente più in su, altrimenti rompeva durante il cammino), sono partito a piedi verso il Gardeccia.
Il primo pezzo di strada prevedeva il raggiungimento del paese vicino, Pera di Fassa. Qui mi son fermato a prendere un paninazzo con lo speck e una dolcetto, mio unico pasto di tutta la giornata.
Poco più avanti sono passato sotto la seggiovia che, volendo, mi avrebbe portato comodamente a meno di 20 minuti dal rifugio Gardeccia, punto d’arrivo della tappa. Ma perchè privarsi di splendidi paesaggi da fotografare e soprattutto un bel po’ di km da fare a piedi per mantenersi in forma? 🙂
Al parcheggio della seggiovia c’erano alcuni tecnici RAI intenti a prepararsi.
Un bellissimo TIR addobbato per l’occasione.
Ad un certo punto ho lasciato la strada principale per inoltrarmi verso la Valle del Vajolet. Io sono diretto verso quella magnifica bastionata di guglie.
Dopo pochi minuti, eccomi all’attacco del sentiero che mi avrebbe portato al congiungimento con la strada asfaltata dove sarebbe passato il giro. Come era stato ampiamente preventivato, niente bici da queste parti. Si sale sono a piedi.
Ecco l’inizio del sentiero. La temperatura è frescolina, e la giornata è meravigliosa.
Il cartello segna 2 ore all’arrivo al Gardeccia. Io, modestamente, coprirò l’intera distanza in un’ora e 8 minuti.
Il sentiero è letteralmente in piedi!!! Infatti nel giro di 15 minuti trasudo l’anima.
I pochi turisti presenti prendono fiato. hehehe.
Nei prati è un esplosione di Genziane. Ne vedo ovunque.
Non manca molto ormai alla fine di questa salita, che in totale misura circa 6,5 km.
Ecco il Gardeccia.
Il punto ristoro degli alpini della zona.
Qui la strada è ancora più stretta e sempre in salitissima.
Dietro ad una curva, compaiono loro: le Torri del Vajolet. Magnifiche!
Ormai ci siamo, mancano solo 500 metri.
Non sono l’unico che ricorderà Wouter oggi.
Qui è ben visibile il Catinaccio d’Antermoia, quello con la macchia nera. A destra, le torri del Vaiolet.
Ecco la zona d’arrivo!
I preparativi sono nel loro culmine massimo. Qui è quasi ancora tutto da montare. Incredibile, io pensavo fosse già tutto pronto.
Ecco l’arrivo completamente ancora da allestire.
Questo è il famoso rifugio Gardeccia, dove si svolgerà il Processo alla tappa.
Fa un certo effetto vedere il “carrozzone” del Giro d’Italia a pochi metri dalle protette Genziane montane.
A più tardi per la continuazione dell’avventura!
Qui la seconda parte.