Il cane-drago Eni, si mangia la vecchia Agip
L’amministratore delegato dell’ENI ne parlava già nel 2009: ”Stiamo pensando di mandare avanti il Cane a sei zampe come simbolo che potrebbe prendere il sopravvento sull’Agip”. E aggiungeva: “Rileviamo che tutte le compagnie petrolifere del mondo si chiamano come la pompa di benzina. Noi ci chiamiamo Eni e la nostra benzina Agip: in questa dicotomia una inefficienza c’è”. E da questa inefficienza è partita una grande operazione di restiling che sta coinvolgendo tutta Italia e i suoi 4000 distributori Agip, destinati a sparire per sempre. Tra poco non si potrà più dire: “Mi fermo all’Agip a fare benzina”. Perchè l’Agip, Azienda Generale Italiana Petroli, non esisterà più. Farà parte del nostro folcloristico passato, come le vecchie Fiat 500, i juke box, le cabine del telefono, i mangianastri, o le macchine da scrivere. Ecco i distributori come non li vedremo più.
Una vecchissima locandina Agip, in cui si pubblicizzava la Benzina Supercortemaggiore, che prendeva il nome da un comune del piacentino. Uno nome che era un vero spasso. Osservate il distributore, sembra quello dei Lego.
Il cane a 6 zampe fu ideato da Luigi Broggini e rifinito dal designer Giuseppe Guzzi nel 1953. Broggini ideò una figura dai richiami mitologici: forse un drago, ma con la morfologia di un cane. Strane le caratteristiche: sei zampe, di cui la prima piantata al suolo, e una lingua di fuoco che scaturisce dalla testa rivolta all’indietro. Il simbolo non fu mai ufficialmente riconosciuto da Broggini (la controversia fu risolta dal figlio, dopo la morte dell’artista), mentre l’interpretazione ufficiale riferiva di un richiamo esplicito alla benzina “Supercortemmagiore”, definita amica de “l’uomo a quattro ruote”. Al che, l’equazione data da Uomo (due gambe) più quattro ruote ci riporta al numero sei: le zampe del “cane”. La “lingua di fuoco” resta un mistero: l’energia degli idrocarburi o, cosa?
Al riguardo sono sorte interpretazioni parallele, ma sicuramente più affascinanti. Si fa riferimento alla figura del “cane” come metafora della stessa Eni, tra l’altro affine a simboli mitologici sia nordici che africani. Una holding aggressiva, ma affidabile (concetto di “cane” come animale fedele) che poteva vantare ben sei aziende dipendenti Agip, Snam, Anic, Liquigas, Nuovo Pignone, Romsa (le zampe) e un vertice dotato di una figura come Enrico Mattei, carismatica e dal forte impatto (la lingua di fuoco). Inizialmente il cane era fatto così.
Poi nel 1968 fu aggiunto il quadrato ad angoli stondati e riempimento giallo. Il cane fu accorciato e snellito e ne fu cambiata l’inclinazione perchè la figura pendeva in avanti e dava un senso di instabilità. Debuttò anche il caratteristico font a doppia linea che viene usato tutt’ora ma in chiave moderna.
Altro restiling fu commissionato sempre agli stessi grafici della Unimark per mano di Bob Noorda nel 1998, quando si rese necessario far comparire il nome dell’Eni oltre a quello dell’Agip.
E nel 2008 arriva il nuovo logo Eni: Sarà questo il marchio che spazzerà via Agip dalla faccia del pianeta idrocarburi.
Qui una bellissima interpertazione grafica del cane a sei zampe.
La trasformazione di facciata dei distributori, dicevamo, è avvenuta anche qui in valle proprio ieri, presso il mio distributore di fiducia, unico punto Agip nel raggio di 15 km. probabilmente in città la trasformazione è già avvenuta da diversi mesi, ma nei piccoli centri, sta avvenendo solo ora. Ecco com’è diventato il piccolo punto vendita Eni ex Agip.
Buttate in un angolo come ferri vecchi, le ex insegne del distributore, magari destinate a finire nelle mani di qualche collezionista.