La Ferrata Campanili del Latemar (1)
Eccomi a raccontarvi la splendida giornata di ieri, passata tra le meravigliose guglie del Latemar, il gruppo dolomitico più vicino a casa mia (solo 20 minuti). Questo splendido complesso di roccia, è formato perlopiù da roccia calcarea del Triassico, e da Dolomia. Il Latemar è un gigantesco atollo fossilizzato perfettamente conservato, e spesso camminandoci attraverso, mi sono immaginato queste incredibili guglie sommerse sotto le acque dei mari tropicali.
Ma passiamo alla nostra escursione. Ecco il mega anfiteatro del Latemar, visto dall’alto.
Questo è grosso modo il percorso che andrò a descrivervi visto da due angolazioni.
Quello segnato in rosa è il Rifugio Torre di Pisa, uno dei riferimenti nell’escursione di oggi.
Ed ecco la cartina della zona ingrandibile.
Questa escursione l’avevo programmata anche 5 anni fa, non riuscendo però neppure ad iniziare la ferrata per un problema di vesciche piuttosto grosso. Qui il fotoracconto di quella durissima giornata.
Questa ferrata ha un’avvicinamento piuttosto lunghetto, quindi suggerisco di partire molto presto la mattina e con tempo stabile. Io alle 6.30 ero già in cammino verso i pratoni del Latemar.
Sono partito da Pampeago, lasciando l’auto in uno dei tanti posteggi in zona. Le temperature per oggi si prevedono molto bollenti (33 gradi in valle a 1000 metri) e con un cielo così ci sarà da schiattare di caldo anche oltre i 2500 metri. Ora però si sta divinamente con una temperatura che è intorno ai 14 gradi.
A quest’ora non c’è anima viva, mentre il sole inizia ad illuminare le prime cime. Questa è la Pala di Santa.
Oggi potrò sperimentare il mio nuovo obiettivo 18-300 mm tra i sentieri, visto che da quando l’ho preso non ho più fatto escursioni degne di nota. Per farvi vedere la potenza di zoom che ha, eccovi il Latemar inquadrato con l’escursione focale impostata a 18mm.
E questo è il Rifugio Torre di Pisa, proprio in vetta al Latemar, fotografato dalla stessa posizione in cui ho fatto la foto precedente. Arrivo al passo Feudo, a 2121 metri, qui il sole ci saluta per la prima volta.
Dico, “ci” perché oggi non sono solo. Con me è venuto mio fratello. In ferrata è sempre meglio non essere soli.
Qui al Feudo incontriamo una bizzarra ma simpaticissima giostra.
Proseguiamo a passo molto spedito, verso il Rifugio Torre di Pisa, che è 550 metri più in alto!
Ore 7.30. Ad un’ora dalla nostra partenza, siamo già in alta quota.
Ora però si inizia a fare sul serio. Ci attende il pezzo di sentiero più ripido della giornata.
La Pala di Santa, con i suoi 2488 metri ci guarda col naso all’insù.
Che meraviglia vedere i prati che si stagliano in un cielo così. Dopo tanto tempo riassaporo tante sensazioni legate alle escursioni in montagna che avevo un po’ dimenticato.
Sulla nostra destra, delle pecore pascolano sul bordo di un dirupo. Contente loro…
Noi invece, siamo prossimi alle pareti rocciose del Latemar.
Ecco là sopra il Torre di Pisa.
Una panoramica della catena del Lagorai, ripresa dal Latemar.
Ma eccoci giunti al Torre di Pisa. Tempo totale dalla macchina: 1.40 minuti.
Il tempo di ammirare il panorama e la strada che ci attende, e ripartiamo. Ecco la nostra meta: Quella mega montagnona che prende il nome di Schenon, e non è difficile capirne il perché, con quella “schiena” che scende giù dritta dritta.
Ora però ci concentriamo su quello che abbiamo nelle nostre immediate vicinanze. Stiamo infatti per addentrarci tra le mille guglie appuntite di questa splendida catena montuosa, inserita con merito (dal 26 giungo 2009) tra le meraviglie dolomitiche dell’Unesco.
Una tra le guglie più famose è quella che da il nome al rifugio che abbiamo appena oltrepassato. E’ la Torre di Pisa, così chiamata perché come il monumento dell’omonima città, pende. Eccola là in centro. Ora ci avvicineremo di più a lei.
Percorriamo la cresta sommitale che ci porterà in zona Ferrata dei campanili del Latemar.
E dopo alcuni minuti, ecco la Torre di Pisa.
Non c’è che dire. E’ proprio una meraviglia della natura. La sua altezza totale immagino si aggiri intorno ai 20-30 metri.
Proprio di fianco alla Torre di Pisa, troviamo un’altro famoso monumento roccioso: la finestra del Latemar.
Ecco mio fratello intento a “sorreggere” la struttura. Speriamo non cada nulla!
Proseguiamo il nostro cammino tra altre bellissime guglie.
C’è anche la luna in questa magnifica mattina in alta quota.
Alla nostra destra, le montagne creano un effetto spettacolare.
Il nostro sentiero ora, è relativamente in piano e andiamo via belli spediti.
Ecco lo Schenon in tutto il suo splendore.
Qui la stessa immagine, ma con segnata la ferrata che ci attende. Come potete vedere, la ferrata (della durata di 1,30 ore), si sviluppa tutta sul lato sud della montagna. Io invece ero convinto, osservando la cartina, che il ritorno della ferrata (è un anello) si svolgesse, nel lato nord, dove ci sono le pareti strapiombanti che danno verso il passo Carezza in zona Catinaccio.
Ecco due immagini tratte da RealityMapsViewer che ci fanno vedere molto bene la parete strapiombante del Latemar. In giallo vi ho segnato la vie che PENSAVO FOSSE QUELLA DA FARE.
Per questo motivo la ferrata mi ha parzialmente deluso. Ma continuiamo col racconto. A fra poco!