5 giorni nella magica Parigi (8)
Qui le precedenti puntate. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette.
Sta per iniziare il nostro penultimo giorno a Parigi. Oggi è domenica e il programma parla ancora una volta di un perfetto mix di cultura e svago. Si inizia con la visita alla magnifica Saint Chapelle. Andiamo a prendere il metrò, come nostro solito e ne approfitto per fotografare la struttura di ingresso in ferro battuto. Ne fotograferò di più belle più avanti.
Eccoci in metropolitana.
Scendiamo in una delle stazioni più affascianti di Parigi: Cité, che si trova esattamente in mezzo alla Senna, al centro de l’ilé de la Citè, il cuore di Parigi. E per evitare qualsiasi problema di infiltrazione d’acqua, hanno pensato bene di costruire la stazione della metro dentro un’enorme cisterna.
La giornata è grigia e non piove. Ma oggi pomeriggio è previsto un po’ di sole. Quasi un evento per Parigi. Ecco là in fondo la Saint Chapelle.
Questa piccola chiesa nascosta è assolutamente da includere nella lista delle cose da vedere a Parigi, in quanto offre uno straordinario spettacolo.
L’edificio è diviso in due: la parte inferiore e quella superiore. Quella superiore è sicuramente il pezzo forte. Si possono ammirare vetrate colorate che coprono 670 metri quadrati. L’effetto globale è incredibile.
Purtroppo il mega rosone era in restauro.
Da fuori è veramente difficile apprezzarla, perché è stata chiusa da altre costruzioni.
La nostra visita prosegue verso le torri di Notre dame. Vedere la cattedrale che compare all’improvviso davanti a noi fa sempre un certo effetto.
Oggi affronteremo i 422 gradini che portano alle torri e ai famosissimi doccioni, detti anche Gargoyle. La giornata grigia accentuerà l’atmosfera decisamente gotica.
Arriviamo in cima e passando per angusti corridoi all’aperto, osserviamo le mostruose creature.
La piazza sottostante.
Saliamo al secondo piano delle torri.
La foschia impedisce di vedere la torre Eiffel.
Altri doccioni. Sullo sfondo il Centre Pompidou.
Una veduta verso il quartiere del Marais.
Che guglie, ragazzi!
Siamo altini, eh?
Chiusi in gabbia come leoni inferociti, ci avviamo verso l’uscita.
Il quartiere latino.
Ecco Notredame da fuori.
C’è anche una statua dedicata a Giovanni Paolo II.
A fianco della cattedrale, c’è Pont de l’Archevêché. Ed è conciato così.
Ora ci spostiamo a piedi e notiamo da lontano una delle tante cose che avevamo programmato ma che non visiteremo: la Conciergerie, luogo in cui fu prigioniera anche Maria Antonietta in attesa di essere ghigliottinata.
Ecco lo splendido Hotel de ville, il “municipio” della città.
Altra splendida struttura che fa da ingresso della metro.
Ci spostiamo ancora e giungiamo a l’arc de Triomphe, incredibile monumento voluto fortemente da Napoleone. Il bestio è alto 50 metri ed è uno degli archi di trionfo più grandi del mondo.
Raggiungerlo è un’impresa, perché è al centro di una piazza a dir poco mastodontica. Pensate che qui confluiscono 12 enormi viali. E infatti la piazza si chiama étoile (stella), anche se ufficialmente la piazza si chiama Place Charles de Gaulle.
Saliamo in cima. Altri 284 scalini. Il sole sta effettivamente arrivando, e il cielo è azzurro. E’ la prima volta in questa vacanza parigina. Ecco la via più famosa di Parigi: Avenue des Champs-élysées.
La tour Eiffel pur vicina a noi, non si vede ancora.
La terrazza dell’arco.
Dentro l’arco c’è anche un nutritissimo negozio di souvenir.
Scendiamo. Ecco la tomba del milite ignoto che è posta proprio sotto l’arco.
Questa data mi è familiare! 4 settembre, il mio compleanno.
Finita la visita all’arco, ci buttiamo nel mondo dello shopping.
Arriviamo nuovamente da Ladurée. Dobbiamo prendere un pensiero ai nostri cari in Italia. E quale idea migliore dei più ricercati e buoni macarons di Parigi?
Ci mettiamo in fila. Eh si, c’è la fila per entrare. Che vi credevate?
Una volta dentro, scateno la mia reflex.
Oltre 8 inservienti accontentano i desideri dei golosi turisti.
Mangiare un macarons è una sensazione da provare. All’inizio il palato incontra una leggera resistenza nello schiacciare il pasticcino, ma subito dopo la superficie di meringa colorata cede e si sprigiona un sapore spaziale.
Ma Ladurée è famoso anche per altre incredibili creazioni.
Non sono pasticcini, sono gioielli.
Con l’acquolina che mi arriva alle scarpe, usciamo con la nostra borsetta di carta contenente macarons per tutti e proseguiamo. Ecco Paul, altro posto dove provare le baguette.
Il Disney store con le vetrine completamente dedicate a Frozen. Ci fosse qui l’Avril…
Dopo aver fatto tutto o quasi il vialone dei “Campi elisi”, ci dirigiamo verso il quartiere de la Defense. Siamo attirati come mosche dal grand arc, il cubone bucato in mezzo che tutti conoscono.
Ai piedi del cubone c’è il più grande mercatino di Natale di Parigi. Purtroppo non avremo tempo per vederlo.
Ci infiliamo in un mega centro commerciale lì vicino. Dobbiamo cercare alcuni regali…
Qui è pieno di schermi giganti…
Usciamo soddisfatti dal centro commerciale e si è fatto buio.
La stanchezza inizia a farsi sentire.
Ma abbiamo un’appuntamento imperdibile: lo sbrilluccichio della Tour Eiffel. Eccoci appostati vicino alle mega fontane del Trocadero. Le nuvole basse impediscono la completa visione della torre.
L’effetto magico sulla torre viene acceso ad ogni inizio d’ora quando fa buio e dura appena 5 minuti. Puntuale come un orologio svizzero, alle 18 la tour inizia il suo magico spettacolo. E’ difficile rendere l’effetto in foto ma grosso modo…
Finito l’effetto scatto ancora qualche foto al gigante di ferro.
Esausti, salutiamo la torre e ci dirigiamo in centro. E’ ora di cenare. Le vie del centro si sono svuotate. Tira anche un vento gelido ma decidiamo di andare a vedere il Louvre di notte.
Ed ecco lo spettacolo che lascia a bocca aperta.
Dopo una decina di selfie e una cena non proprio azzeccata (era l’unica volta che andavamo alla cieca), ritorniamo all’hotel distrutti e infreddoliti. Domani ci aspetta l’ultima mezza giornata parigina.
A presto per la conclusione del racconto.