La rosa Civetta e il Pelmo vulcano (2)
Con enorme ritardo causato dalle abbondanti nevicate di questi giorni e conseguenti ore di spalatura neve, eccomi a proseguire con la mia foto escursione tra il Civetta e il Pelmo.
Qui la prima parte.
Sto attendendo l’alba sul Civetta, appostato come un falco su una pista da sci con una temperatura intorno ai -10°C e un vento molto teso che mi costringe a coprirmi il più possibile. Alle 7.38 in punto, ha inizio lo spettacolo.
Un leggero bagliore rossastro inizia ad illuminare le pareti del Civetta spolverate di neve. Con l’andare dei minuti, il fenomeno si accentua.
Sulla sinistra c’è pure la luna a completare questo splendido quadretto mattutino.
Mi accorgo ben presto che le luci di un’alba su cime innevate, sono molto più preziose, delicate e belle di quelle che vedo ai tramonti in simili condizioni.
Zummo un po’ su quelle cime per cogliere ogni sfumatura.
Ore 7.45, ora il sole è più deciso e il suo bagliore sulle cime ha cambiato gradazione di colore. Osservate il vento cosa fa sulle cime.
E’ veramente uno spettacolo notevole. Mi rendo conto che accontentarsi di vederlo in foto è poca cosa e può passare solo il 30% delle emozioni che si possono vivere stando lì di persona mentre accade.
Signore e Signori, il Civetta all’alba (3200 mt), descritto come “La più bella muraglia delle Alpi” da Dino Buzzati. Per comprendere la maestosità di ciò che state osservando, fate attenzione alla grandezza degli abeti ai piedi della montagna.
Proprio dietro di me, anche un certo Monte Pelmo sta per ricevere i primi raggi di sole.
Decido di salutare il Civetta albeggiante e di iniziare a scendere verso la macchina.
Rifaccio la pista dell’andata, solo che in discesa è più difficile.
Mentre scendo tra una folata di vento gelido e l’altra, ogni tanto mi giro per ammirare il Civetta.
Anche sulla cima del Pelmo le folate sferzano allegramente le pareti dolomitiche.
Rieccomi al parcheggio. I primi sciatori stanno iniziando a popolare la zona.
Sono le 8.05. Io invece salgo in auto diretto poco distante: il paesino di Pecol, da dove partirà la mia escursione di oggi.
Una volta arrivato, mi rendo conto che qui c’è veramente tanta neve.
Una volta acquistato pane fresco e poco altro, mi dirigo verso i parcheggi delle piste da sci. Qui gli abitanti, tra il Civetta e il Pelmo, godono veramente di panorami pazzeschi.
Il mio percorso prevede una salita verso le zone alte del pianoro che costeggia il Civetta. Da là sopra attenderò il tramonto sul Pelmo per poi tornare all’auto. Per arrivare nelle zone alte, dovrò trovare un sentiero accessibile o sfruttare le piste da sci.
Cerco il sentiero 586 o 587 ma non vedo nessuna segnalazione. Allora proseguo per la larghissima pista azzurra da sci camminando a lato pista per non intralciare gli sciatori della prima ora.
Dietro di me il Pelmo sparisce poco a poco, anche se mi sto alzando di quota.
La pista da sci che sto facendo costeggia il Civetta abbastanza vicino alle sue pareti.
Eccone due o tre particolari.
Vedo alcuni smottamenti di neve. E’ normale vista la quantità assurda che ne è caduta.
Continuo la mia faticosa salita. Nonostante la mia attenzione, un po’ di segni sulla pista li lascio.
Ad un certo punto sento una motoslitta alle mie spalle. Il rumore del motore, dapprima regolare, ad un certo punto cambia e rallenta nelle mie vicinanze. Il mio cervellino si costruisce un bel film in meno di 3 millisecondi e successivamente quello che avevo immaginato si concretizza per filo e per segno. La motoslitta è una di quelle in forze ai Carabinieri in servizio sulle piste. Il carabiniere alla guida si avvicina e si ferma di fianco a me. Mi guarda e con tono deciso mi informa che non posso camminare a piedi sulle piste da sci.
Volete sapere com’è andata a finire? Vi aspetto qui per la prossima carrellata di foto.