Alla Baita Segantini (2)
Qui la prima parte.
Eccomi arrivato alla Baita Segantini. Siamo a 2174 metri (anche se l’insegna della baita indica 2200) e le pareti delle Pale slanciatissime, sono proprio ad un passo.
Il laghetto che c’è proprio di fronte alla Baita e ghiacciato ma solo un sottile strato.
Alla Baita c’è solo il gestore che sta spazzando la neve dalla terrazza esterna e liberando le vie d’accesso.
Il perché la Baita abbia esattamente questo nome lo ignoro. Ho cercato sul web ma non ho trovato nulla. Se qualcuno sa qualcosa, si faccia avanti! 🙂
Ecco il laghetto ormai alle mie spalle.
Salgo le scale che portano all’ingresso.
Poi decido di fare un giro nei dintorni. Infondo sono solo le 11 e io vorrei attendere il tramonto proprio in questa zona. Il tramonto è fra 5 ore e mezzo. Devo quindi trovare il sistema per passare il tempo, senza sprecarlo.
Primo obiettivo di giornata è salire alla Punta Rolle, che si trova poche decine di metri più su e proprio sotto il Cimon della Pala. Seguo questa traccia lasciata pochi minuti prima da uno scialpinista.
Lascio il gestore del rifugio al suo lavoro con la pala.
E girata la curva, ecco il sentiero che devo fare. Ora farò veramente da apripista.
Le neve è alta grosso modo 38-40 cm e avanzo senza fretta.
Dietro di me vedo il Mulaz.
La Baita Segantini che si allontana.
Le cime delle Pale che si avvicinano.
Guardate che spettacolo!
Salgo ancora.
Ad un certo punto ho l’impressione di essere sull’Everest, nel senso che avanzo in neve fresca su una specie di cresta.
Sbuco su un pianoro. Ecco là in fondo il Colbricon.
Sotto di me il Passo Rolle.
Decido di proseguire fino a quella vetta. Voglio vedere San Martino di Castrozza da qui e il resto delle Pale che non riesco a vedere.
Zummo sulla cima del Cimon della Pala.
Trovo altre impronte di sci e le seguo fino alla vetta.
Ci siamo quasi.
Arrivo sulla Punta Rolle. Qui non è ancora stato nessuno se non un animale di piccola taglia.
Mi guardo indietro.
E poi volgo lo sguardo in basso, oltre 500 metri più in basso.
Ecco San Martino là in fondo.
Alla mia sinistra, gli aspri pendii delle Pale.
Mi godo un po’ il panorama e decido la mia prossima meta. Ora mi dirigerò proprio sotto la parete del Cimone, in quella sella laggiù, per trovare altri scorci fotografici interessanti.
Abbandono la cresta nevosa e scendo.
Arrivato quasi in zona, vedo avanzare da sotto una nube bianca.
Con una velocità inaudita, la nube che sembrava una piccola massa bianca, sale vertiginosamente e avvolge tutto.
E io sono proprio nel mezzo. Sto per essere avvolto completamente!
Meglio stare fermi e attendere il passaggio della nube, prima di finire in posti strani!
Dopo due minuti circa, ecco che forse qualcosa sta nuovamente cambiando.
La mia testa esce dalla nebbia e avviene un magico evento.
Che naturalmente non mi lascio sfuggire. Le nuvole corrono veloci sotto al Cimone salendo dal Passo verso la Val Travignolo. E’ fantastico. Questo momento avrei potuto immortalarlo meglio con un time-lapse.
Ancora pochi secondi, e finisce tutto.
Posso riprendere il mio cammino verso la selletta. Nel frattempo immortalo particolari delle immense pareti che ho davanti agli occhi.
Ecco la mia scia. Prima ero su quella cresta a destra.
Salgo ancora su una cimetta innevata e immacolata. Mi spiace quasi rovinarla.
Quella là sotto è la Val Venegia, molto frequentata anche dal sottoscritto.
Si riscende verso la Baita Segantini!
Qui non esistono sentieri. Si va ad istinto, tanto di pericoli non ce ne sono.
Un particolare del Mulaz. Ho fatto anche questa cima, appena venuto ad abitare in Trentino. Dev’essere stato intorno al 2000 circa.
Rieccomi alla Segantini, dove scopro che il gestore si è dato da fare col piccolo gatto delle nevi nei dintorni della Baita e sulla strada che porta qui. Meglio, farò meno fatica a tornare indietro!
Sono le 12 in punto. Potrei anche fermarmi a mangiare, ma voglio appostarmi in un posto panoramico. Decido di salire sulla Costazza, una collinetta la cui sommità è a 2280 metri. Questa collinetta è proprio di fianco alla Baita Segantini.
Ecco il sentiero per arrivarci. Alè, altro allenamento per le mie gambe.
Sotto di me vedo i tornanti che salgono dalla Val Venegia alla Baita Segantini.
Ecco il fondo della Val Venegia.
Davanti a me sbuca all’improvviso il Castelaz.
Guardate cosa sono questo gruppo di guglie sulle Pale.
Salgo sempre più in alto e sempre in neve fresca.
La vista da qui è pazzesca! Quella là in fondo è la Baita Segantini.
E mò, beccatevi sta panoramica ingrandibile!
A presto per la parte finale del racconto!