Lavaredo! (4)
Qui la prima parte, qui la seconda, qui la terza.
Sono le 18.40 e sono in attesa del tramonto sulle Tre cime di Lavaredo nei pressi del Rifugio Locatelli.
Alla mia destra, il Monte Paterno è già invece ampiamente scaldato dai bassi raggi del sole, proprio perché le sue pareti volgono a ovest.
Nell’attesa ne approfitto per fare un ritratto fotografico distintamente alle Tre cime. Ecco la Cima Piccola.
Cima Grande.
E Cima Ovest.
Nel frattempo, la temperatura sta letteralmente precipitando. Mi infilo i guanti, la giacca e lo scaldacollo. A tratti mi sento nei campi di grano de “Il Gladiatore”. Il sole scalda tutto col suo colore ambrato, il silenzio accentua questo momento magico. Sono solo con la natura.
Mi sdraio per terra e scatto.
Il sole è quasi scomparso alla mia vista.
Ma non sulle Cime.
La Torre di Toblin dietro di me, da spettacolo.
Le Tre Cime di Lavaredo arrivano al loro massimo potenziale “tramontistico”, parola che non esiste ma che rende bene l’idea.
Una bella panoramica scattata alle 19 in punto. Il Paterno sulla sinistra, le Tre Cime di fronte.
Prima di sparire il sole mi regala delicate sfumature di luce.
Poi arriva l’oscurità e con essa un gelo che non mi aspettavo. Alla fine di tutto ciò ho una certezza: preferisco nettamente i tramonti dolomitici invernali. Molto più suggestivi, ricchi di colore e di phatos. Mi dirigo verso il Locatelli, perché ora c’è in programma una cena solitaria all’aperto con vista sulle Cime.
Penso non mi sia mai capitato di stare ancora camminando a 2400 metri sui sentieri mentre cala la notte. E’ una strana sensazione.
Il rifugio si è svuotato, sono rimasti solo gli escursionisti che si fermeranno per la notte ma sono rintanati dentro al calduccio. Non so che temperatura ci sia, ma presumo viaggi intorno ai 4-5 gradi.
Io con calma, apparecchio la mia tavola fuori dal rifugio e mangio i miei ottimi tramezzini, preparati dalla Moma.
Da dove sono vedo il Paterno con le sue bellissime punte aguzze.
E le tre Cime che si apprestano ad andare a dormire.
Ormai del sole non rimane che un timido rossore all’orizzonte. Ci vediamo domani mattina bello! Dall’altra parte della terra!
Mentre mangio vedo comparire la prima stella. E’ Venere che è luminosa come un faro.
Finisco di mangiare e inizio la sessione notturna di fotografia. Alle mie spalle un gruppetto di alpinisti sta scendendo da un sentiero aiutato dalle frontali (le lampade che si fissano in fronte).
Io sono a meno di 50 metri dal rifugio, in una zona dove le luci che filtrano dalle finestre non mi diano fastidio. Il freddo è magicamente scomparso. Sarà che sono tutto preso da quello che sto facendo? Dal fatto che ho davanti a me una notte stellata fantastica e che tra poco vedrò sorgere la luna? Può essere.
Mi allontano ancora un po’ dal rifugio. Mi aiuto con la pila che mi sono portato da casa, anche se dopo un po’ i miei occhi si sono abituati alla luce fioca della notte e ci vedo abbastanza bene anche senza aiuto.
In cielo iniziano a comparire migliaia di stelle. Dietro di me individuo il grande carro.
Alle 20.41, fa il suo ingresso miss Luna! Sorge proprio a lato del Locatelli e illumina tutto a giorno.
La notte, nonostante l’arrivo della luna, inizia a dare i suoi frutti. I tre spettri di Lavaredo incorniciano un accenno di Via Lattea.
Inizio a fare esperimenti fotografici. Allungo i tempi di scatto fino a oltre i 30 secondi a 1600 ISO. Il risultato è la zona illuminata a giorno dalla Luna. Laggiù vedo la Croda Rossa anche se a occhio nudo non vedo proprio nulla.
Faccio un po’ lo scemo con la pila.
Poi torno serio per immortalare questa coperta di stelle.
Provo ad immortalarmi ma non è semplice stare fermo 20 secondi.
Starei qui tutta la notte ma ora devo rientrare perché ho assoluta necessità di ricaricare il mio iPhone che 30 minuti fa era al 39%. Sono stato bravo a conservare la batteria per tutto il giorno dalle 9 di questa mattina fino ad ora. Ma se voglio andar via tranquillo anche domani, ho bisogno di collegare l’iPhone ad una presa di corrente per almeno un’ora. Entro nel rifugio.
Ci sono ancora persone ai tavoli che chiacchierano ma c’è aria di smobilitazione. Mi avvicino al bancone e chiedo di poter collegare l’iPhone ad una presa della corrente (via mail mi era stato detto che sarebbe stato possibile farlo). La tipa mi dice che tra 10 minuti si spegne tutto perché staccano il generatore. … Mi cascano le braccia. Prendo l’iPhone dal marsupio per vedere quanta carica mi rimane e con orrore scopro che si è spento. Evidentemente il freddo l’ha messo ko mangiandosi il 39% di carica che era rimasta.
Sono nella cacca, perché non so come svegliarmi domani mattina e non so come chiamare a casa. Non mi rimane che togliermi gli scarponi e salire a dormire. Sono le 22.01.
Arrivo nello stanzone grande e trovo tutto spento. Qui dormono già tutti e io sono completamente vestito, con uno zainone enorme da sistemare e non vedo nulla perché l’iPhone è morto.
Come finirà questa nottata?
A presto per l’ultima puntata.