La furia delle acque
Anche qui in Val di Fiemme, come in tutto il Nord Italia, ha piovuto molto nelle ultime ore. Proprio ora mentre vi scrivo sta comparendo un timido sole e il cielo si sta schiarendo. Dicevo che ha piovuto veramente tanto e il risultato è torrenti in piena, allerta della Protezione civile con alcuni corsi d’acqua sotto osservazione, ma per fortuna niente esondazioni o smottamenti. Qui in valle abbiamo il bosco (e che bosco! 60 milioni di alberi), che ancora una volta si dimostra amico dell’uomo, proteggendoci dalle frane. Sono stato poco fa a dare un occhio all’Avisio e anche alla cascata di Cavalese. Ecco cosa ho documentato. Qui siamo sulla fondovalle che porta a Ora. Acque limacciose e molto incazzate.
Percorrendo la bellissima ciclabile che scorre lungo l’Avisio, arrivo in altro luogo.
Il bosco è pazzescamente “nuovo”, nel senso che ogni fogliolina che mi circonda è uscita da meno di 20 giorni e si vede. Oltre alla mega rinfrescata dovuta alla pioggia, sento un profumo di natura moltiplicato per mille.
Eccomi sulle rive del fiume che in molti punti si è allargato spontaneamente.
Qui c’è un ansa naturale con vortice incorporato.
Anche i piccoli ruscelletti sono colmi tanto da esondare dal loro piccolo letto.
Cadere ora in queste acque equivarrebbe a morire annegati quasi all’istante.
Con una foto con tempi leggermente lunghi, potete immaginare la velocità con cui scorreva l’acqua in questo punto.
Qui sono alla confluenza di un torrente minore con l’Avisio. Da questo punto in poi il fiume scorrerà in giù per quasi 900 metri per poi arrivare in Val d’Adige ed immettersi nell’omonimo fiume.
Ma eccomi alla cascata di Cavalese, anch’essa molto molto arrabbiata.
Mi sono avvicinato più che potevo al punto d’impatto della cascata. Qui il fragore era assordante, e c’era uno spostamento d’aria molto potente, senza contare che ci si lavava all’istante.
Forse con questo video in HD vi divertirete di più ad osservare la cascata.
Forte eh!? Tra tutti gli elementi, forse l’acqua è quello che non puoi veramente fermare.
E nel frattempo le Pale di San Martino sono di nuovo bianche. C’è bisogno che vi ricordi che siamo oltre la metà di maggio?