In Val Venegia sotto la neve (2)
Qui la prima parte.
Finito il pranzo, consiglio al gruppo di muoversi velocemente. Siamo un po’ sudati e il rischio è di raffreddarsi velocemente. Inoltre siamo in una zona ventosa, una delle poche della giornata. Abbandoniamo quindi la Malga Venegiotta che ci ha “ospitato” e ci incamminiamo verso la parte alta della Val Venegia.
Sono le 13,30 e sta nevicando da ormai 6 ore. Il manto nevoso caduto oggi è ormai consistente e si fa sempre più fatica a proseguire, anche perché da qui in poi sono pochissime se non nulle le tracce da seguire.
Ci addentriamo in un tratto boschivo.
Guardate questo ponticello com’è sommerso di neve!
Intorno a noi è tutto ovattato. Si sentono solo i nostri passi che sbuffano nella neve fresca e farinosa e le nostre chiacchiere colorate. Anche se da qualche tempo le parole sono diminuite. La strada si è fatta più in salita e la neve alta crea attrito. Insomma, si fa fatica.
La neve sugli alberi spogli, è come il borotalco. E ad un certo punto il vento lo fa volare ovunque.
Abbassiamo la testa e attendiamo che smetta questa bufera improvvisata.
Si riprende a marciare.
Attendiamo le due ritardatarie e poi filiamo in direzione Baita Segantini.
Ormai siamo sul pianoro di fianco alle Pale di San Martino. Loro sono qui a meno di 500 metri da noi, ma per colpa della nebbia, non vediamo nulla. Nei grandi massi presenti in zona, si può vedere tutto l’accumulo nevoso dei giorni scorsi.
Ormai è palese che la nevicata in atto non smetterà a metà pomeriggio come prometteva il meteo. Ci riposiamo di tanto in tanto e poi si riprende.
La difficoltà ora è capire dov’è il sentiero. Io guido il gruppo e sento quando esco dal sentiero perché la ciaspola sprofonda di 40-50 cm. Quando invece sprofonda di soli 20-30 cm, so di essere sulla strada giusta. Iniziamo a pensare di non riuscire ad arrivare alla Segantini. Mancano ancora 2,5 km e 234 metri di dislivello. Troppi in queste condizioni. E poi il tempo stringe. Tra solo due ore sarà buio.
Il gruppo si snocciola. La fatica si fa sentire.
Iniziamo i tornanti che salgono alla Segantini ma dobbiamo completamente inventarci il percorso. Il sentiero è perso.
Ormai siamo uno molto lontano dall’altro.
Poi il gruppetto di testa si ferma e dopo un veloce conciliabolo prendiamo la decisione (saggia) di tornare indietro. Sono le 15.05.
Strada facendo recuperiamo quelli che erano rimasti indietro, felici del nostro dietro-front.
Gli ultimi tre del gruppo stanno tramando qualcosa.
Dopo esserci avvicinati, scopriamo che è in atto una distribuzione estemporanea di tè bollente. I visi si fanno più distesi e rilassati, anche se continua a nevicare molto.
Si riparte. Non possiamo indugiare troppo.
Mi sa che stanotte sognerò neve, neve e ancora neve.
Lì ci sarebbero le Pale. Purtroppo si può solo lavorare di immaginazione.
Eccomi, in un autoscatto un po’ maldestro.
Le orme che abbiamo fatto all’andata sono quasi scomparse da quanto nevica!
Addentrarsi in mezzo al bosco, vuol dire sprofondare fino al petto nella neve fresca.
Si ripercorre la strada fatta stamattina.
Fermandoci di tanto in tanto ad ammirare il panorama. Per chi viene dalla città è uno spettacolo a cui non ci si abitua mai.
Dopo oltre 10 km di camminata e 7 ore sotto una fitta nevicata, eccoci arrivati in zona malga Venegia, dove i miei compagni di avventura ceneranno al calduccio.
E’ il momento della foto di gruppo!
Ed io, dopo aver salutato il gruppo ed essermi incamminato verso la macchina, arrivo al parcheggio che è praticamente notte. L’auto è ibernata e ricoperta di neve, ma in pochi minuti sono pronto a partire verso casa.
Il ritorno a valle sarà tranquillo grazie alle catene ancora montate.
E finisce qui questo ennesimo photoshooting che però aveva la particolarità di essersi svolto tutto sotto la neve. Solitamente rinvio sempre le giornate di foto con condizioni meteo non belle, ma oggi qualche spunto interessante lo si è colto. Peccato non aver visto spuntare il sole a fine giornata. Sarebbe stato indimenticabile. Ve lo assicuro. Alla prossima, gente!