40° Marcialonga 2013 (1)
Come ogni anno, ho seguito fin dall’alba questa coinvolgente competizione sportiva a metà tra l’agonismo estremo e il folklore casereccio. Quest’anno, record di iscritti con 7500 partenti. Tra questi, anche mio fratello che ho accompagnato alla partenza. Mi sono recato nella piana di Moena alle 7 del mattino, quando ancora il sole non era sorto e i gradi erano molto vicini al -10°. Più che altro c’era il solito venticello che spirava da Canazei e che ti gelava ogni anfratto del corpo. Eccomi al parcheggio. Manca più di un’ora alla partenza, eppure qui c’è già tanta tanta gente.
La zona della partenza.
Le griglie dei bisonti, ancora semi-deserte.
Da queste postazioni partiranno i primissimi, le star, i campioni.
La neve è dura e compatta. Oggi difficilmente i concorrenti troveranno piste spappolate e binari inesistenti. Forse sarà anche una pista veloce.
Eccomi allo striscione di partenza. Qui un sistema automatizzato rileva il passaggio del chip che è inserito in ogni pettorale.
La partenza è detta in real time, quini è inutile accalcarsi per partire davanti agli altri, il tempo per ogni concorrente, parte solo ed esclusivamente quando lo stesso concorrente oltrepassa la riga di partenza, non prima. Comodo, no?
Sono le 7.32, ed inizia ad albeggiare.
La brezza gelida continua a martellare. I gradi percepiti saranno sicuramente sotto i -12°. I concorrenti che lo possono fare, si scaldano corricchiando.
Mi allontano e salgo sulla collinetta innevata. Da qui domino tutta la piana di Moena, zona di partenza ormai fissa della Marcialonga.
I pullman che sono giunti qui e quelli che stanno arrivando, non si contano.
Le griglie si stanno popolando piano piano. Fa freddo e tutti non vedono l’ora di partire e scaricare tutta l’adrenalina che hanno in corpo.
E’ tutto pronto per la partenza, la concentrazione è massima.
Ore 8.15. Pronti…
Viaaa!!!
In un attimo, il primo gruppo se n’è andato.
A prestissimo per la parte finale della 40° Marcialonga!