Sulla vetta della Tofana di Rozes (1)
Finalmente ho due ore di tempo per postare la mia ultima escursione fatta sui sentieri dolomitici. Eccovela.
Sono le 6 del mattino. Guardo ad est dalla mia finestra in soggiorno e vedo questo.
Le Pale di San Martino sono circondate da un leggero rossore: è l’alba di una nuova e assolatissima giornata che mi vedrà nuovamente tra i monti. Riempio lo zaino con le solite cose e sono pronto a partire. Con me questa volta c’è pure Marco, così dividerò la fatica con lui. Dopo due ore di viaggio relativamente tranquillo e senza traffico, arriviamo al Passo Falzarego.
Il parcheggio che utilizzo spesso e che solitamente è quasi deserto, oggi è bello pieno. Già da sopra il tettuccio della mia auto vedo lei, la Tofana di Rozes. E’ la che ci aspetta con una piccola nuvoletta attaccata alla sua parete sud. La prima parte del nostro percorso prevede l’attraversamento di un bosco e noi siamo felici, visto che sono le nove della mattina a 2000 metri e le temperature sono piuttosto caldine.
Oggi torneremo a casa ustionati in faccia e anche sulle gambe, anche perché il percorso è per 85% tutto al sole. Finito il bosco saliamo per una strada sterrata. Alla nostra destra si vedono l’Averau, il Nuvolao e il Cinque dita. Il cielo è completamente sgombro da nubi. Fantastico!
Proseguiamo. La nostra direzione è il Rifugio Giussani.
Per raggiungerlo dovremo passare sotto la parete sud della Tofana di Rozes e percorrerla tutta nelle sua lunghezza. Nel frattempo la ammiriamo da lontano.
In giro non c’è ancora molta gente ma durante il giorno ogni sentiero si riempirà non poco. Ti credo, con una giornata del genere sarebbe un delitto rimanere in albergo!
Questo masso mi sa che aspetta qualcuno. Speriamo non noi!
Eccoci al nostro primo bivio. Quando ho circumnavigato la Tofana in ottobre, ho scelto di fare il sentiero basso per arrivare al rifugio Giussani. Ora invece, decido con Marco che faremo il sentiero alto, quello che quasi tocca la parete della Tofana.
Eccoci arrivati alla Forcella Col dei Bòs.
Ora inizia il costeggiamento della parete di roccia, sempre su comodo sentiero, anche se in decisa salita.
Qui la roccia è ruvida come la carta vetra. Non auguro a nessuno di sbatterci un ginocchio o peggio ancora la faccia.
Dietro di me le guglie del lagazuoi.
Un particolare della parete sud della Tofana. E’ bucata come il groviera, frutto del lavoro dei soldati durante la Prima guerra mondiale.
Ora siamo intorno ai 2300 metri. Alla nostra destra vedo già un discreto precipizio, ma non è nulla confronto a quello che vedrò vicino alla vetta della Tofana.
Alla nostra sinistra notiamo l’attacco della Ferrata Lipella, con uno spettacolare ingresso in grotta attraverso scalini.
Questa invece è sua Maestà la Tofana di Rozes, vista da sotto.
Alcuni turisti ammirano il Lagazuoi.
Noi proseguiamo per il nostro sentiero. Si suda già, e non poco.
Mentre cammino, osservo la parete della Tofana nei suoi minimi particolari.
Buffamente l’unica nuvola bianca e innocua presente in cielo è aggrappata alla parete sopra di me!
Ecco Marco, con qualche problema alla testa, visto che il cappello per proteggersi dal sole è rimasto a casa.
I turisti in giro, aumentano sempre più.
Ore 10.40: arriviamo a vedere il sentiero che ci porterà su, lungo il ghiaione e poi al rifugio Giussani. Da lì partirà il sentiero vero e proprio per arrivare alla vetta.
Alcune fioriture estive. Oggi incontrerò pochissima vegetazione e molte moltissime pietre.
Il sentiero si avvicina alla parete…
… e la tentazione di andare a toccarla è irresistibile.
Che imponenza!
Aiuto, attacco in massa di turisti ad ore 12!
Ora siamo nel Vallon de Tofana, che ci porterà al rifugio Giussani. Sopra di noi le magnifiche guglie dolomitiche.
Sul sentiero, tante piccole formichine salgono diligenti.
Questo è il tratto in cui ho sudato maggiormente. Non quello dove ho fatto più fatica, però.
Eccoci quasi alla fine del vallone sassoso. Qui il sole oggi è spietato.
I pochi fiori presenti in quota.
Da dove sono ora, posso vedere la croce di vetta!
Siamo arrivati stanchi ed accaldati, al villaggio militare abbandonato, che comprende anche l’ex Rifugio Cantore.
E proprio dalla terrazza del rifugio vedo la mega paretona nord della Tofana che ci attende.