Alla conquista del Sass da Putia (2)

Agosto 13, 2012 0 Di Momo

Qui la prima puntata. 

Continuo a salire verso la vetta del Sass da Putia percorrendo la facile ferrata che la precede. In totale saranno 10-15 minuti di ferrata, non di più.  La fatica è pari a zero, il divertimento è massimo. L’unico inconveniente sono un po’ le mani che dolgono a forza di stringere il cavo d’acciaio. Ci vorrebbero un paio di guantini. 

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Mi diverto a fotografare le persone che mi precedono e quelle che mi anticipano, visto che nessuno può fotografare me.

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 Alcune immagini sono molto spettacolari, ma vi assicuro che è tutta scena!

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L’attacco della ferrata è là sotto. In pochissimo tempo mi sono alzato di parecchio. 

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 Non dovrebbe mancare ancora molto alla fine della ferrata. 

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 E infatti finisce ben presto e percorsi altri 100 metri di sentiero sassoso, ecco la croce di vetta!!

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Ci siamo, ragazzi!

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2875 metri raggiunti e conquistati. Non che siano il K2, ma son sempre soddisfazioni, no?

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Mi avvicino al libro di vetta. 

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 Per chi non lo sapesse, è usanza firmare il libro di vetta almeno la prima volta che si conquista una cima. Ogni montagna seria ne ha uno.

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Scrittura da gallina, ma la posizione era scomodissima. 

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Fotografo le baite sui prati sottostanti. Tra me e quelle baite ci sono più di 700 metri di salto. 

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Con l’autoscatto abbozzo una inquadratura che mi riesce a metà. Ci si accontenta. 

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In vetta c’è chi medita…

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…chi pranza in famiglia…

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… e chi si gode il panorama. 

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Sono le 12.42, è tempo di mangiare, ma io sono solito pranzare a valle, mai in vetta. Quindi mi armo di buona volontà e mi preparo a scendere. Devo raggiungere quelle baitine lì sotto. 

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La seconda cima del Sass da Putia, vista dalla vetta ufficiale. 

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Un ultimo sguardo alla Odle dall’alto

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E torno giù. Arrivederci Sass da Putia!

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Ripercorro la ferrata. Devo dire che la disesa in ferrata è sempre un po’ più complessa: fune bassa, appigli non ben visibili. L’ideale è andare all’indietro, molti passaggi si risolvono da soli. 

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La biondina vestita in rosso porpora ha provato la ferrata per una decina di metri, poi aiutata dai suoi amici e alquanto terrorizzata, è tornata indietro non senza difficoltà. 

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Beh, dai il sole mi ha tenuto compagnia per tutta la salita e discesa della ferrata. E’ già qualcosa no?

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Chissà com’è che a scendere ci si impiega la metà del tempo. Però le gambe non è che facciano meno male: bisogna frenare il peso del corpo ad ogni passo. Le ginocchia non festeggiano. 

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Uella, sua maestà la Stella alpina! 

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E altre violacee fioriture. 

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Son quasi giunto ai pratoni. 

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Rieccomi alla forcella Putia. Che casino!

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Proseguo in cerca di un praticello tranquillo dove mangiare. Davanti a me il Sass dla Crusc che domina Badia. 

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ma dietro di me… Ci risiamo, nuvole. E che nuvole!

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I colori si spengono nuovamente e tutto è più grigio. 

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Trovo una baita con piccolo laghetto accanto e ruscelletto annesso. Mi sembra un buon posto per pranzare. 

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Mi sparo un bel paninaro con speck e mi riposo un po’. 

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Dopo 5 minuti sento cadere delle gocce d’acqua. Ma porc…

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Dura poco, per fortuna, ma devo sbrigarmi. Ho ancora da fare molta strada. Riparto per la stessa stradina percorsa questa mattina. 

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Ecco il Sass da Putia ingrigito. 

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La situazione peggiore dal punto di vista nuvole è dietro di me. 

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Sulle Odle là sulla sinistra, vedo già acquazzoni in atto.

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Ecco, appunto: piove anche sopra la mia testa. Estraggo il poncio che ho nello zaino: perlomeno io, lo zaino e la digitale saranno all’asciutto. 

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Diluvia! Con la macchina fotografica da dentro il poncio faccio qualche scatto. Si alza pure il vento. Com’è che doveva essere il tempo oggi? Tutto sereno con qualche addensamento nel pomeriggio??? Grrrr!!

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Tempo10 minuti e smette di piovere. Si calma il vento e davanti a me vedo il sereno. 

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E’ il bello della montagna: nel giro di 5 minuti può cambiare tutto, sia in meglio che in peggio. Scendo per pratoni bagnati.

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Ora esce pure un timido solino. Ecco il Sass da Putia appena conquistato. Meno male che non ero in ferrata con la pioggia. Le rocce possono diventare scivolose e ci si può far male. 

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Assurdo! E’ di nuovo estate. 

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A passo spedito viaggio verso la macchina. Ora oltre che il poncio, mi son tolto anche il pile. Fa di nuovo un gran caldo. Il Sass dla Crusc mi guarda da lontano. 

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Che senso di pace che trasmettono questi luoghi. 

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Sono le 16.32 e arrivo all’auto. L’escursione è finita. In totale ho percorso 17 km con un dislivello di circa 1170 metri. Ecco il dettaglio di sola andata.


Itinerario ciclabile 1766627 – powered by Wandermap 

E qui alcune inquadrature del Sass da Putia estrapolate da RealityMapsViewer con segnato in rosso la strada percorsa da me. 

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Una vista dall’alto.

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E una da est. 

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Insomma, questa escursione non ha riservato molti spunti fotografici. Le foto che vi ho pubblicato sono perlopiù di supporto al racconto. Mi sto accorgendo col passare degli anni che circumnavigare i monti, piuttosto che salirci in vetta, mi permette di raccogliere immagini molto più suggestive e interessanti. Comunque mi son divertito ugualmente. Alla prossima straordinaria avventura sulle Dolomiti. E vi assicuro che arriverà velocemente e sarà un bel 3000 piuttosto famoso. A presto.