Lavoretti agostani
Buongiorno gente e buon lunedì a tutti! Come ve la passate? Io sono ufficialmente in vacanza. In queste 3 settimane di tempo che ho, cercherò di fare tante cose tra cui: escursioni sulle Dolomiti (ne ho in mente almeno tre), appuntamenti mondani in giro per la valle e per il Trentino, lavori che da molto rimando per mancanza di tempo. Il week end appena passato, l’ho utilizzato in parte proprio per uno di questi lavori. Il problema era questo:
Siamo all’ingresso di casa mia, dove il vialetto di ingresso ha subito un assestamento piuttosto importante con conseguente formazione di una crepa e relativo scalino. In questo punto ci passiamo tantissime volte al giorno e il rischio di inciampare era concreto. Siccome ora c’è in giro anche una piccola bimba (la mia amatissima Avril), non vorrei mai che qualcuno inciampasse con lei in braccio cadendo rovinosamente a terra.
L’idea di partenza era quella di sollevare uno ad uno tutti i cubetti della zona interessata per poi riposizionarli. La zona affossata era ampia e avevo già calcolato di rimuovere molti cubetti.
Però si sa che tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo una valanga di imprevisti che complicano la vita. Infatti inizio a rimuovere il primo cubetto di finto porfido (si perché i simpatici costruttori della casa, hanno optato per cubetti in cemento che hanno gli ultimi 2 cm fatti in polvere di porfido, giusto per risparmiare un po’ e complicare la vita a me) e mi accorgo che il cemento tra un cubetto e l’altro non ha molta voglia di venire via senza prima aver scheggiato lo stesso cubetto.
Anche con tutta l’attenzione del caso, tolgo il primo cubetto rovinandolo un bel po’. Fortunatamente ho una quindicina di cubetti di scorta, ma così non posso andare avanti. Mi dico che i prossimi sarà più semplice toglierli, visto che ho più spazio di manovra e vado avanti per la mia strada.
Ne scheggio un altro e uno lo salvo.
Vado avanti ancora. Gli scheggiati aumentano.
Tolgo una discreta parte di cubetti aiutandomi anche con una nuova tecnica: svuoto la parte sottostante il cubetto composta da quei piccoli sassolini e uso un pezzo di legno per staccare con più delicatezza il cubetto dal cemento della fuga, visto che usare la mazzetta e lo scalpello risulta deleterio.
La tecnica non funziona sempre. Alla fine tolgo una quindicina di cubetti e decido di fermarmi.
Per evitare di spaccare troppi cubetti, cercherò di riportare la superficie in piano utilizzando lo spazio creato finora per appianare lo scalino che si era creato. Dovrei farcela. Per il cordolo a bordo vialetto invece, non c’è nulla da fare. Rimarrà li così. Rimuoverlo vorrebbe dire spaccarlo tutto. E non possiedo ricambio. Inizio con il sistemare il piano sotto i cubetti. Aggiungo altra sabbia grossa per rialzare il tutto.
Già che ci sono tolgo altro cemento crepato che vedo nelle vicinanze. Sistemerò anche questo anti estetico problema. Sapete no, che sono un precisino dell’estetica!
Rimpiazzo i cubetti scheggiati con altri nuovi e pulisco quelli rimasti integri dal cemento che avevano attaccato. Inizio così a riposizionare i cubetti non senza fatica. Ritrovare gli incastri giusti non è semplice.
Mi aiuto con una staggia di legno per verificare i piani e cerco di pressare abbondantemente i cubetti con il pezzo di legno usato in precedenza. Questo dovrebbe garantire che si ricrei nuovamente una situazione di assestamento e conseguente crepa.
Finalmente, dopo alcune ore di lavoro, posiziono tutti i nuovi cubetti.
Il dislivello non c’è più, tranne nel cordolo laterale, ma lì non inciamperà mai nessuno.
A questo punto non resta che preparare del cemento misto a sabbia al quarzo molto liquido e far colare il tutto dentro le fessure. In questi passaggio mi son scordato di fare delle foto, ma potete sempre vedere il risultato finale.
Dopo aver colato il cemento, l’ho fatto asciugare per una mezz’ora per poi asportare la parte in eccedenza con una spugna bagnata, anche per evitare che i cubetti rimanessero irrimediabilmente sporchi di cemento.
Bene, anche questa è fatta!