Titanic. 100 anni in fondo all’oceano.
E’ paradossale che quello che era considerato il transatlantico più sicuro al mondo, giaccia da 100 anni a più di 3700 metri di profondità sui fondali completamente bui e fangosi dell’Oceano Atlantico del nord. Ed è altrettanto sorprendente che ancora oggi si parli così alacremente di questo affondamento catastrofico. Il Titanic (epico anche il nome scelto per la nave), è entrato a pieno titolo nelle leggende viventi della storia dell’umanità e tra 4 giorni, cadrà il centenario della sua fine. Percorriamo con immagini e notizie la storia (purtroppo molto breve) di questa meravigliosa nave. Il post penso sia molto esaustivo, soprattutto a livello di immagini. Mi scuso per le eventuali inesattezze riportate.
Questa avventura ha inizio per merito o per colpa della concorrenza agguerrita tra due compagnie navali britanniche. Nel 1906, la Cunard line inaugurò i lussuosi e grandiosi transatlantici gemelli Lusitania e Mauretania suscitando scalpore. La White star line che operava con i suoi piroscafi proprio nelle stesse rotte della Cunard line, decise allora di varare il grandioso progetto Olympic Class, che prevedeva la costruzione di tre mega transatlantici gemelli ancor più grandi, veloci e lussuosi di quelli della Cunard.
Partì così la costruzione dell’Olympic, del Britannic e del Titanic, con interni e meccanica del tutto simili tra loro. Se analizziamo oggi il risultato di questo progetto, potremmo tranquillamente affermare che si sia trattato di un vero e completo disastro: l’Olympic fu varato per primo, nel 1910 e demolito nel 1935 dopo svariate peripezie navali. Il Titanic fu varato nel 1911 e affondato da un iceberg nel suo viaggio inaugurale un anno dopo. E il Britannic fu varato nel 1914 e affondato da una mina due anni dopo.
Ma torniamo al Titanic. La mega star dei mari fu costruita a Belfast in esattamente tre anni: 31 marzo 1909, 31 marzo 1912. Qui vediamo le centinaia di operai che presero parte alla sua immensa costruzione. Sullo sfondo, il Titanic che cresce. E’ il 1910.
La nave alla fine farà registrare numeri da record: 269 metri di lunghezza, 28 metri di larghezza e 52 metri d’altezza. Velocità: 23 nodi (circa 43 kmh). Capacità di carico: 3547 persone. Per capire meglio la portata del mezzo di trasporto, ecco il confronto grafico (in spagnolo) con un altro gigante sfortunato dei mari dei nostri giorni: il Concordia della Costa Crociere.
Alcune rare immagini della costruzione del Titanic nel cantiere navale di Belfast.
Siamo agli inizi del 1909. La costruzione del Titanic comincia da qui.
Due delle tre gemelle in fase di costruzione: il Titanic (a sinistra) e l’Olympic (a destra).
Dopo due anni di lavorazione, il Titanic entra in acqua per la prima volta.
Il transatlantico lascia il cantiere navale per passare alla fase successiva di costruzione degli interni.
Ecco la nave in acqua ma ancora da completare.
Gli interni.
L’allestimento di bordo comprendeva tra l’altro una piscina coperta di metri 9×4 nel ponte D su modello dell’Olympic (per la prima volta su una nave), una palestra, un bagno turco e un campo di squash. Le cabine di prima classe erano rifinite con la massima sfarzosità. C’erano 34 suites, ognuna delle quali dotata di soggiorno, sala di lettura e sala da fumo; ogni suite era arredata in stile diverso. Erano disponibili tre ascensori per la prima classe e, come novità, un ascensore anche per la seconda classe. La terza classe valeva la seconda sulle altre navi, ed era decorata con legno di pino verniciato di bianco, pareti smaltate e sedie di teak. Nel ristorante di terza classe era collocato un pianoforte.
La locandina pubblicitaria della nave.
Il Titanic è quasi pronto per il varo.
Dopo un totale di tre anni, il 31 marzo 1912, il Titanic viene consegnato dall’armatore. Alla consegna il transatlantico costò circa 7 milioni di dollari (400 milioni di dollari odierni). La propulsione era a vapore (era un piroscafo, a differenza delle successive imbarcazioni – definite motonavi – dotate di motori diesel), con quattro cilindri contrapposti invertibili a triplice espansione (macchine alternative) più una turbina Parson a bassa pressione. Le macchine alternative del Titanic e dell’Olympic restano le più grandi mai costruite, occupavano quattro piani in altezza sviluppando quasi 38 MW (51.000 CV) di potenza e muovevano le due eliche laterali. La turbina muoveva la sola elica centrale.
Le 29 caldaie, aventi un diametro di 5 metri ciascuna, erano in grado di bruciare circa 728 tonnellate di carbone al giorno.
Solamente tre dei quattro fumaioli erano funzionanti, il quarto aveva solo la funzione di presa d’aria e fu aggiunto per rendere la figura della nave più imponente; erano dipinti in giallo e nero, come voleva la tradizione della White Star, mentre il rosso era il colore della Cunard.
Ed ecco il Titanic in tutto il suo splendore (immagine ingrandibile) dirigersi verso il porto di Southampton da dove inizierà la sua prima ed ultima traversata oceanica.
Il capitano Edward John Smith che per il viaggio inaugurale fino a New York, comandava la nave. Per lui, il viaggio del nuovo transatlantico costituiva l’ultimo comando prima del pensionamento, e rappresentava il coronamento di una lunga e brillante carriera durata oltre 40 anni.
Il biglietto di sola andata per New York, in prima classe, costava 3.100 dollari dell’epoca (circa 70.000 dollari odierni), quello di terza classe solo 32 dollari (circa 700 dollari odierni); inviare un telegramma privato di 10 parole dal servizio telegrafico di bordo costava 2 dollari (l’equivalente di 50 dollari odierni).
Sono le ore 12 del 10 aprile 1912 e il Titanic sta per partire da Southampton (Regno Unito) verso New York. A bordo ci sono 922 passeggeri, oltre agli 892 membri dell’equipaggio e 568 tonnellate di merce.
Dopo avere attraversato La Manica il Titanic arrivò in serata a Cherbourg, in Francia, dove sostò con tutte le luci accese. Allo scalo francese salirono altre 274 persone, poi la nave si mosse verso Queenstown (oggi Cobh) in Irlanda, dove caricò numerosi emigranti irlandesi (127 per la precisione). Ripartì da Queenstown verso New York alle 13.30 dell’11 aprile 1912 con 2208 persone a bordo.
Una ricostruzione di quegli attimi.
Tra i passeggeri è presente anche Thomas Andrews, progettista del Titanic. Era imbarcato proprio per supervisionare eventuali problemi di navigazione. Morì insieme agli altri passeggeri, si dice volontariamente.
Ecco l’intero tragitto compiuto dal Titanic nei giorni 10, 11, 12, 13 e 14 aprile 1912.
Qui vediamo com’è oggi il cantiere navale di Belfast dove fu assemblato il Titanic.
Questa è con molta probabilità, l’ultima foto scattata al Titanic prima della tragedia.
Domenica 14 aprile la nave viaggiava spedita verso New York. Erano accese tutte le 24 caldaie consentendo al Titanic di raggiungere una velocità di 22,5 nodi (42 km/h); il giorno seguente era prevista l’accensione anche delle 5 ausiliarie, con lo scopo di raggiungere New York già martedì sera. Secondo il regolamento doveva essere compiuta un’esercitazione con le scialuppe ogni domenica mattina ma quel giorno fu annullata per vento forte, che nel pomeriggio si calmò.
L’inverno del 1912 era stato uno dei più miti di sempre e vi erano così molti più iceberg del solito e spostati molto più a sud: Smith scelse allora di spostare verso sud la navigazione rispetto alla consueta rotta utilizzata nei primi mesi dell’anno, anche se al momento dell’impatto la differenza era di appena 3/4 km. E infatti vennero ricevuti 6 avvisi iceberg nella sola giornata di domenica, gli ultimi due alle 21:40 e 22:30 quando Smith si era già ritirato per la notte. Inoltre alle 23:00 una nave mercantile, il Californian, provò ad inviare un secondo avvertimento ma fu bruscamente interrotto dai telegrafisti del Titanic, intenti a trasmettere messaggi privati.
Qui vediamo la probabile strada che ha fatto incontrare il Titanic con il maledetto e solitario iceberg.
Ma, nonostante i numerosi avvisi come pure la particolare situazione meteorologica (leggera foschia, assenza di vento, senza considerare che la Luna era nuova) e l’assenza anche di un solo binocolo o cannocchiale (erano stati dimenticati a terra), nessuno pensò di ridurre la velocità: in quel momento la nave copriva quasi 700 metri al minuto.
L’iceberg (in realtà di modeste dimensioni, la parte emersa aveva un’altezza di circa 15 m) venne avvistato alle 23:39, quando si trovava a meno di 500 metri dalla prua: il primo ufficiale Murdoch decise di virare a sinistra, di invertire i motori e di azionare la chiusura automatica delle paratie stagne, ma in tali condizioni l’impatto, che causò fessure di pochi cm per 90 m sulla fiancata, fu inevitabile. In effetti se si fosse deciso di non virare ma solo di frenare prendendo l’iceberg frontalmente, il transatlantico avrebbe subito diversi danni al settore di prua (che in ogni caso è strutturalmente più resistente), ma non sarebbe mai affondato. Probabilmente anche in un secondo caso il suo destino sarebbe stato diverso: cercando sì di scartare l’ostacolo a sinistra ma senza invertire i motori, operazione che rallentò la virata.
Alle 23:41 Smith era nuovamente sulla plancia ma dopo nemmeno un quarto d’ora dalla collisione c’erano già 4 metri d’acqua nei primi 5 compartimenti.
Dopo un’ispezione, a mezzanotte l’ingegnere Andrews disse chiaramente a capitano e ufficiali che la nave sarebbe affondata. Il primo segnale di soccorso, l’SOS, fu trasmesso alle 0:15, dieci minuti dopo Smith ordinò di riempire le scialuppe; l’ultima fu calata alle 2:05. L’orchestra suonò fino all’ultimo. I musicisti morirono insieme a Smith, Murdoch e Andrews.
Il Titanic si inabissò alle 2:20 di lunedì 15 aprile, dopo essersi spezzato in due: fino al ritrovamento di Ballard nel 1985 si era creduto che fosse colato a picco integro.
Con ogni probabilità, questo è l’iceberg che colpì il Titanic. L’immagine è stata scattata dalla nave posacavi Western Union Mackay Bennett che arrivò tra le prime sul luogo. Il capitano della nave, dichiarò che quello era l’unico iceberg in un ampissimo raggio di mare.
E queste sono le esatte coordinate dove è avvenuto il disastro.
Le lance di salvataggio non vennero calate in mare a pieno carico (le prime con soli 20/30 di passeggeri, pur essendo state collaudate per 65): furono così portate in salvo solo 711 persone. Quasi una ventina furono le imbarcazioni che quella notte ricevettero l’SOS, incluso l’Olympic, che però si trovava a 750 miglia di distanza dalla gemella ferita a morte. A prestare i soccorsi fu la nave di linea della Cunard, il Carpathia, che invertì la rotta e a tutta velocità (17,5 nodi, tre in più rispetto a quella per cui era stato progettato) si diresse verso il Titanic, preparando durante il viaggio le scialuppe e invitando i propri passeggeri a rimanere in cabina per non intralciare le operazioni: ma si trovava a 58 miglia a S-E e arrivò sul posto solo alle 4 del mattino, oltre 1 ora e mezza dopo l’inabissamento. E’ invece da sempre avvolta nel mistero la ragione per cui non rispose alla richiesta di aiuto il Californian, che si trovava a sole 19,5 miglia dalla scena del disastro: avrebbe potuto raggiungere il piroscafo in un terzo del tempo impiegato dal Carpathia, ovvero ben prima delle 2:20. Ecco alcune immagini scattate dalle navi arrivate in soccorso in zona, la mattina del 15 aprile.
Dei 711 sopravvissuti, 203 erano di prima classe, 118 di seconda, 178 di terza, più 212 membri dell’equipaggio (ovvero 1 su 4 circa): in termini percentuali, in prima classe si salvò il 97% delle donne e il 33% degli uomini, in seconda l’86% e l’8% rispettivamente, in terza il 46% e il 16%. Il tasso totale di sopravvivenza fu del 32,3%; perirono 1523 persone. Un disastro marittimo di tali proporzioni verrà superato soltanto nel 1980, quando un traghetto filippino urtò una nave cisterna provocando 4’375 vittime.
Ora il Titanic giace nella completa oscurità a 3787 metri da 100 anni. Il relitto è stato esplorato varie volte a partire dal 1985 e sono stati fatti vari scatti fotografici e molte ore di riprese, soprattutto da parte di James Cameron, il regista di Titanic, vero appassionato di esplorazioni subacquee e innamorato pazzo del Titanic.
Recentissimamente a questo materiale si sono aggiunte foto ad altissima definizione che hanno chiarito ancora meglio in che condizioni sia il relitto e dove siano posizionati tutti i suoi pezzi.
Nella mappa qui sotto sono spiegati in dettaglio i pezzi più grandi della nave. A questa pagina del National Geographic, trovate la mappa interattiva.
Queste stupende immagini sono il frutto di un mega collage di centinaia di scatti fotografici.
Una ricostruzione del relitto.
In questi giorni è in programmazione su National Geographic Channel HD (canale 403 di Sky), History Channel HD (canale 407 di Sky) e su Sky 3D (canale 209 di Sky), un’ampia e variegata serie di documentari sul Titanic. Sottolineo specialmente quello in collaborazione con James Cameron, molto tecnico e interessante.
E prima o poi doveva accadere anche che si aprisse un asta degli oltre 5000 oggetti recuperati dal sito del naufragio e appartenuti alla mitica nave. Proprio oggi, 11 aprile 2012, si aprirà la mega asta per accaparrarsi un pezzo di storia del Titanic.
La collezione che andrà all’incanto comprende da pezzi di arredamento, porcellane, bottiglie a oggetti personali dei passeggeri, come un paio di occhiali o una spilla. Gli oggetti sono stati recuperati in diverse spedizioni a cominciare dal 1987, l’ultima nel 2004, e hanno richiesto un lungo e faticoso lavoro di ricerca a quattromila metri sotto la superficie del mare. Si tratta di un’asta piuttosto complicata, perché secondo un’ordinanza del giudice gli oggetti non possono essere venduti singolarmente, ma devo essere acquistati da un compratore che acconsentirà di garantire la giusta conservazione della collezione, nonché di renderla disponibile occasionalmente a visite pubbliche. Ecco le foto di alcuni degli oggetti all’asta.
Questo grosso pezzo dello scafo, è stato recuperato separatamente dal resto degli oggetti.
Ora è conservato a Los Angeles pesa ben 15 tonnellate ed è visibile a tutti presso il “Titanic: The Artifact Exhibition” all’Hotel Luxor Resort & Casino.
Concludo questa lunga carrellata con una piccola foto della tomba del vero Jack Dawson, il protagonista del film di Cameron interpretato da Leonardo di Caprio. Con lui morirono nel tragico impatto, 1523 innocenti. E’ il caso di ricordarsene ogni tanto.
Qui trovate info sulla commemorazione dei 100 anni dall’affondamento e info sui vari speciali TV.