Il giro della Croda da lago (1)
La Croda da Lago è una vera e propria lama dentata che si estende da sud a nord, il gruppo montuoso fa parte delle Dolomiti ampezzane e offre il meglio di sé osservandolo da nord-ovest. Ieri ho potuto constatare che per osservare al meglio un dato gruppo montuoso è bene non stargli troppo addosso (era anche ovvio, no!), altrimenti si rischia una faticaccia immane per niente. In realtà la mia idea era quella di aggirare il gruppo e ad un certo punto svoltare e appostarmi sui lastoni di Formin, un ampissimo pianoro alla base della Croda da Lago, ed attendere il tramonto. Meno male non l’ho fatto! Avrei trovato un sentiero di ritorno strapieno di neve e decisamente a rischio di giorno, figurarsi di notte. La mia visione dai Lastoni sarebbe dovuta essere grosso modo questa:
Ma viste le condizioni del terreno (con neve dai 2 ai 50 cm di spessore) e lo scorcio non proprio esaltante, ho deciso di tornare all’auto e spostarmi per immortalare il tramonto da tutt’altra posizione. Questo è il giro completo che ho fatto. Il punto A indica il parcheggio dove ho lasciato l’auto. Il punto B, il luogo da cui ho fatto le foto del tramonto dopo aver percorso alcuni km un auto (percorso in verde).
Tutto il percorso visto da ovest.
Una visione della Croda da Lago dal versante sud.
Ma cominciamo col fotoracconto.
La sveglia suona alle 6.30. Ora che son fuori di casa sono le 7. All’esterno ci sono -2° e un cielo assolutamente senza nuvole.
Ecco la parete nord del Gran Vernel sul Passo Fedaia, è infarinata da un bel po’ e rimarrà così fino a marzo inoltrato.
Sopra i 2000 metri inizia a comparire la neve anche a bordo strada. Qualcosa mi dice che la troverò anche sul sentiero che dovrò fare a piedi.
Alle 9.15 inizio la mia scarpinata. Percorrerò un totale di 11,8 km con un dislivello di 790 metri.
Per lunghi tratti sono immerso nel bosco e mano a mano che salgo (sono a 1800 metri) la vegetazione mi ricorda che la temperatura esterna è di -5°.
Il sentiero che percorro non è nulla di che, e per di più è tutto in ombra. Le uniche cose degne di nota che vedo, sono lontane da me. Mi riferisco alla Tofana di Rozes completamente baciata dal sole e che compare ogni tanto tra la vegetazione.
Dopo circa 20 minuti scorgo davanti a me le prime guglie della Croda da Lago e un ponticello di legno.
Eccomi al punto cruciale del percorso. Ora devo decidere che fare. A sinistra salirei verso il lago Federa e il lato est della Croda da Lago, sicuramente esposto al sole a quest’ora. A destra salirei verso i Lastoni di Formin e tasterei il terreno in vista della mia sosta in attesa del tramonto. Infatti non conosco assolutamente il tipo di terreno che mi attende e fare un sopralluogo prima del buio sarebbe utilissimo. Decido invece di salire a sinistra, cercare di arrivare al lago e poi vedere cosa fare.
Subito dopo il bivio, sul terreno inzia a comparire la neve.
In lontananza ora vedo meglio ciò che mi circonda. Ecco la Tofana di Rozes e Punta Anna.
Un po’ più a sinistra, il Cinque Torri.
Altra insidia con buio può essere questa.
Sul sentiero c’è ghiaccio vivo fuoriuscito dal letto dei ruscelli che in questa stagione iniziano a congelarsi.
Finalmente sto per sbucare al sole. Non tanto per il freddo (sto sudando!) ma per l’ambiente intorno a me, che sarà sicuramente più piacevole e accogliente.
La cosa negativa è che ho proprio il sole di fronte, e dal punto di vista fotografico non è il massimo.
Sbuco sul pianoro alla base della Croda da Lago e alla mia destra noto subito in lontananza Cortina D’Ampezzo.
Si vede distintamente anche la Basilica con il caratteristico campanile bianco.
Proseguo verso il lago Federa.
Da questo lato della Croda, non dico che sia esate, ma poco ci manca. Guardate questi rododendri ed eriche, confrontati con la vegetazione incontrata all’inizio del percorso.
Alla mia sinistra vedo monti molto famosi che io però non ho mai avvicinato. E’ il gruppo del Sorapiss.
Ma ci sono anche gruppi a me conosciuti, come le Tre Cime di Lavaredo.
Ecco la splendida conca ampezzana con il monte Cristallo al centro dell’inquadratura.
Ecco più da vicino Cristallo (a sinistra) e Tre Cime di Lavaredo.
Sempre tra gli alberi in lontananza, vedo l’inconfondibile Croda Rossa.
Il sentiero ora è in discesa.
Guardate cos’è capace di fare la natura. Qui un bonsaista impazzirebbe ammirando le radici di quest’abete.
Dopo 15 minuti scorgo là in fondo uno specchio d’acqua. E’ sicuramente il Lago Federa.
Siamo a 2046 metri d’altezza, proprio ai piedi della Croda da Lago, che però da qui non fa una gran bella figura di sè.
La superficie del lago è quasi ghiacciata.
Il fatto di avere il sole contro sta iniziando ad innervosirmi, non posso fotografare di fronte a me. E io lo frego! Ecco il Becco di Mezzodì, 2603 metri.
Il ghiaccio crea effetti pazzeschi nell’acqua.
Una volta arrivato al lago devo necessariamente decidere che fare del resto della giornata, anche perché per ora il bottino fotografico è parecchio scarso. Visto l’orario (sono le 11.20) opto per il giro completo della Croda, anche perché non penso che dall’altra parte ci sia molta più neve che qui. Poi vedrò che fare per l’appostamento del tramonto. Ecco la strada che mi aspetta. Dovrò costeggiare la Croda, fino alla Forcella Ambrizola, a 2277 metri. Si parte!
Saluto il Lago Federa che mi ha un po’ deluso e proseguo. Forse passare di qui con i larici ancora giallissimi o un metro di neve, avrebbe cambiato il mio parere.
Ho il sole sempre di fronte e fotografare è un gran casino. Ecco il sentiero in salita che sto percorrendo. Là sopra vedo neve a manetta. Sulla sinistra, il Becco di Mezzodì.
Ora che sono più in alto, sulla mia sinistra vedo un gran panorama. Ingrandibile.
Tutte zone che ancora devo esplorare. Ma quanto son grandi ste Dolomiti? Ho raggiunto nuovamente la neve. Siamo intorno ai 5 cm circa, ma aumenta sempre più.
Sulla mia destra, la Croda è praticamente infotografabile.
Salgo ancora. Entro in ombra e finalmente fotografo il Becco decentemente.
Cortina è ai miei piedi!
E la neve aumenta.
Finalmente arrivo alla Forcella. Sto per scoprire cosa mi aspetta dall’altra parte. Sarà strapieno di neve? Ci saranno i fiorellini sui prati? Dovrò tornare indietro e rifarmi tutta la strada già percorsa?
Speriamo proprio di no. Sarebbe troppo frustrante.
A prestissimo per la seconda puntata.