Liberty enlightening the world. 125 anni e non sentirli
Svetta all’entrata del porto sul fiume Hudson, sulla rocciosa Liberty Island, come ideale benvenuto a tutti coloro che arrivano negli USA, ma nel secolo precedente, per chi era alla ricerca di una vita migliore, la Statua della Libertà, prima immagine che gli immigrati avevano dell’America, rappresentava un simbolo di benvenuto e di speranza. Costituita da un’armatura di acciaio rivestita da 300 fogli di rame sagomati e rivettati insieme, poggia su un basamento granitico di provenienza sarda. È alta 93 metri (compresi i 47 m del piedistallo) ed è visibile fino a 40 chilometri di distanza.
Raffigura una donna che indossa una lunga toga e sorregge fieramente in una mano una fiaccola (simbolo del fuoco eterno della libertà), mentre nell’altra stringe un libro recante la data del 4 luglio 1776 (giorno dell’Indipendenza americana); ai piedi vi sono delle catene spezzate (simbolo della liberazione dal potere del sovrano dispotico) e in testa vi è una corona, le cui sette punte rappresentano i sette mari e i sette continenti.Ideata da Édouard René de Laboulaye, costruita a Parigi su progetto di Frédéric Auguste Bartholdi, il quale la intese come monumento alla libertà, valore che riteneva carente nella sua nazione. Realizzata ingegneristicamente da Gustave Eiffel (il creatore dell’omonima torre), essa fu donata dai francesi agli Stati Uniti d’America in 1883 casse trasportate a New York per mezzo di una piccola nave che dovette effettuare numerosi viaggi e quindi assemblata, in segno di amicizia tra i due popoli e in commemorazione della dichiarazione d’Indipendenza di un secolo prima (1776), ma a causa del protrarsi dei lavori fu completata solo nel 1884 e inaugurata il 28 ottobre 1886, dieci anni dopo la ricorrenza. Nel 1924 la statua divenne monumento nazionale insieme all’isola sulla quale è posta. Sul piedistallo vi è inciso un sonetto intitolato The New Colossus, scritto dalla poetessa statunitense Emma Lazarus al fine di raccogliere fondi per la costruzione della Statua: « Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre spiagge affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste a me, e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata.
Questi versi sono stati letti, con una certa commozione, dall’attrice Sigourney Weaver dopo l’inno americano e la Marsigliese che hanno dato il via, ieri, ai festeggiamenti per i 125 anni del simbolo incontrastato della relazione tra l’America e i poveri e i migranti del mondo. Centinaia e centinaia i newyorkesi e i turisti presenti. E io devo ancora vederla dal vivo. Sigh.
Fra le altre iniziative, l’inaugurazione di cinque telecamere che, posizionate nella torcia, permetteranno d’ora in poi agli spettatori di tutto il mondo di ammirare la vista dall’alto, disponibile in tempo reale sul sito Myworldwebcams.com (sulla stessa pagina potete trovare grandi webcam live con sonoro, compresi effetti di time lapse). Per il prossimo anno osservare le immagini riprese dall’alto della fiaccola sarà l’unico modo per accedere alla Statua della Libertà che verrà chiusa al pubblico da oggi per permettere lavori di ristrutturazione alle scale e agli ascensori che portano fino alla corona della più famosa signora d’America. Quella di ieri è stata la seconda celebrazione dell’evento: la prima, rigorosamente a porte chiuse, si era svolta il 22 settembre alla presenza del presidente francese Nicolas Sarkozy e del sindaco di New York Michael Bloomberg.