I pianti dell’Avril. I silenzi della Boo
E’ straordinario come la Bubina abbia accolto in casa la nuova arrivata. A riprova del fantastico sesto senso che hanno i gatti quando si tratta di interagire con situazioni nuove intorno a loro. Sin dai primi giorni la Boo ha scrutato Avril da lontano ma con sguardo e orecchi sempre super attenti. Nelle prime due settimane, quando la popina aveva attacchi di pianto dovuti a fame o coliche, la Boo si guardava in giro per capire da dove (e da cosa) provenisse quello strano suono che non aveva mai sentito. Un giorno le ho fatto annusare da meno di tre centimetri una manina della piccola.
Curiosissima ha alzato le orecchie e ha carpito più informazioni che potesse su quell’esserino minuscolo. Mai e poi mai ha tentato un avvicinamento. Una sera, mentre l’Avril piangeva in un modo disperato, ho trovato la Boo ai piedi della culla con uno sguardo preoccupatissimo rivolto verso l’alto. Guardava me e guardava la culla. Poi ancora me e poi la culla. L’intenzione era quella di salire su e “vedere se si potesse fare qualcosa per aiutare quella piccola creatura”. Quel momento mi ha fatto molta tenerezza.
In ogni caso la Bubina sta dimostrando estrema cautela e delicatezza nei confronti della bimba. Molto presto si è anche abituata a luci accese durante la notte, girovagare continuo di persone a lei sconosciute e poca attenzione nei suoi confronti. Questo aspetto un po’ mi dispiace ma era francamente inevitabile. Conseguentemente a questo, nell’ultimo mese la Bubina ha goduto di una libertà (dentro e fuori da casa in continuazione) che non aveva mai avuto. E se da un lato dimostra di apprezzare questa nuova spensierata vita fatta di lunghe ore passate in giardino, dall’altro sono sicuro che soffra un po’ del fatto che i suoi padroni non giochino più tanto con lei come un tempo. Una sera, mentre stavo sistemando delle cose nei cassetti della cameretta, me la son vista arrivare con un topolino giocattolo in bocca. Con aria di attesa l’ha lasciato cadere sul pavimento e mi ha fissato per alcuni secondi. Il messaggio era: “ma vi siete dimenticati di me? io voglio giocare come un tempo!” Mi si è stretto il cuore e l’ho fatta giocare per tutto il tempo che ho avuto a disposizione (10 minuti). Poi le attenzioni dell’Avril hanno di nuovo avuto il sopravvento. Insomma in questi giorni c’è una grande contrapposizione tra i lunghi silenzi della Boo e le urla (per fortuna non frequenti) dell’Avril.
Le pappe pronte della Boo e i continui richiami affettuosi nei suoi confronti, sono calati a discapito di tutte le ore che gioco forza dobbiamo dedicare ad Avril. Alcune volte ci siamo anche dimenticati di darle da mangiare o di farla rientrare per l’ora di cena. spero che questo periodo un po’ sconquassato termini presto e che le attenzioni di mamma e papà siano equilibrate alle esigenze di tutti. Comunque, sono sicurissimo che la Boo capisce e attende tempi migliori. Ci vuole tanto bene e ce lo dimostra in continuazione. Non vedo l’ora di farla interagire con la piccola, con i dovuti tempi e modi. Sarà bello vederle giocare insieme.