Il giro del lago di Braies (parte 2)

Agosto 12, 2011 0 Di Momo

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Ripartiamo con l’escursione al lago di Braies. Qui trovate la prima parte. 
Sono sul sentiero nel lato sinistro del lago che a quest’ora della mattina è ancora completamente in ombra. Mi sto dirigendo nella parte terminale del lago per poi decidere che direzione prendere.

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Alcune nuvole di passaggio movimentano la luce del paesaggio. Il lago in un attimo si fa scuro e minaccioso. Il bosco che lo circonda, diventa buio.

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Ma poi il sole torna a splendere.

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Il sentiero che si era alzato rispetto al lago di alcune decine di metri, ora ridiscende gradatamente.

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Alcune inquadrature mi ricordano la Sardegna.

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Mi allontano sempre più dall’Hotel e dalla chiesetta adiacente.

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E sono sempre più vicino alla paretona della Croda del Bec

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Giungo sulle rive del lago dalla parte opposta rispetto a dove sono partito.

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Ecco l’acqua vista da vicino.

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Puccio la mano. Confermo: è gelida!

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Ecco l’hotel a più di un km da me.

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Che magnifici colori!

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Beh, se non fosse così fredda, un pensierino ce lo avrei fatto… E invece decido di iniziare a sudare veramente. Fino ad ora abbiamo scherzato, ma da questo momento si imbocca un vero sentiero di montagna, e non uno qualsiasi, bensì il sentiero n.1, l’alta via delle Dolomiti. DSC 9289

Decido infatti di dirigermi verso il Rifugio Biella, che è 827 metri più in sù di dove sono ora. A casa arrivano notizie rassicuranti dal punto di vista parto, e quindi decido di salire.

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Il sentiero è assolato e non troppo difficoltoso. In pratica si cammina su un letto asciutto di un torrente.

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Il lago alle mie spalle si allontana sempre più.

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Ora ho la Croda del Bec proprio a fianco.

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Il sentiero sale tra pini mughi e larici. Il posto è magnifico e la giornata si sta scaldando rapidamente.

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Ecco la croce della cima della Croda. Un giorno ci arriverò, lo prometto. Ma non oggi.

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Le fioriture nei prati sono ancora abbondanti, anche se le genziane, le mie preferite, sono già sfiorite.

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Il lago di Braies e il suo splendido color smeraldo.

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Sono diretto verso una zona chiamata Forno.

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Alla mia sinistra vedo bellissime conformazioni rocciose.

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Spesso mi ritrovo a paragonare le montagne alle sculture che riempiono i musei di mezzo mondo, con la differenza che qui nessun uomo ha deciso nulla.

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Incredibile ma vero, trovo ancora dei rododendri in fiore. Solitamente sfioriscono a fine maggio, metà giugno. Evidentemente da queste parti ha fatto particolarmente freddo.

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Ecco la gola dove dovrò passare. Il sentiero da qui in avanti diventa molto più ripido. Sono all’incirca a 1700 metri d’altezza.

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E questa è la visione del lago da dove sono ora.

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Di fianco a me scorre un ruscello, uno dei tanti che alimenta il lago di Braies.

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Ci siamo quasi, manca poco al raggiungimento della sella.

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Eccoci. Qui il sentiero si divide in due: dritto si va alla malga Cavallo, mentre l’Alta via delle Dolomiti prosegue in alto verso il rifugio Biella.

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Siamo a 1830 metri. Salgo verso il rifugio. Il sentiero si inerpica all’interno di un leggero bosco di larici. Il posto è incantevole.

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Starei qui ore ad ammirare ogni scorcio intorno a me, a godere della pace che si respira in questi luoghi, a riempirmi dei profumi e dei suoni che sa regalarti un posto come questo.

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Arrivo ad un grande pianoro.

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Ecco il prossimo pezzo di sentiero che dovrò fare. Poi ci sarà da aggirare quel grande roccione e poi salire ancora.

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Il lago dietro di me non c’è più.

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In compenso di sotto vedo alcune mucche al pascolo, vicino ad un piccolo specchio d’acqua: è il laghetto del Giovo.

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In questo punto ho girato un piccolo video per farvi sentire i rumori del luogo. Immaginate di essere lì anche voi.

Proseguo sul sentiero.

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Ora ci sarà da superare una piccola goletta. In alcuni punti ci sono le catene per sicurezza, ma è assolutamente semplice e non pericoloso.

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Questa inquadratura è micidiale. Fa impressione eh! Sembra che io e chi sta salendo con me, sia diretto dritto in cielo. Se però guardate meglio, scorgerete una terza persona sulla sinistra che prosegue sul sentiero in zona totalmente sicura.

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Nessun grande pericolo quindi, anzi… Spesso in montagna l’apparenza inganna.

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Qui intorno le rocce sembrano di cartapesta. L’erosione ha lavorato moltissimo, non c’è che dire.

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Eccomi sbucato fuori dalla goletta. Davanti a me compare all’improvviso il Monte Muro. Ora sono a 2186 metri, e rispetto al lago di Braies sono salito di 660 metri.

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Se non ci fossero problemi di tempo proseguirei verso il Rifugio Biella (altri 40 minuti circa) e poi verso la cima della Croda dal Bec (altra oretta). Ma decido invece di fermarmi qui in questi magnifici prati assolati e silenziosi, e gustare il mio mega panino allo speck.

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Questo angolino direi che è perfetto, non c’è anima viva.

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Anche qui le rocce di cartapesta!

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Ma ci sono anche le Arniche che mi fanno compagnia.

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Ecco il mio pasto. Ho una fame da lupissimi! Mangerò il panino per primo, poi passerò al krapfen e al passato di mela. Durante la discesa sgagnerò il cioccolato. Il laughen lo conserverò per le emergenze.

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Termina qui la seconda parte del racconto.
Qui la terza parte.