Il giro del lago di Braies (parte 2)
Ripartiamo con l’escursione al lago di Braies. Qui trovate la prima parte.
Sono sul sentiero nel lato sinistro del lago che a quest’ora della mattina è ancora completamente in ombra. Mi sto dirigendo nella parte terminale del lago per poi decidere che direzione prendere.
Alcune nuvole di passaggio movimentano la luce del paesaggio. Il lago in un attimo si fa scuro e minaccioso. Il bosco che lo circonda, diventa buio.
Ma poi il sole torna a splendere.
Il sentiero che si era alzato rispetto al lago di alcune decine di metri, ora ridiscende gradatamente.
Alcune inquadrature mi ricordano la Sardegna.
Mi allontano sempre più dall’Hotel e dalla chiesetta adiacente.
E sono sempre più vicino alla paretona della Croda del Bec
Giungo sulle rive del lago dalla parte opposta rispetto a dove sono partito.
Ecco l’acqua vista da vicino.
Puccio la mano. Confermo: è gelida!
Ecco l’hotel a più di un km da me.
Che magnifici colori!
Beh, se non fosse così fredda, un pensierino ce lo avrei fatto… E invece decido di iniziare a sudare veramente. Fino ad ora abbiamo scherzato, ma da questo momento si imbocca un vero sentiero di montagna, e non uno qualsiasi, bensì il sentiero n.1, l’alta via delle Dolomiti.
Decido infatti di dirigermi verso il Rifugio Biella, che è 827 metri più in sù di dove sono ora. A casa arrivano notizie rassicuranti dal punto di vista parto, e quindi decido di salire.
Il sentiero è assolato e non troppo difficoltoso. In pratica si cammina su un letto asciutto di un torrente.
Il lago alle mie spalle si allontana sempre più.
Ora ho la Croda del Bec proprio a fianco.
Il sentiero sale tra pini mughi e larici. Il posto è magnifico e la giornata si sta scaldando rapidamente.
Ecco la croce della cima della Croda. Un giorno ci arriverò, lo prometto. Ma non oggi.
Le fioriture nei prati sono ancora abbondanti, anche se le genziane, le mie preferite, sono già sfiorite.
Il lago di Braies e il suo splendido color smeraldo.
Sono diretto verso una zona chiamata Forno.
Alla mia sinistra vedo bellissime conformazioni rocciose.
Spesso mi ritrovo a paragonare le montagne alle sculture che riempiono i musei di mezzo mondo, con la differenza che qui nessun uomo ha deciso nulla.
Incredibile ma vero, trovo ancora dei rododendri in fiore. Solitamente sfioriscono a fine maggio, metà giugno. Evidentemente da queste parti ha fatto particolarmente freddo.
Ecco la gola dove dovrò passare. Il sentiero da qui in avanti diventa molto più ripido. Sono all’incirca a 1700 metri d’altezza.
E questa è la visione del lago da dove sono ora.
Di fianco a me scorre un ruscello, uno dei tanti che alimenta il lago di Braies.
Ci siamo quasi, manca poco al raggiungimento della sella.
Eccoci. Qui il sentiero si divide in due: dritto si va alla malga Cavallo, mentre l’Alta via delle Dolomiti prosegue in alto verso il rifugio Biella.
Siamo a 1830 metri. Salgo verso il rifugio. Il sentiero si inerpica all’interno di un leggero bosco di larici. Il posto è incantevole.
Starei qui ore ad ammirare ogni scorcio intorno a me, a godere della pace che si respira in questi luoghi, a riempirmi dei profumi e dei suoni che sa regalarti un posto come questo.
Arrivo ad un grande pianoro.
Ecco il prossimo pezzo di sentiero che dovrò fare. Poi ci sarà da aggirare quel grande roccione e poi salire ancora.
Il lago dietro di me non c’è più.
In compenso di sotto vedo alcune mucche al pascolo, vicino ad un piccolo specchio d’acqua: è il laghetto del Giovo.
In questo punto ho girato un piccolo video per farvi sentire i rumori del luogo. Immaginate di essere lì anche voi.
Proseguo sul sentiero.
Ora ci sarà da superare una piccola goletta. In alcuni punti ci sono le catene per sicurezza, ma è assolutamente semplice e non pericoloso.
Questa inquadratura è micidiale. Fa impressione eh! Sembra che io e chi sta salendo con me, sia diretto dritto in cielo. Se però guardate meglio, scorgerete una terza persona sulla sinistra che prosegue sul sentiero in zona totalmente sicura.
Nessun grande pericolo quindi, anzi… Spesso in montagna l’apparenza inganna.
Qui intorno le rocce sembrano di cartapesta. L’erosione ha lavorato moltissimo, non c’è che dire.
Eccomi sbucato fuori dalla goletta. Davanti a me compare all’improvviso il Monte Muro. Ora sono a 2186 metri, e rispetto al lago di Braies sono salito di 660 metri.
Se non ci fossero problemi di tempo proseguirei verso il Rifugio Biella (altri 40 minuti circa) e poi verso la cima della Croda dal Bec (altra oretta). Ma decido invece di fermarmi qui in questi magnifici prati assolati e silenziosi, e gustare il mio mega panino allo speck.
Questo angolino direi che è perfetto, non c’è anima viva.
Anche qui le rocce di cartapesta!
Ma ci sono anche le Arniche che mi fanno compagnia.
Ecco il mio pasto. Ho una fame da lupissimi! Mangerò il panino per primo, poi passerò al krapfen e al passato di mela. Durante la discesa sgagnerò il cioccolato. Il laughen lo conserverò per le emergenze.
Termina qui la seconda parte del racconto.
Qui la terza parte.