Il giro d’Italia sul Gardeccia (seconda parte)
Qui la prima parte.
La mia meraviglia, arrivato sul posto, è stata notevole. Scoprire che alle 9,30 del mattino erano ancora da montare tutte le strutture principali che vengono utilizzate da giornalisti, tecnici, e atleti è stato uno mezzo shock. Mi son detto: come faranno a sistemare in tempo: arrivo, palco premiazioni, sistema di rilevazione dei tempi, sala stampa, cabine dei giornalisti, accoglienza atleti, transenne per il pubblico, striscioni degli sponsor, postazione giudici, postazione radio, ecc…? Mistero. Cercate di memorizzare questa immagine per poi raffrontarla con altre più avanti.
Io comunque, arrivato sul posto, mi son fatto un giretto curiosando qua e là. I polentari e gli addetti alle cibaglie varie, erano già al lavoro.
Dietro il Rifugio Gardeccia sono presenti altri due rifugi. Vicino a questi c’erano un maxi schermo e altre strutture.
E mentre le varie parti venivano montate tra di loro
io sono andato a farmi un giretto nei dintorni. Mi sono allontanato un po’ per ammirare da vicino le guglie del Catinaccio.
Per immortalare i freschi ruscelli che scendono dai suoi pendii.
Per fotografare i bellissimi colori degli Anemoni montani.
E per introdurmi furtivamente all’interno di una magnifica scultura naturale abitata dalle formiche giganti.
Poi mi sono incamminato nuovamente verso l’arrivo.
Ora alcune foto in rapida successione, del montaggio della zona arrivo.
Qualcuno fa filmati con l’iPad 2.
Sono le 11.30. La gente continua ad aumentare gradatamente.
La struttura dell’arrivo è composta da due cuboni a cui viene incastrato un traliccio che fa da ponte tra le due parti.
A questo traliccio vengono fissate le grafiche.
Gli enormi Estathè
E i vari cavi per tabellone dei tempi, transponder per il rilevamento dei concorrenti, ecc…
C’è anche una stazione meteo che manda i dati al sito Gazzetta.it.
Il traliccio poi viene issato verso l’alto
E i cuboni vengono allungati verso l’alto come delle enormi matriosche, fino a far comparire i vetri della postazione giuria e telecronaca.
La giostra del Giro è quasi a regime. Sono le ore 13. Arriva Davide Cassani, commentatore ufficiale del Giro. Sempre molto simpatico e disponibile.
Giungono in zona traguardo anche le ragazze dell’animazione e lo speaker tecnico della RCS.
Il suo orologio.
Il cielo è un’alternanza di buoni propositi e velate minacce. Che succederà? Per ora il sole ha scaldato abbastanza di continuo.
Arrivano un po’ di elicotteri ad animare la valle.
L’arrivo si può dire che sia praticamente pronto. Il chiacchiericcio della gente in attesa, viene spezzato dalla musica di Radio 105 che arriva dagli altoparlanti.
ma anche le altre strutture sono state montate.
Io sono in una posizione super invidiabile. Praticamente sono lo spettatore più vicino alla linea d’arrivo e vedo tutto quello che succede qui. Arriva Gilberto Simoni.
Appendo il mio cartello alle transenne.
Fa la sua comparsa anche Mariano Piccoli, altro ex campione.
Arrivano i componenti della banda di Pozza di Fassa.
Silvio Martinello, 4 volte campione del mondo di ciclismo.
La gente si sta assiepando in ogni dove, però non è ancora tantissima.
I ragazzi di Estathè iniziano ad animare il pubblico. Poi sarà il momento degli altri sponsor.
Sfila la banda di Pozza.
E’ la volta delle ragazze del Giro. Volano cappellini rosa da tutte le parti.
Ecco le stesse ragazze 5 minuti prima di esibirsi. Che voglia eh! E siamo solo alla 15° tappa.
Sono le 15. Mancano circa due ore all’arrivo dei corridori. Si sistema l’antenna del transponder al suolo.
Aumentano gli elicotteri in cielo. Lo speaker tecnico ci tiene costantemente informati sull’andamento della gara.
E’ il momento Gran Soleil. Anche qui distribuzione di cappellini e ventaglioni. Ma qualcosa da mangiare, no?
Questo è l’animatore che ci ha fatto morir dal ridere per più di 3 ore. Veramente bravo. Ha preso per il culo tutti: polizia, Carabinieri, corridori, tecnici, gente del pubblico, giudici, ecc…
Ore 15.56. Inizia a gocciolare.
Io per fortuna sono attrezzato bene: un impermeabile tecnico, un poncio e un ombrellino. Apro subito l’ombrello, anche se non servirebbe, ma ho delle attrezzature da proteggere. Ore 16.14: arriva un mezzo diluvio. Fuggi fuggi generale in ogni posto al coperto.Io rimango al mio posto indossando il poncio e rimanendo immobile.
Lo sterrato in prossimità dell’arrivo diventa un fiumiciattolo. Ora grandina piccolo, tira vento e la temperatura si è notevolmente abbassata.
Sono rannicchiato sotto l’ombrellino e con il poncio è anche difficile fotografare. In questi momenti sogno il mio divano a casa. Mannaggia!
La pioggia va avanti così fino alle 17.20. Manca poco all’arrivo dei corridori, e a quel punto succede un miracolo. Squarcio di sereno all’improvviso.
Di botto, smette di piovere, proprio 10 minuti prima dell’arrivo del primo atleta. Il pubblico esce dalle tane improvvisate e la valle torna ad animarsi.
I corridori sono in sella da 7 ore e 14 minuti. Io sono qui in piedi da grosso modo lo stesso tempo.
Viene scoperta la linea del traguardo.
Fotografi e giornalisti sono pronti.
Gli elicotteri volteggiano vicino, lo speaker incita il pubblico. Ci siamo, Nieve, lo spagnolo che è davanti a tutti, è a 500 metri dall’arrivo! Tutti si sollevano verso la strada. Arriva una moto della Polizia
E poi un’auto.
A prestissimo per la conclusione di questa epica giornata di ciclismo.
Qui la terza parte.