Via Crucis di San Martino
Buongiorno gente, qui nelle lande dolomitiche sta per finire una giornata meteorologicamente meravigliosa. Oggi sette soli e un venticello tiepido hanno accompagnato la mia escursione in Val Venegia, ma proprio il sole e le temperature assolutamente fuori norma per il periodo, hanno causato un cambio di programma che ha parzialmente rovinato la giornata. Ma partiamo insieme per questa bella camminata tra le Dolomiti.
Come anticipavo ieri, oggi in escursione non ero solo. Mi ha accompagnato Marco, il nuovo arrivato in Val di Fiemme che ancora tutto deve scoprire. Ed è proprio per far conosce a lui la stupenda val Venegia che ho deciso, come prima uscita, la salita alla Baita Segantini. Partenza dai 1674 metri del parcheggio, ai 2174 metri della Baita. 15 km in totale non impegnativi, se si esclude l’ultimo pezzo leggermente faticoso. La giornata è veramente da urlo: nessuna nuvola in cielo e limpidezza molto elevata. In più la temperatura alle 8 di mattina è già a 6°C, questo vuol dire che durante il giorno salirà di molto. Partiamo incamminandoci con molto entusiasmo, chiacchierando del più e del meno accompagnati da un profumo di bosco che ci allieta le menti. Le condizioni del sentiero sono da subito un po’ disagevoli. Si schivano cumuli di neve ghiacciata e fanghino misto ad acqua.
Il caldo anomalo di questi giorni ha reso la neve molto molto molle e i ruscelli riprendono vita come per magia.
Arriviamo a mezza valle e si procede sempre più a fatica. Si sprofonda di colpo e fino alle ginocchia. Sinceramente nella mia testa mi ero immaginato neve si molle ma pressata dal tanto passaggio. Mi sbagliavo.
Questo caldo improvviso ha fatto sbocciare in anticipo tanti fiori alpini.
Anche i larici, a quasi 2000 metri, sono gia in fiore.
Eccoci alla Malga Venegiotta. Proseguiamo cercando di evitare di affossarci. La cosa assurda è che ci sono ampie zone fuori dalla strada sterrata, che sono addirittura secche.
La nostra meta è la Baita Segantini che è a circa 4 km da qui.
Ecco, la Baita Segantini è oltre quelle colline di neve là in fondo.
Il cielo continua ad essere blu e il calore del sole fa sprigionare tutti i tipici profumi del bosco.
Al ponte successivo incontriamo una valanga che ha parzialmente demolito il parapetto del ponte e ha ostruito il passaggio.
Questa valanga è qui probabilmente da 2-3 settimane, se non di più. Noi comunque camminiamo in zona assolutamente sicura per le condizioni giornaliere.
Andiamo avanti. I tratti dove si sprofonda si alternano a quelli in cui la neve tiene ancora. La speranza è che sotto le Pale di San Martino ci sia una situazione di neve più agevole, vista l’altitudine diversa.
Tratti in salita. In alcuni punti si sprofonda pazzescamente. Ad ingannare lo sguardo, il fatto che non ci siano buchi fati da altri incauti escursionisti.
Ecco la zona della Baita Segantini. Ora è davanti a noi.
Alla nostra sinistra ci sfilano i meravigliosi paretoni delle Pale che ora sono a meno di 500 metri da noi.
Anche qui alcune slavine si sono staccate nelle settimane scorse.
Passiamo sopra un altro ponte. Qui ci sarà oltre un metro e mezzo di neve.
Si sprofonda sempre più. Alcuni pezzi di percorso sono un autentico calvario. Ogni 10 secondi siamo con la neve alle cosce. Sembra una via crucis bianca. Il fatto è che la neve non è marcia nei primi centimetri e basta ma in tutta la sua totalità.
Qui anche con le ciaspole non cambierebbe nulla. Ecco alcuni buchi di oltre 80 cm fatti da noi.
Dobbiamo desistere. Non si procede e per proseguire dovremmo, da qui in poi, affrontare una salita tosta e con queste condizioni di neve sarebbe impossibile. Guardate i prossimi scatti per farvi un idea. Marco mi avrà maledetto ogni volta che è sprofondato. E saran state circa un centinaio.
Niente. Decidiamo nostro malgrado di tornare indietro. Sarà per la prossima volta.
Con l’andare della giornata la neve naturalmente peggiora. Ora si sprofonda anche dove prima si passava regolarmente.
Altre slavine sui pendii delle Pale.
Una anche a ridosso della Baita Segantini che ahimè non raggiungeremo.
Il Mulaz in tutto il suo splendore.
Ci fermiamo in un pendio assolato e privo di neve a mangiare. Oggi il pranzo è diverso dal solito, visto che non sono solo. Pane e speck fresco.
Mele fresche, strudelino, e tavoletta di cioccolato.
Dopo un po’ di riposo, si riparte per tornare a casa. Si cerca di stare ai bordi del sentiero. Non è semplice.
Uno sguardo da vicino alle bellissime Pale. Questa è la cime dei Bureloni.
Qui vediamo il Cimon della Pala a destra e un pezzo della cima più alta delle Pale: Cima della Vezzana, 3192 metri.
Queste sono Cima Val Grande e Torre quattro dita.
Ora la neve è burro. Si nuota sotto il sole. Meno male non siamo saliti fino alla Baita, saremmo tornati lavati.
L’acqua nei torrenti scorre più abbondante di questa mattina.
Ogni tanto ci si volta indietro per ammirare il panorama incredibile.
Alcuni ciaspolatori schizzano acqua e neve da tutte le parti.
Che spettacolo!!!
Mi faccio fare una foto da Marco.
Continuerei a far foto.
Ma è proprio arrivata l’ora del rientro a casa, non prima di aver immortalato il gran lavoro fatto da un picchio su un abete vicino al sentiero.
Oggi è stata una mezza delusione. Non essere arrivati alla Baita Segantini mi ha un po’ lasciato l’amaro in bocca. Spero che Marco si sia divertito lo stesso.
Chiudo con questo divertente trailer costruito con iMovie.
Se volete pubblico anche il video con l’audio originale.
Vi faccio vedere il nostro percorso con il bellissimo servizio offerto da Wandermap e che penso userò d’ora in avanti per le escursioni illustrate su Squarciomomo. Scorrete il mouse sul profilo altimetrico in basso a sinistra. Vedrete l’altitudine cambiare in base al punto dove si trova il sentiero. E al volo sarà possibile capire anche quanti km abbiamo percorso.