18 km a piedi all’Alpe di Siusi (quasi per niente)

Marzo 6, 2011 0 Di Momo

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Non è stata una gran escursione quella di ieri all’Alpe di Siusi. I motivi sono i più svariati e ve li racconterò mostandovi le foto della giornata. Come accennavo ieri nel post di preparazione all’escursione, tutto quello che pianifichi può cambiare, una volta che si è sul posto. Si parte. 
La giornata è ancor meglio di quello che le previsioni avevano pronosticato: in cielo non c’è mezza nuvola e la temperatura è intorno allo zero. Punto dritto verso la Val di Fassa.

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Eccomi a Moena. Il traffico è tranquillo, nonostante la massa degli sciatori si stia preparando per assaltare le piste.

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Sono a Vigo di Fassa, ma già da qui si vede in lontananza il protagonista di oggi: il Sassolungo.

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Superato Canazei inizio a salire i mitici tornanti che portano al Sella e al Pordoi. Ecco in uno scatto “rubato”, la cima innevata del Gran Vernel.

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Salgo tornante dopo tornante, la temperatura si aggira intorno ai -5°.

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Sbuco al sole. Sono intorno ai 2000 metri.

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Arieccolo. Il Sassolungo sfacciatamente illuminato dal sole.

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Svalico il Sella e mi fiondo verso la Val Gardena.

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Ancora 20 minuti ed arrivo al mio punto di partenza odierno. Eccomi a Monte Pana. Da qui si prosegue a piedi.

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Sono circondato da piste da fondo e da boschi.

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Salgo per una strada sterrata quasi completamente ghiacciata. Stare in piedi è un mezzo miracolo.

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Dopo 30 minuti sbuco all’inizio dell’alpe di Siusi e vedo le punte del Sassolungo.

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Ad un certo punto un rombo assordante. Arriva un bus con catene che sfreccia verso l’alto. Incredibile che un bus salga su per questa strada. Mi viene il leggero dubbio che mi sarei potuto risparmiare un bel po’ di camminata a piedi.

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Proseguo per Saltria, che è al centro dell’Alpe.

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Eccomi entrato ufficialmente nell’Alpe di Siusi.

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Osservate questi ciuffi di abete rosso.

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Sapete chi è che combina questi disastri? Gli scoiattoli.

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Spezzano tutte le punte degli abeti in cerca di cibo. Il danno per l’abete è notevole, anche se si tratta soltanto di una specie di potatura non voluta.

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Ad un certo punto si para davanti a me lo sciliar con la strapiombante Punta Santner.

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Là in fondo innevatissima, si vede la catena che chiude l’Alpe a est.

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Ed ecco il Sassolungo alle mie spalle. A quest’ora è completamente contro sole e quindi quasi infotografabile.

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Proseguo per la mia strada infinita che alla fine sarà lunga oltre 6 km. Nel frattempo altri bus mi hanno più volte sfrecciato vicino. Mi sa che al ritorno ne approfitterò, se l’ultima corsa non è troppo presto. Anche perchè attendere il tramonto vorrà dire restare qui fino alle 18.

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Cerco scorci carini qua e là, ma non è che ci sia molto. Non nego che questo tipo di paesaggio da inverno “sfiorito” mi fa un po’ schifo. Sugli alberi non c’è più neve e i prati ingialliti iniziano a fare capolino dai pendii. Troppe zone scurissime in contrasto con la neve sui prati. Non il massimo per fare belle foto, anzi.

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Dopo essere clamorosamente volato per terra per colpa della strada ghiacciata (per fortuna senza conseguenze), arrivo in una zona dove il sole rende il percorso più agevole. Ora cammino quasi in piano avendo raggiunto i 1800 metri dell’Alpe.

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Eccoci a destinazione: questa è l’Alpe di Siusi. Un pò spelata a dire il vero.

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Mi aspettavo un po’ più di neve e sicuramente non zone completamente senza.

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Dietro me c’è sempre il Sassolungo. Per poterlo vedere interamente devo allontanarmi da lui.

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Dovrei essere quasi arrivato alla fine della strada ghiacciata. Notare il bus che viaggia avanti e indietro. Poveri autisti che si devono smazzare sta strada tutto il giorno ogni giorno.

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Prima inquadratura decente della giornata. oggi la mia digitale fermerà il contatore delle foto a quota 274. Un po’ pochine per il mio solito standard.

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Dopo un’ora e 40 di scarpinata, arrivo di nuovo in mezzo alla civiltà. Che tradotto significa: impianti da sci, alberghi, auto e gran cagnara.

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Una prima inquadratura interessante del mega piano inclinato del SassoPiatto.

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Sono finalmente arrivato nel cuore dell’Alpe di Siusi e ora punto ancora più in alto. Devo farlo per forza se voglio inquadrare l’intero gruppo del Sassolungo. Passo tra le baite in mezzo alla neve.

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Alcune hanno i tipici recinti altoatesini che mi piacciono tanto.

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Questi turisti tedeschi hanno appena iniziato a scaricare le loro cose nella baita che useranno per le loro vacanze. Beati loro

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Arrivo al Rifugio Tirler, veramente molto carino.
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Gli affreschi sono fatti molto bene.
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Mi inoltro ancora per strade innevate. Con questo percorso arriverò oltre i 2000 metri.
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Davanti a me vedo le Odle e la conca sopra Santa Cristina. E’ la zona dove ho passato l’intera giornata nella mia precedente escursione. Anche lì neve ne vedo ben poca.
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Ancora lo scivolone del Sassopiatto.
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Ecco dove sono diretto. Tra quelle baite lassù. Mi sa che stasera avrò la faccia bordò dal sole e da tutto il riverbero della neve che c’è qui.

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Mi avvicino a questa baita. Sento nell’aria un profumino misto di salsiccia, patatine fritte e frittelle di mele. Mannaggia, al mio pranzo manca ancora una mezz’oretta. Devo resistere.
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Salgo ancora.
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Ecco com’è cambiato lo scorcio sul Sassolungo. Ora si apprezza maggiormente la visuale. Dovrei però slittare tutto sulla sinistra per avere una visione più scenografica. E’ quello che farò nel pomeriggio.
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Ho una sete bestia, ma non ho voglia di fermarmi ad aprire lo zaino. Allora mi mangio delle frittelle di neve.
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Che meraviglia di paesaggio. Qui si respira a pieni polmoni aria frizzantissima e sanissima.
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Questa è la cresta di Siusi, a fianco del Sassopiatto.
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Passo sotto la seggiovia. Gli sciatori mi guardano come un mezzo marziano munito di macchina fotografica.
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Ecco le piste da sci. La neve non è il massimo ma neanche malaccio per essere quella di marzo.
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Sciare con la magnifica presenza del Sassolungo è sublime.
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Mmmmhh, ottima baitina per pranzare.
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Qui direi che è perfetto. Sono anche al sole, così non mi raffreddo.
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Guardate che paesaggio ho davanti mentre mangio. La punta Santner. Il rancio è sempre lo stesso, tranne piccole varianti.
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Ma voi non sapete con che razza di voglia sto preparando questo panino, dopo essermi sparato oltre 12 km a piedi.
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Finito il pranzo riparto subito. Non c’è un attimo da perdere, devo spostarmi alla sinistra del Sassolungo. Ecco i tipici cavalli con la slitta dell’Alpe di Siusi.
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Sono molto vicino alla Punta Santner. Sopra lì c’è l’altopiano di Siusi. Lì sotto invece, oltre l’orizzonte innevato, c’è Castelrotto. Gli spuntoni che vedete oltre la Punta Santner si chiamano Guardie del confine.
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Eccomi al rifugio Paradiso, recentemente ammodernato.
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Qui è evidente lo spelamento della neve.
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Mi sto lentamente spostando alla sinistra del Sassolungo. Sono le 14.50 e mi rendo conto che sarà impossibile rimanere qui fino al tramonto. Alle 19.15 devo essere a casa e con tutta quella strada ghiacciata da fare a piedi, calcolando che il tramonto si concluderebbe alle 18, arriverei a casa intorno alle 21.30. Mi piange in cuore ma è così.
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Proseguo per i boschi.
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Ogni tanto passa questo strano mezzo cingolato che porta i turisti ai rifugi in quota. Sembra di essere in guerra!
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La visuale sul Sassolungo cambia ancora. Ora sono al centro esatto dell’Alpe di Siusi.
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Si avvicina l’ora dell’ultimo bus per arrivare alla macchina. Ho ancora tempo per qualche scatto.
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Purtroppo devo mollare qui. Sono certo che mi stia perdendo la parte migliore della giornata, fotograficamente parlando, ma non posso farci nulla. Devo proprio andare.
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Sono le 16.25. Salgo sull’autobus che in cambio di 3 euro mi farà risparmiare un’ora e mezza di strada ghiacciata in discesa.
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Durante il viaggio avevo un po’ di apprensione, perchè non è proprio normale viaggiare su un bus che scende per stradine impervie, con stapiombi sul bosco e strada ghiacciata. Ma arrivo comunque sano e salvo.
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Sul parabrezza, tanto per concludere la giornata alla grande, mi ritrovo una multina da 39 euro per non essermi accorto che lo spiazzo dove ho lasciato l’auto era a pagamento. Ma che cazz. Quelli dell’Alpe di Siusi sono veramente delle sanguisughe a livello di parcheggi. L’altra volta avevo pagato 20 euro per parcheggiare l’auto sopra Castelrotto. Mortacci vostri! Saluto malvolentieri il Sassolungo che da qui vedo così:
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E mi rimetto in auto. Dovrò risalire sul Passo Sella per tornare a casa e poi fare a ritroso la Val di Fassa. Ho mancato il tramonto sul Sassolungo e mi rifaccio in parte con quello sui bastioni del Sella che inquadro dai tornanti del Passo Sella.
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Eccomi in cima. Si riscende.
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Davanti a me la Marmolada.
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Eccola in tutto il suo splendore.
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Ancora le pareti del Sella illuminate dall’ultimo sole.
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Le sorprese oggi non sono finite. A tre tornanti da Canazei trovo una coda d’auto ferma piantata. Concluderò la giornata con 30 minuti di coda e arriverò a casa giusto all’orario stabilito.
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Ecco il percorso che ho fatto oggi. 18 km in tutto. Non ho potuto fare quello che volevo per mancanza di tempo. La prossima volta sarà il caso di attuare una tattica diversa se voglio attendere il tramonto. Devo per forza lasciare l’auto sopra Castelrotto e addentrarmi da lì verso l’Alpe di Siusi. Stare verso sinistra e aspettare gli ultimi raggi di sole. Non c’è altro modo per tornare a casa ad orari decenti.

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La cartina della zona.

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Se devo trarre dei lati positivi dalla gita di oggi, direi questi:
1) ho fatto un bel pò di movimento perdendo un chilo netto. 
2) Ho testato a fondo i miei scarponi e posso finalmente dire che il problema ai talloni è definitivamente risolto
3) Mi sono abbronzato mica male

Ecco, per il resto giornata da dimenticare. Per fare foto indimenticabili all’Alpe di Siusi, io suggerisco di recarsi sul posto appena dopo una copiosa nevicata e con una giornata di sole splendente. Gli alberi saranno pieni di neve, come i tetti delle baite. Certo, uscire dai percorsi battuti è un gran problema. Lo era anche oggi, perchè sprofondavo fino alle cosce e si fa una fatica maledetta per fare pochi km. Quindi l’ideale è sfruttare i percorsi invernali che solitamente vengono battuti e trovare delle buone inquadrature. Alla prossima!