Mai dire amici. Poca volontà di fare bene.
Stamattina ho risposto ad Aldo Grasso qui, sul sito del Corriere.it dove commenta la prima puntata di Mai dire Amici.
Ecco cosa ho scritto:
Come al solito Grasso esagera senza mai trovare equilibri di giudizio. O è nero o è bianco. Si, è vero, Mai dire amici poteva e doveva essere mooolto meglio. Le premesse c’erano tutte: una Diana da “sfruttare” al meglio, quintali di immagini di repertorio delle passate edizioni a cui attingere, fuori onda e immagini esclusive (si tratta pur sempre di un reality dove non tutto va in onda), personaggi eccentrici e gaffe a volontà. E invece si è visto il nulla o quasi. La sensazione, caro Grasso, non è di tristezza ma di pressapochezza. Come se i Gialappi fossero convinti che il programma sarebbe stato in piedi solo con la loro presenza. Ma non è così che funziona. Mai dire Amici si rivolge comunque ad un pubblico che del programma della De Filippi sa vita morte e miracoli e non si può e non si deve fare i pressapochisti. I Gialappi dovevano studiare molto molto di più, ma forse per mancanza di tempo, o di voglia o di budget, non è stato fatto. Mi sarei aspettato uno “studio” ambientato tra i corridoi della scuola di Amici, visto che i ragazzi ormai vivono nelle casette. Mi sarei aspettato incursioni di Diana nelle stesse casette con scanzonate prese per il sedere, a 360°, ecc… Quasi quasi mi vien voglia di chiamare i Gialappi e fargli da autore per la prossima puntata di “Mai dire Amici”. Ma ci sarà una prossima puntata?
Se ve la siete persa, qui è possibile rivedere la prima puntata di Mai dire Amici.