Nuovi confini per le Dolomiti?
Quella che vedete qui sopra è la Regione Dolomitica. O meglio, quello che potrebbe diventare presto il Trentino Alto-Adige. La nuova regione muterebbe i suoi confini perchè da parecchi anni la provincia di Belluno scalpita per entrare a far parte del Trentino Alto-Adige insieme alle due province a Statuto speciale di Trento e Bolzano. I primi tentativi di approccio a questa soluzione risalgono a ben 5 anni fa e il perchè va ricercato nella delicata posizione in cui si trova la provincia di Belluno, schiacciata tra le due province autonome e la regione veneto. Per meglio comprendere la questione, ecco un veloce passaggio preso da Wikipedia:
La provincia di Belluno occupa il 20% della superficie del territorio della regione Veneto ed è per lo più in una situazione geomorfologica di grande disagio con conseguente immenso dispedio di risorse per infrastrutture, servizi e salvaguardia del territorio. Nonostante gli incredibili sforzi economici di privati e amministrazioni locali, la differenza con le realtà confinati di Trento, Bolzano, Udine e Pordenone godenti di uno statuto speciale regionale e per quanto concerne il Trentino-Alto Adige anche provinciale, è spiazzante. La concorrenza di realtà che godono di finanziamenti a fondo perduto in numerosi settori, compreso il settore turistico e alberghiero, è sleale soprattutto se si pensa che la regione Veneto assegna alla provincia di Belluno solamente il 4,9% dei finanziamenti spettanti alle proprie province, pur rappresentando il Bellunese un quinto del territorio regionale.
Tutto ciò ha portato a un forte senso di disagio, in particolar modo i comuni confinanti con le realtà finanziariamente più avvantaggiate del Trentino-Alto Adige.
Ultimamente si è cercato di portare a conoscenza il serio problema di cui soffre la Provincia di Belluno, la quale ha l’esigenza impellente dell’attribuzione di una specificità amministrativa, meglio ancora di un’autonomia al fine di ovviare al problema della gestione delle risorse, della gestione delle acque, della concorrenza sleale nel settore turistico e produttivo e del sempre crescente dramma dello spopolamento della montagna.
Insomma, come avete capito la provincia di Belluno annaspa economicamente e demograficamente, nonostante le numerosissime risorse naturali che possiede. Come finirà? Io scommetto che Belluno entrerà presto a far parte del Trentino e lo dico per una ragione ben precisa che non è politica ma tutt’altro.
Osservate bene la provincia e i suoi confini.
Dentro questo “fazzoletto di terra” di 3700 km quadrati in cui vivono circa 213 mila abitanti, sono racchiusi i maggiori gruppi dolomitici recentemente divenuti patrimonio dell’Umanità tra cui: Tofane, Tre cime di Lavaredo, Monte Pelmo, Civetta, Antelao, Cristallo, Marmolada, Sella, Pale di San Martino, Marmarole, Sorapis, Cadini di Misurina, Croda Rossa d’Ampezzo e potrei continuare. Qui sono raccolte città di grido come Cortina d’Ampezzo, Auronzo e Pieve di Cadore, nonchè la stessa Belluno che nel 2009 è risultata la città prima in classifica come qualità di vita in Italia. Sempre in questa provincia scorre il fiume Piave, sacro alla patria e magnifici laghi alpini di Santa Croce, Misurina e Alleghe.
Con queste premesse ci vuole poco per capire che gola farebbe un territorio del genere alla Regione Trentino Alto-Adige. Come in un ipotetico Risiko alpino, la nuova regione acquisterebbe enorme visibilità e potrebbe assumere un nuovo nome, magari legato proprio ad una delle più celebri catene montuose del mondo, le Dolomiti. Nascerebbe la regione dolomitica che racchiuderebbe tutti insieme scenari naturali mozzafiato unici nel mondo e si staccherebbe per sempre dalle beghe di palazzo e della politica italiana acquistando una autonomia più forte e più presente sul territorio italiano.
Vedremo come andrà a finire. Per ora siamo ai giorni che precedono un referendum popolare che ormai sembra inevitabile. Poi si vedrà.
Io, sia chiaro, da amante della montagna dico si alla unione delle province di Trento, Bolzano e Belluno.