Nel freezer di Paneveggio
Stamattina, approfittando della finestra di bel tempo previsto che terminerà già dalla serata portando di nuovo neve, sono andato in escursione. L’intento era quello di immortalare boschi innevati e assolati, cime dolomitiche simili a Pandori spolverati, e devo dire che ci sono riuscito nonostante il freddo siderale.
Che fate, mi seguite nell’avventura?
Ore 7.40, parto di casa con una temperatura di -10.5 gradi e un cielo completamente sereno.
Percorro la provinciale verso il Passo Rolle. Per strada non c’è quasi nessuno.
Questo è il Latemar completamente imbiancato. Ieri ha smesso di nevicare intorno alle 15 circa e quindi c’è neve ovunque.
Arrivo dalle parti di Bellamonte.
Il bivio per andare alle piste del Lusia.
La zona del Parco di Paneveggio, dove gente come Allevi, Ughi, e altri importanti musicisti hanno un loro abete donato dall’Ente Parco Paneveggio.
Dopo 30 minuti circa, arrivo al parcheggio da dove parte la mia escursione.
Ehm, non sono proprio sicuro di voler uscire dalla macchina.
Mi faccio coraggio e apro la portiera. I peli del naso mi si irrigidiscono all’istante.
ma finisce tutto lì. E’ inutile che faccia la sceneggiata, sono vestito super bene e non patirò freddo quasi per nulla per tutto il giorno. Indosso infatti: intimo tecnico intero, felpa Mammut, pantaloni tecnici Montura, giacca imbottita anti vento e anti pioggia della North Face, Guanti MeRu, cappello. Con questo equipaggiamento potete andare dove volete anche con -20°.
La mia meta, lo avrete capito, sono le mitiche Pale di San Martino, percorrendo la Val Venegia. Mi incammino per la comoda strada forestale innevata con circa 45 cm di neve poco battuta.
La luna fa ancora capolino tra gli alberi pieni di neve.
La neve fresca crocchia sotto i miei piedi. la temperatura è tosta ma con la mia andatura accelerata non sento freddo.
Ad un certo punto devio momentaneamente il tragitto. Qualcosa attira la mia attenzione. E’ una fragorosa cascata semi ghiacciata.
Wow, scommetto che l’acqua è quasi calda al confronto dei -16° dell’aria.
Bellissimo. Riparto per la mia strada.
Inutile dirvi che sono completamente solo. Là in lontananza intravedo le Pale.
Questa potrebbe benissimo essere un’arma. Occhio a voi Gnomi della foresta! Se mi fate incazzare come l’altra volta…
Dopo 20 minuti circa di camminata, ci siamo. Sto per sbucare nella val Venegia con la stupenda vista sulle Pale di San Martino. Siamo a pochi km dal Passo Rolle e da San Martino di Castrozza.
Eccole! Naturalmente la mattina, a causa del loro orientamento, sono in ombra. Infatti è solo dalla tarda mattinata in poi che spero di fare belle foto.
Sulla mia sinistra il sole già illumina i pendii innevati.
Mentre sulle Pale per ora ci sono solo bellissimi giochi di luce.
Questa è la neve fresca caduta in questi ultimi giorni.
Procedo verso l’interno della Val Venegia.
Inizio a pensare che forse era il caso di munirsi di ciaspole.
I miei scarponi nuovi! Son tornati eh. Dopo essere andato al negozio dove li ho presi meno di un anno fa, e dopo essermi sfracellato i talloni più e più volte, ho finalmente un paio di scarponi degni di questo nome. Oggi, usandoli tutto il giorno non ho sentito più nessun dolore al tallone. Mi hanno ribattuto la parte posteriore dello scarpone e sembra che il problema sia stato risolto. Mi riservo però di provarli prima con salite più impegnative di quelle di oggi.
Proseguo ancora in cerca del sole.
Anche perchè le temperature anzichè alzarsi diminuiscono ancora!! Il mio marchingegno della Oregon Scientific segna -16.4!
Ma io vado avanti impavido.
Eccomi arrivato alla casetta di Gerard. Come Gerard chi? Gerard Depardieux!
Eh si perchè dovete sapere che nel 2000 qui è stato girato Mirka un film di veramente poco successo con quel nasone di Gerard Depardieux. E in quell’occasione è stata costruita questa baita, e altre strutture in legno proprio sotto le Pale. Ne avevo parlato anche qui 4 anni fa.
Poco più avanti c’è la Malga Venegiotta, ultimo avamposto umano prima del nulla. Dopo di che ci sono svariati km da fare prima di arrivare alla Baita Segantini che si affaccia sul Passo Rolle sulla destra delle Pale di San Martino.
La malga è deserta, come deserti sono i tavoli all’aperto strapieni non di polenta e formaggio fuso, ma di ghiacciatissima neve.
Decido che aspetterò qui il sole. E’ inutile proseguire a andare ai piedi delle Pale, perchè non le vedrei più nelle mie inquadrature. Tanto il sole non dovrebbe tardare molto. Lo vedo molto vicino a me dall’altra parte della valle.
provo a fare una chiamata nell’attesa. Il mio iPhone è un pezzo di ghiaccio! Speriamo non gli succeda niente.
Decido di andare sul fondo della valle vicino a quella lingua di luce.
Il sole sta facendo capolino tra due cime delle Pale.
L’atmosfera è bellissima e sono solo a godere di tutto ciò. Ma penso che grazie a queste foto i miei lettori abituali saranno qui con me!
Vicino a me scorre un fiumiciattolo completamente surgelato.
Però avvcinandomi ulteriormente sento distintamente un rumorino…
Eh, è il gorgoglio del torrente. Sotto uno strato di ghiaccio che regge tranquillamente il mio peso, scorre l’acqua.
Decido di tornare sui miei passi, tanto il sole sta per arrivare. Guardate che meraviglia la Malga Venegiotta con il Mulaz alle sue spalle!
Riecco la baita di Gerard. Col sole è più bellina.
Molto lontano da me vedo la Cima Bocche (2745 metri)
e una pericolosissima cresta di neve riportata vicino al Mulaz. Tornando a casa poi saprò che oggi alcune slavine hanno causato morti sulle Alpi e sugli Appennini.
In effetti bisogna stare attenti con la neve instabile e il vento di questi giorni, soprattutto frequentando le cime dei monti. E’ anche per questo che oggi sono venuto qui, dove non c’è nessun tipo di pericolo.
Anche io comunque devo darmi un bel da fare con i miei 45-60 cm di neve fresca e le ciaspole che ho lasciato furberscamente a casa.
Ancora uno scattino vicino alla baita di Gerard.
Poi vado alla ricerca di particolari.
La sopra deve tirare un vento dell’accidenti, vedo tutta la neve che vola.
Continuo a camminare a ritroso dove sono passato poche ore fa, ma questa volta c’è il sole ad accompagnarmi e aumenterà sempre più.
Seguo il greto del torrente Travignolo.
Che meraviglia! Io quando fotografo col sole, rinasco.
E’ meraviglioso. Anche la temperatura ora è meno rigida. Saremo intorno ai -6°.
Inizio a sentire vagamente il profumo di pane fresco che arriva dallo zaino. Mi sa che è ora di un bel pranzetto al fresco. Dove ci mettiamo in mezzo a tutta sta neve? Uhm, quel posto dovrebbe andare.
Ci sarà un po’ da lavorare, ma dovrebbe potermi ospitare.
Et voilà! Mi son fatto un po’ di posto.
Può partire il lauto banchetto. Oggi non c’è assolutamente problema nel tenere in fresco la Cocacola. Anzi devo stare attento che non si ghiacci.
E questa è la conclusione in bellezza: una buonissima briosche con ripieno di marmellata.
Dopo pranzo riparto immediatamente. Stare fermi è impensabile, arriva subito il freddo a morderti nei reni.
Le Pale sono ancora in ombra e sotto l’effetto del vento in quota.
Chissà cosa dev’essere stare su quelle cime adesso. Ci sarà una temperatura percepita di -20° sicuro.
Io continuo a spostarmi in direzione opposta alle Pale.
Voltandomi ogni tanto trovo paesaggi incantevoli e scatto.
Questa zona è piena di rivoli d’acqua che arricchiscono moltissimo il paesaggio.
Ed in effetti la Val Venegia è fantastica sia d’inverno che d’estate.
Toh, degli umani inciaspolati.
Li lascio immergersi nel bellissimo paesaggio.
Per fotografare spessissimo sono fuori dalle tracce sul sentiero e quasi mi spiace rovinare questo manto bianco nuovo nuovo.
In quel buco ci sono finito io fino alla vita. Hehe, nulla di grave ma ti senti sprofondare all’improvviso e pensi di finire nelle tane degli gnomi. Continuo a seguire il fiume Travignolo in cerca di spunti e inquadrature insolite.
Nel frattempo il sole sta girando e sorpassando la linea immaginaria alla destra delle Pale iniziando ad illuminarle.
Qui all’ombra fa di nuovo parecchio freddo.
E’ come essere dentro ad un gigantesco freezer.
Ed ora un po’ di rock di quello forte. Viraggi applicati con Lightroom e corretti in Photoshop.
Mi inerpico in alto in cerca di un po’ di sole.
Mhh, questo mi sembra un bell’angolino per aspettare che il sole giri.
Starò fermo qui circa 40 minuti prima che il sole sparisca anche da questo spiazzo privo di neve.
La Val Venegia, luogo dove ho scorrazzato per tutto il giorno avanti e indietro, è quasi completamente in ombra.
Ma in compenso ora ci sono le Pale al sole. E’ pazzesco come il cambio delle ore della giornata trasformi i paesaggi in montagna.
Decido di aspettare il tramonto, ma inizia ad alzarsi un vento gelidissimo. Mi avvicino alla Malga Venegia, sorella della Malga Venegiotta ma posta all’inizio della valle.
Rimarrò dentro quelle vetrate per circa un’ora, in cui metterò in pratica il mio primo time-lapse della storia. Un esperimento fotografico di cui vi parlerò a parte.
Sono le 15.40, manca poco al tramonto sulle Pale. Esco di nuovo sfidando il freddo e aspetto.
Cambio il bilanciamento del bianco e inizio a scattare particolari e scorci pittoreschi. E’ una fiaba!
Come avete visto, arrivano le nuvole, sempre più intense. In effetti per sera è prevista neve di nuovo.
Il Cimon della Pala gioca a nascondino tra le nubi.
Il vento non da tregua, e immaginatevelo con una temperatura di -12°.
Sta calando rapidamente il sole e le nuvole impediscono una visione ottimale del tramonto.
In meno di 5 minuti dopo il calar del sole, il paesaggio muta di nuovo diventando spettrale.
E’ tempo di tornare a casa. Lo spettacolo è finito e inizio ad avere freddo.
Ecco di nuovo la strada dell’andata.
Monto in macchina e via veloce verso casa. In realtà vado piano, le strade son ghiacciate. E’ solo la foto che da la sensazione di velocità.
Non vedo l’ora di farmi una doccia bollente, dopo esser stato tutto il giorno sotto zero mi sembra il minino, non vi pare?
(TPP) 4 ore.