Il pane che non c’è più
Oggi è un triste giorno per il mio palato. Dopo 30 anni di onorata carriera va in pensione e chiude la bottega il mio panettiere di fiducia, colui che era in grado di sfornare un pane pazzescamente buono, preparato e cotto nel suo personale retrobottega e non nei grandi stabilimenti industriali come spesso oggi succede.
Gli zoccoletti che ero solito prendere ogni giorno, avevano un profumo e un gusto che non ho ancora trovato da nessun’altra parte: l’aroma leggermente focaccioso, probabilmente per merito dell’olio usato nell’impasto oppure di qualche sistema di cottura o altre diavolerie da fornaio. La mollica sempre bianca e profumata, morbida e gustosa. La crosta sempre croccante, con un colore dorato e la farina a sporcarne la superficie.
Insomma, da oggi non potrò più mangiare questo pane. Nelle prossime settimane un altro tizio prenderà in mano la panetteria, tra l’altro unica del paese, e chissà cosa accadrà. Di sicuro si sa già che il forno nel retro verrà smantellato e il pane verrà cotto in un paese vicino.
Che tristezza. Almeno fossi riuscito a “rubare” la ricetta dei miei mitici zoccoletti!