La benedizione del capitello ai piedi delle Torri del Vajolet
Ieri sono stato chiamato, in qualità di fotografo ufficiale da uno di voi, da una lettrice di Squarciomomo che ho avuto il piacere di conoscere proprio in questa circostanza. Maria Teresa mi ha contattato per uno degli eventi che la sua associazione, Fassa Lux, ha organizzato ai piedi delle Torri del Vajolet, uno dei luoghi più suggestivi delle intere Dolomiti.
Si trattava di fotografare l’inaugurazione e benedizione di un capitello in legno con annesso dipinto su tavole antiche alla presenza dell’Arcivescovo nonchè Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, del Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, della Procuradora del Comun General de Fascia Cristina Donei e di vari rappresentanti della Guardia di finanza trentina, della Scuola di Polizia di Moena e poi dei sindaci di Vigo e Pozza di Fassa di una ventina di sacerdoti e preti provenienti da Napoli, Polonia, e altre località. Non ultimo, presente anche il capo del soccorso alpino di Centro Fassa e tutti i ragazzi del Fassa Lux.
Maria Teresa, che mi ha chiamato e che segue questo blog da due anni, vive in Val di Fassa ed è quindi di casa e la ringrazio fin d’ora per l’opportunità che mi ha concesso.
Vi racconto nel dettaglio la giornata con l’ausilio di foto e video (anche se brevi e non di eccelsa qualità).
La mattina è iniziata molto presto e le temperature a Pera di Fassa erano freschine: 5 gradi.
Si trattava di fotografare l’inaugurazione e benedizione di un capitello in legno con annesso dipinto su tavole antiche alla presenza dell’Arcivescovo nonchè Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, del Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, della Procuradora del Comun General de Fascia Cristina Donei e di vari rappresentanti della Guardia di finanza trentina, della Scuola di Polizia di Moena e poi dei sindaci di Vigo e Pozza di Fassa di una ventina di sacerdoti e preti provenienti da Napoli, Polonia, e altre località. Non ultimo, presente anche il capo del soccorso alpino di Centro Fassa e tutti i ragazzi del Fassa Lux.
Maria Teresa, che mi ha chiamato e che segue questo blog da due anni, vive in Val di Fassa ed è quindi di casa e la ringrazio fin d’ora per l’opportunità che mi ha concesso.
Vi racconto nel dettaglio la giornata con l’ausilio di foto e video (anche se brevi e non di eccelsa qualità).
La mattina è iniziata molto presto e le temperature a Pera di Fassa erano freschine: 5 gradi.
Con le Jeep del soccorso alpino sono partito da Pera in direzione Valle del Vajolet, un posto incantevole che ho frequentato più volte (qui una delle tante escursioni fatte). Ci ha accompagnato per tutto il giorno un cielo bluissimo e un bel sole caldo.
Le protagoniste della giornata sono state indubbiamente loro, le Torri del Vajolet, magnifiche cattedrali di roccia che si stagliano nel cielo fino a raggiungere i 2821 metri con la torre principale.
Con i nostri mezzi abbiamo oltrepassato il rifugio Gardeccia e abbiamo proseguito su su fino al rifugio Preuss a strapiombo sulla Valle del Vajolet a 2243 metri di quota.
Questi luoghi li ho sempre raggiunti a piedi con ore di cammino, quindi oggi mi sentivo un privilegiato. Ecco una delle nostre jeep arrancare con le ridotte inserite su per i tornanti dell’unica strada bianca che arriva qui.
Da qui ho proseguito a piedi, anche perchè non c’è altro modo di arrivare al prossimo rifugio, il Re Alberto I, teatro dell’evento di oggi. 40 minuti circa di piccola scalata su roccia, relativamente semplice.
A camminare con me c’erano i ragazzi del soccorso alpino e delle guide alpine della zona. Mi sentivo stranamente protetto!
Ecco ancora le torri, che durante la salita hanno la capacità di cambiare completamente forma agli occhi di chi le osserva.
Ad un certo punto ecco spuntare all’improvviso colui che mi terrà piacevolmente compagnia (per la mia grande gioia) per tutta la giornata, l’elicottero della regione Trentino Alto Adige, nonchè del Soccorso alpino e dei vigili del Fuoco. Mai e poi mai immaginavo che a fine giornata sarei tornato indietro proprio con quel mezzo!
Farà la spola avanti e indietro 4-5 volte per portare le persone e le autorità che non sarebbero state in grado di salire fin quassù, cardinale compreso.
La salita verso il rifugio Alberto I prosegue.
La salita verso il rifugio Alberto I prosegue.
Le torri han cambiato ancora forma e ancora la cambieranno mostrando solo alla fine la loro vera potenza plastica.
Su uno dei suoi costoni ci sono già da un pezzo gli arrampicatori folli, coloro che non soffrono certo di vertigini e che salgono a conquistare le vette che furono violate per la prima volta intorno alla fine dell’800.
Poi ho collegato e capito che era il piccolo gruppo di musicisti chiamati a suonare per l’evento di oggi. Arrivo al rifugio e c’è Maria Teresa ad aspettarmi, salita molto prima di me e rigorosamente a piedi. Poco dopo arriva di nuovo l’elicottero con a bordo il cardinale.
L’elicottero se ne va per prelevare altre persone. Questo mezzo può trasportare non più di 4 persone, più il pilota e co-pilota.
Il capitello che sarà benedetto.
Mentre si conclude la cerimonia, gli alpinisti duecento metri sopra di noi si “divertono” ad arrivare in cima alle torri.
Fotona di gruppo finale.
Dopo il pranzo in rifugio, l’elicottero si prepara per riportare le autorità dove sono state prelevate.
Ultimi scatti alle Torri.
La giornata è ormai all’epilogo, quando improvvisamente si prospetta la possibilità per me, di tornare al Rifugio Gardeccia (1600 metri più in basso) con l’elicottero.
Non sto più nella pelle, e dopo qualche minuto di attesa è arrivato il mio momento.
Non sto più nella pelle, e dopo qualche minuto di attesa è arrivato il mio momento.
Salgo con altri tre ragazzi, il co-pilota e il pilota. L’elicottero parte immediatamente spostandosi all’indietro. Il pilota probabilmente, avendo visto i componenti del mini viaggio appena iniziato, ci tiene a far vedere un pò di evoluzioni. Dopo 6 secondi di numero sono già a metà della salita che stamattina ho fatto in 30 minuti. Dopo 13 secondi sono già sbucato sulla Valle del Vajolet. Al secondo 35 sono sopra il Gardeccia ma avanziamo ancora di qualche centinai di metri, e subito dopo capisco il perchè. Al secondo 40 l’elicottero piega mostruosamente sulla sua destra e io non capisco più da che parte sono girato. nel video mi si sente esclamare una piccola imprecazione e fare un urletto quando mi rendo conto che dal finestrino di fianco a me vedo i tetti delle baite perpendicolari alla mia visuale (secondo 45). I miei compagni di viaggio ridono. Minuto 1:06 il co-pilota individua un prato dove atterrare facendo opportunamente scappare 4-5 mucche che pascolavano. Minuto 1:28 si atterra. Minuto 1:48 stando bassi con la testa aspettiamo che l’elicottero riparta per il Re Alberto I. Minuto 2:13 l’elicottero se ne va. E’ tutto finito.
Ecco il video integrale. Purtroppo l’esposimetro della D90 ha fatto un pò i capricci calcolando la luce dell’esterno e quella dell’interno dell’abitacolo e quindi alcune scene sono sovraesposte. Con una videocamera seria sarebbe venuto meglio.
Ecco il video integrale. Purtroppo l’esposimetro della D90 ha fatto un pò i capricci calcolando la luce dell’esterno e quella dell’interno dell’abitacolo e quindi alcune scene sono sovraesposte. Con una videocamera seria sarebbe venuto meglio.
Il volo è durato in tutto poco meno di 1 minuto e 30 con i quali ho fatto un percorso che a piedi si fa in un’ora e 40 minuti minimo. E’ stata un’esperienza pazzescamente bella che rifarei immediatamente, magari in volo sulle più belle cime delle Dolomiti. Questi elicotteri sono abituato a vederli volare sopra casa mia ogni qualvolta c’è qualcuno in difficoltà in montagna, o quando c’è la necessità pressante di portare feriti all’ospedale di Trento o di Cavalese. E’ a loro e a chi li pilota che si deve la vita di centinaia di persone.
Dopo l’atterraggio torniamo verso la civiltà. Le torri del Vajolet sono ormai lontane.
Dopo l’atterraggio torniamo verso la civiltà. Le torri del Vajolet sono ormai lontane.
Qui al Gardeccia i bimbi con le rispettive famiglie, si godono la splendida giornata di sole proprio sotto il Catinaccio d’Antermoia.
Mi incammino lungo la strada che mi porterà alla mia macchina. Mancano ancora diversi km all’arrivo, ma fortunatamente la troupe della Rai che sta scendendo in auto, mi vede a lato strada e mi fa salire. In pochi minuti sono alla macchina e mentre accendo l’auto, mi rimane negli occhi quest’immagine, l’ultima foto che ho fatto oggi tra le 550 e oltre che ho scattato.
Ecco l’articolo sull’evento uscito sull’Adige di questa mattina, corredato da uno dei miei scatti.