Assediati dai boschi

Maggio 6, 2010 0 Di wp_14635186
Spesso, molto spesso si sente parlare di deforestazione, desertificazione, siccità. Sono sicuramente aspetti che a livello mondiale devono assolutamente essere tenuti sotto controllo perchè pericolosissimi per l’ecosistema generale della terra.
Ma se vi dicessi che qui in Val di Fiemme il bosco avanza di due metri quadrati ogni minuto che passa? Non ci credete? Eppure è così. Certo, non vedrete gli alberi che camminano verso di voi, questo è ovvio, ma il dato scaturito da un indagine condotta dal Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, non lascia dubbi: ogni anno in Trentino il bosco aumenta di 100 ettari, sia verso l’alto, che verso il fondo valle. Dal 1973 al 1999 l’aumento è stato di 18.000 ettari e il merito sapete di chi è? Incredibile a dirsi, ma è dell’uomo. La cosa paradossale è che tutto ciò non sta avvenendo per il ravvedimento dell’uomo stesso, ma per le sue mutate abitudini di vita.
Diciamo che il bosco si sta riprendendo gli spazi che l’uomo dagli inizi del ‘900 aveva iniziato progressivamente a portagli via: a quei tempi servivano nuove zone da trasformare a pascolo per poter nutrire il bestiame delle tante centinaia di malghe che stavano sorgendo qua e là, servivano strade, appezzamenti liberi per la coltivazione di orti. In quegli anni c’era veramente poco con cui vivere, e anche un piccolo fazzoletto di erba magari presso un pendio scosceso e poco accessibile, veniva disboscato, lavorato, concimato e sfalciato, ricavandone fieno per le mucche.
Ora tutto è cambiato e con l’avvento del turismo sono sparite moltissime realtà che tiravano avanti grazie alla pastorizia e all’agricoltura, alle loro malghe e ai pascoli. Decine e decine di contadini hanno smesso le proprie attività proprio perchè non più prioritarie per il sostentamento della famiglia, e si sono dati ad altro. E così il bosco avanza ri-tapezzando quei pascoli che una volta erano suoi.
Per assurdo, se l’uomo scomparisse di colpo da questa valle
nel giro di vent’anni sarebbe interamente ricoperta di alberi.
Già in questo momento, solo in Val di Fiemme, esistono 60 milioni di alberi che hanno una copertura del 60% del territorio. E’ stato calcolato che in questa valle ci siano circa 3000 alberi per ogni residente, e se pensate che per far respirare un uomo per tutta la durata della sua vita sono sufficienti 20 alberi, potete immaginare quanta generosità ha nei nostri confronti la natura in questi luoghi incantati.
Come in tutte le cose però, ci sono i pro e i contro. Se da un lato l’aumento della superficie boschiva favorisce il miglioramento della qualità dell’aria apportando più ossigeno e assorbendo carbonio, aumenta la sicurezza del territorio ponendolo al riparo da alluvioni, frane e smottamenti per la capacità del bosco di “legare” il terreno, dall’altro lato si ha una perdita della varietà del paesaggio.
L’alternanza di spazi chiusi e aperti è fondamentale per la creazione dell’habitat ideale per caprioli, cervi, camosci, ecc.. Se è vero infatti che questi animali selvatici trovano riparo nel bosco e lì si riproducono, è altrettanto vero che è nei pascoli che trova l’erba da mangiare e di cui nutrirsi. Senza contare tutte le piante che di questi luoghi non possono fare proprio a meno. Pensiamo alle decine di centinaia di fiori alpini che punteggiano i prati di alta montagna.
Insomma si andrebbe ad alterare un equilibrio già ben rodato e che ha dato i suoi frutti negli ultimi decenni.
Vi ho raccontato tutto questo perchè magari dalle città spesso si ha un pensiero distorto su quello che può accadere all’ambiente montano. E’ vero, spesso ci sono situazioni in cui vincono gli impianti di risalita anzichè la natura, ma col dato che vi ho fornito oggi, penserete al Trentino e in generale a tutto l’arco alpino, come un polmone verde in costante crescita.
FOTO: archivio di Momo (Valli di Fiemme e Fassa)
(TPP) 45 minuti.