Correndo tra i boschi

Aprile 29, 2010 0 Di wp_14635186

Oggi vi porto con me nel percorso che faccio correndo da un mese a questa parte. Si perchè non vi nascondo che la voglia di correre nasce anche dal desiderio di tornare tra le curve di quel percorso, così intimo, così profumato, silenzioso e rilassante. Poi l’ora in cui corro è forse la più bella della giornata in questo periodo. Il sole è già molto basso nella valle e volge quasi al tramonto come potete vedere nello scatto qui sopra. La strada che percorro è completamente asfaltata, chiusa al traffico, e si snoda completamente immersa nella natura. E’ ufficialmente una pista ciclabile di svariati chilometri in cui però non c’è mai l’affollamento fastidioso che ti deconcentra, anzi in questo periodo dell’anno è difficile incontrare qualcuno. Questo è uno dei passaggi più esposti.

Stiamo per passare sopra una pista da sci che è stata chiusa circa 15 giorni fa. Come potete vedere la neve, che qui era alta circa un metro, ora non c’è quasi più e i podisti sono liberi di passare, anche se la possibilità di aggirare l’ostacolo nevoso viene comunque lasciata.

Infatti volgendo lo sguardo a valle, vi accorgete subito che siamo alla fine della pista, e quelli sono gli impianti di risalita (ovovia). Ora è tutto deserto, ma fino a poco tempo fa qui era tutto un via vai di turisti sfreccianti, sci, snowboard, ecc…

Proseguiamo lungo il percorso che faccio solitamente, che è quasi tutto in piano se escludono due salite e altrettante discese.

Passare qui ogni volta mi apre i polmoni: il profumo di resina, muschio e legno mi arriva intenso e persistente. E’ una carica adrenalinica notevole.

La stradina ha di lato un paesaggio abbastanza vario. Si passa dal bosco fitto, ai prati al sole, dalle pareti di roccia al corso di torrenti.

Lungo il tracciato ci sono queste paline segnaletiche che ti fanno capire quanti km stai facendo, sempre che tu non abbia già altri sistemi di calcolo.

Ad un certo punto si passa davanti a questo prato, che è un posto un pò speciale. Vedete quelle cose indistinte là in fondo sotto quell’abete?

Avviciniamoci.

Questo è il punto in cui cadde la funivia del Cermis, tranciata di netto da un Prowler il 3 febbraio 1998 e che causò 20 morti. Quell’avvenimento passò alla storia come “Strage del Cermis“. Qui sono state lasciate testimonianze, foto e fiori che vengono rinnovate di volta in volta da parenti e amici che vengono da tutta Europa per commemorare i loro cari.

La funivia fece un volo di 80 metri prima di ridursi ad un ammasso di lamiere proprio in questo punto.

E’ un luogo che trasuda dolore e rabbia.

Ogni volta che passo di qui, getto lo sguardo là in fondo e penso alla fine che han fatto quei poveracci in vacanza qui nell’nverno del ’98.

La strada prosegue nel bosco

Ecco le mie nuove Nike in azione. Danno veramente una sensazione di impatto stra-morbido col terreno, e poi sono leggerissime e traspiranti di bestia.

Altro punto meraviglioso del percorso.

Il fiume che scorre parallelo alla pista ciclabile qui fa un ansa e crea angoli davvero suggestivi.

Proseguendo si incontra una salita decisa che segna il punto di svolta della mia corsa giornaliera.

Arrivato in cima a quella salita, torno indietro.

Non prima di aver ammirato anche questo intimo angolo di natura.

Tornando verso casa ho il sole alle spalle.

Sopra la mia testa, rocce sporgenti e pendii scoscesi.

Un HDR che rende bene l’idea dell’atmosfera.

Lungo i piccoli torrenti iniziano le fioriture di anemone giallo

Siamo alla fine del percorso. Il sole sta tramontando, è tempo di tornare a casa.

(TPP) 45 minuti.