Pasquetta a Fuciade
Buongiorno gente, qui nelle lande dolomitiche il freddo continua a farla da padrone. Stamattina cielo sereno e temperatura di -1,4 gradi. Le cucine economiche a legna funzionano ancora a pieno regime, e i cappotti e piumini non sono ancora nell’armadio, anzi…
E siccome qui in trentino siamo dei masochisti, la mia gita di Pasquetta aveva come metà un rifugio a 2000 metri di altezza.
Il luogo non è nuovo per chi mi segue da tempo su Squarciomomo. Sto parlando di Fuciade (qui potete vedere la stessa zona in estate), una conca bellissima ai piedi di Cima Uomo nella parte più elevata del Passo San pellegrino che divide Falcade da Moena, un luogo da cui è possibile spaziare con lo sguardo fino alle Pale di San Martino e alle Dolomiti bellunesi.
Arrivare al rifugio in inverno non è difficile, anche perchè lasciata la macchina al posteggio, chi vuole evitare di camminare in mezzo alla natura su neve battuta, può usufruire di tre diversi mezzi di trasporto per percorrere i quasi 3 km che dividono il posteggio dal rifugio: motoslitta, slitta trainata da cavalli, gatto delle nevi. Ecco la zona interessata (ingrandibile): in rosso vedete la statale 346 del Passo San Pellegrino, in verde e rosa vi ho segnato i percorsi da fare in auto (nella stagione estiva) e a piedi (nella stagione invernale).
E siccome qui in trentino siamo dei masochisti, la mia gita di Pasquetta aveva come metà un rifugio a 2000 metri di altezza.
Il luogo non è nuovo per chi mi segue da tempo su Squarciomomo. Sto parlando di Fuciade (qui potete vedere la stessa zona in estate), una conca bellissima ai piedi di Cima Uomo nella parte più elevata del Passo San pellegrino che divide Falcade da Moena, un luogo da cui è possibile spaziare con lo sguardo fino alle Pale di San Martino e alle Dolomiti bellunesi.
Arrivare al rifugio in inverno non è difficile, anche perchè lasciata la macchina al posteggio, chi vuole evitare di camminare in mezzo alla natura su neve battuta, può usufruire di tre diversi mezzi di trasporto per percorrere i quasi 3 km che dividono il posteggio dal rifugio: motoslitta, slitta trainata da cavalli, gatto delle nevi. Ecco la zona interessata (ingrandibile): in rosso vedete la statale 346 del Passo San Pellegrino, in verde e rosa vi ho segnato i percorsi da fare in auto (nella stagione estiva) e a piedi (nella stagione invernale).
Infatti in estate il rifugio si raggiunge anche in auto, ma io vi consiglio caldamente la passeggiata lungo la strada forestale. Molto più appagante sotto tutti i punti di vista, non foss’altro per il fatto che arriverete al rifugio ancora più affamati.
Le condizioni climatiche di ieri erano le seguenti: temperatura intorno allo 0°, folate di vento provenienti da nord-est, sole pallido, manto nevoso attorno al metro e 30, neve farinosa.
Ma passiamo alle foto. Ecco la zona di partenza dei mezzi che portano al rifugio. Questo è il piccolo gatto delle nevi con vagone passeggeri annesso.
Le condizioni climatiche di ieri erano le seguenti: temperatura intorno allo 0°, folate di vento provenienti da nord-est, sole pallido, manto nevoso attorno al metro e 30, neve farinosa.
Ma passiamo alle foto. Ecco la zona di partenza dei mezzi che portano al rifugio. Questo è il piccolo gatto delle nevi con vagone passeggeri annesso.
Eccolo in azione, mentre sfreccia sulla neve battuta.
E questa è la slitta trainata dai cavalli.
Queste erano le condizioni meteo del tardo mattino.
La strada che porta al rifugio è prevalentemente piana con alcune salitelle che ogni tanto si alternano a tratti in piano. Il dislivello totale dal parcheggio al rifugio è di appena 50-60 metri.
Questo è il punto dove iniziano i bellissimi fienili di Fuciade e dove lo sguardo può spaziare maggiormente.
Ecco le Pale di San Martino nella loro versione quasi lunare.
Fortunatamente il tempo migliora durante la camminata verso il rifugio.
Guardate che scorci fantastici!
Questo è il paesaggio che avevo davanti a me, spazzato da folate di vento abbastanza freddino. Sulla sinistra potete vedere Cima Uomo, 3010 metri.
Gli ultimi fienili prima di arrivare alla meta.
Eccoci al rifugio Fuciade (ingrandibile)!
E dopo una breve attesa, finalmente si mangia! Questi, alcuni dei piatti che mi sono passati sotto il naso.
Dopo pranzo un bellissimo sole ha accompagnato la nostra digestione all’aperto.
Alcuni scorci nei dintorni del rifugio.
Cima Uomo fotografata col tele.
Turisti pronti a tornare al parcheggio di partenza.
La neve farinosa trasportata dal vento.
Prima che qui crescano le margherite estive, ci vorranno ancora parecchie settimane di caldo sole.
Alcune riprese ravvicinate delle montagne vicino a me. Guardate quanta neve accumulata sulle creste e sui pendii.
Le Pale di San Martino.
Fuciade visto da dietro.
E’ giunta l’ora di rientrare. Mi aspettano altri 40-50 minuti a piedi, ma per me sono un divertimento unico.
Guardate cosa è capace di fare il vento con la neve.
E qui vi potete rendere conto che tipo di Pasquetta ho passato. Non certo tra i prati in fiore! Il vento in alcuni momenti era micidiale.
Ancora un panorama ingrandibile della zona di Fuciade.
Ecco un mio maldestro tentativo di uscire dalla strada battuta per fare qualche scatto. Sono stato inghiottito fino al bacino.
Addio Fuciade. A questa estate!
(TPP) 2 ore e 20.