Il concerto di Alessandra Amoroso a Trento

Marzo 11, 2010 0 Di wp_14635186

Fortunatamente la nevicata di ieri non ha compromesso l’avvicinamento al luogo dove si sarebbe tenuto il concerto. Sono partito di casa alle 17 e dopo quasi un’oretta ero davanti all’Auditorium di Trento dove erano già presenti, opportunamente transennate, una trentina di ragazzine urlanti tutte le canzoni della Amoroso. Sono rimasto lì fuori in attesa dalle 18.15 alle 20, e qui devo dire, meno male c’era una pensilina esterna altrimenti quest’attesa era tutta sotto l’acqua che alle 19 si è trasformata in neve. Alle 20, scandito dal countdown assordante delle ragazzine di cui sopra, si sono aperti i portoni dell’Auditorium. Dopo una veloce corsetta ero piazzato in 4° fila, posizione di testa, con una visuale pressochè perfetta.

Il palco, relativamente piccolo per un concerto, era addobbato con pochi semplici elementi: 7 grandi palle bianche e basta. L’auditorium si è riempito velocemente fino ad arrivare al tutto esaurito già ampiamente annunciato. 838 posti tutti occupati. L’attesa del pubblico, passava ammirando gadgets vari appena acquistati e sentendo le canzoni di Alessandra negli iPod.

Sono le 21.15, l’auditorium è al completo da un bel pezzo e attende solo l’arrivo delle prime note dal palco.

Alla regia luci e audio, è presente un mac, e un altro portatile meloso è appoggiato sulle tastiere sopra il palco. Dove c’è musica, c’è Apple.

Ore 21.32, con un assordante boato allo spegnimento delle luci, inizia il concerto. le palle bianche di prima faranno da catalizzatori per gli effetti visivi. Semplice ma suggestivo.

Alessandra è vestita Fornarina dalla testa ai piedi, entra lateralmente, come i musicisti e inizia subito a cantare.

Alla terza canzone ho la netta sensazione che Alessandra sia giù di voce, rauca o comunque molto tirata vocalmente.

Questo tour dev’essere stato un mezzo calvario per Alessandra, con date più volte rinviate o cancellate per problemi di salute e di altra natura. Ma da subito si è intuito che Alessandra stesse vivendo un periodo molto intenso dal punto di vista lavorativo, troppo intenso, specialmente per la sua voce non abituata a lunghi stress (fino a due anni fa era commessa in un negozio). Se poi aggiungiamo che il suo repertorio è composto dall’80% di brani che devo essere cantati a pienissima voce con estensioni in alcuni tratti quasi impossibili, si può capire bene il pericolo di alto stressamento vocale a cui Alessandra era destinata.

In ogni caso lei cerca di mettercela tutta durante l’intero concerto, lasciando alcuni acuti agli urli del pubblico. La voce di Alessandra inciampa soprattutto nelle note basse e nei passaggi delicati. Li si capisce bene il piccolo dramma che Alessandra sta vivendo in questi giorni. Il suo volto ogni tanto lascia trasparire la preoccupazione, soprattutto nei momenti in cui il palco è quasi al buio.

Il pubblico comunque si diverte come un pazzo e canta tutte le canzoni a squarciagola. Alessandra interagisce col pubblico con piccoli commenti e tanti ciao fatti con le mani. La ragazza è veramente timida anche se davanti al lei ci sono solo 800 persone.

Tra una canzone e l’altra, c’è anche il tempo per alcune cover tra cui quella di Mia Martini, Almeno tu nell’universo.

Verso la fine del concerto arrivano i pezzi forti: Stupida, Immobile, pezzi molto impegnativi dal punto di vista vocale. Alessandra spara le ultime cartucce riuscendo sempre a portare a casa tutti gli acuti senza cedere.

Dopo un’ora e 40 di concerto, Alessandra ringrazia gli sponsor e presenta la sua band (non il massimo, soprattutto le chitarre)

Le luci si spengono, Alessandra scura in volto e stanca, esce dal palco. Questa sera l’attende un altro concerto a Brescia e sabato l’ultima tappa di questo “Senza Nuvole Tour” a Padova, poi la probabile piccola operazione all’inguine già annunciata dalla stessa Amoroso prima dell’inizio del tour.
Le faccio un grande in bocca al lupo per la sua carriera e che la voce la accompagni e la sostenga a lungo.
Vi lascio con il video girato con al D90, di uno dei brani cantati verso la fine del concerto. All’inizio è un pò sfuocato, ma poi è perfetto. L’audio in alcuni punti va in distorsione, ma si sente più che bene.