Ali e radici Tour 2010. Il concerto di Eros a Bolzano (1)
Ieri sono uscito un’ora prima dal lavoro per poter essere davanti ai cancelli del Palaonda alle 18.30 circa. Sono arrivato e già un discreto numero di persone attendeva davanti alle 4 entrate del palazzetto.
Dopo 40 minuti circa i cancelli si sono aperti. Piccola ressa per passare i controlli e poi via di corsa dentro la pancia del Palaonda per accaparrarsi i posti più belli davanti al palco. Anche quest’anno ho avuto fortuna. La transenna davanti al palco è stata conquistata con buona facilità
La visibilità che avevo era ottima, nonostante il palco un pò più alto del normale. All’inizio la presenza di questi strumenti a percussione
mi avevano fatto temere di non poter fotografare Eros in quel punto per l’impossibilità di passare. Ma poi ho avuto una gradita sorpresa che vi svelerò più avanti. Sopra la mia testa l’impianto luci è faraonico. Speriamo non cada nulla!
Il parterre inizia lentamente a riempirsi. Non c’è calca e tutto si svolge nella calma più assoluta.
Il palco è pieno di container tipo quelli che stazionano nei porti delle grandi città. Uno di questi è sospeso in aria ad una altezza considerevole.
Davanti a me ho un largo spiazzo dove circola una telecamera su binario, alcune strumentazioni e un mixer, che però è quasi sicuramente del gruppo di supporto, come lo sono anche la seconda batteria sul palco e la pianola bianca.
Il tempo passa veloce, si mangiucchia qualcosa portato da casa e alle 21 si spengono le luci.
Ma non è ancora il tempo di Eros. Arrivano i special guest yuri da Cunha, un gruppo proveniente dall’Africa centrale, l’Angola.
E’ il momento perfetto per tarare la digitale e fare delle prove fotografiche. Il gruppo di supporto è numeroso e occupa tutto il palco.
Gli Yuri da Cunha sono bravi e coinvolgono il pubblico con ritmi serrati molto simili a quelli caraibici.
A questo punto capisco anche che tutta la strumentazione davanti a me verrà portata via una volta terminata l’esibizione del gruppo di supporto. E avrò campo libero per fare foto.
Imposto la digitale con ISO molto alti. Faccio delle prove con 800 ma non è sufficiente per garantirmi foto non mosse. Dovrò stare intorno ai 1000, 1250 ISO. Metto anche il calcolo dell’esposizione solo sul punto centrale dell’inquadratura, altrimenti la digitale, vedendo buio ai lati dell’inquadratura sparerebbe il soggetto illuminato. Faccio anche un ulteriore taratura diminuendo gli EV di uno step per avere foto leggermente sottoesposte. Sembra tutto pronto, anche dal punto di vista fotografico.
Alle 21.31, dopo lo smontaggio di tutta l’attrezzatura usata da Yuri da Cunha, si spengono tutte le luci e si sentono le sirene tipiche del porto.
Il container sospeso viene calato lentamente con l’aiuto di operai con tanto di elmetto giallo.
Inizia “Appunti e note” dall’ultimo album Ali e radici, il container si apre. Eros è seduto ad una scrivania con una piccola luce. Poi si alza ed esce verso il pubblico.
Capello di nuovo rasatissimo, abbigliamento casual, Eros inizia a cantare. Il palazzetto è strapieno e siamo in seimila. Incredibilmente, anche se ho di lato una persona della sicurezza, potrò fotografare con grande libertà per tutto il concerto. Solitamente, se si usano digitali compatte nessuno ti dice nulla, ma con le macchine un pò più professionali tipo la mia, c’è più il rischio che rompano le scatole. Questa sera non succederà e potrò fare un sacco di belle foto.
Alcune volte la telecamera che ho di lato mi impalla l’inquadratura, ma per il resto ho una vista spettacolare su tutto il palco.
Davanti a me c’è Michael Landau, chitarrista statunitense molto bravo.
Sui container che fanno da sfondo vengono proiettate immagini in movimento.
Dopo la prima canzone Eros saluta il pubblico, si avvicina al piano e si spruzza in gola del Tantum verde (o simile). Dice che oggi lo dovremo aiutare. Probabilmente un pò di raucedine lo sta tormentando in questi giorni. Devo dire che non si sentirà quasi per nulla questo problema sul buon esito del concerto. Giusto nelle frasi sussurrate delle canzoni si sentirà un impercettibile suono rauco.
Ma Eros non si lascia condizionare e viaggia come un treno trascinando la folla anche con battute e piccole gag divertenti.
Ad un certo punto i container si aprono e compare un mega schermo con una risoluzione pazzesca. Mai visto nulla di simile ad un concerto.