A vedere la Gioconda

Settembre 23, 2009 0 Di wp_14635186

Ci siete stati? Eh, non sono molte le risposte: o si o no. Se è si, ritenetevi fortunati, non tutti avranno la possibilità nella loro vita, di recarsi a Parigi al Louvre a vederla. Se è no, è un vero peccato, perchè ne vale la pena. Io l’ho vista una sola volta nel novembre del 2004, e quando si è davanti alla Gioconda senti nettamente la sua presenza, è difficile da spiegare… Comunque per chi non è mai stato al cospetto di Monna Lisa, eccovi serviti, vi faccio vedere dove vive: Questa è la pianta del Louvre. La gioconda è dove indica la freccia nera. Per arrivarci bisogna entrare nella mega piramide di vetro che c’è al centro dell’enorme cortile del Louvre, scendere verso l’ingresso che è sotto il piano del cortile, salire al primo piano del museo e percorrere il lunghissimo corridoio (in rosso sulla pianta qui sotto) dove sono esposti tra gli altri, tutti i più famosi dipinti del 500. Alla fine del corridoio (foto qui sopra), c’è una grande stanza, entrate, volgete lo sguardo a destra e, giapponesi permettendo, tremate!
Eccola!!! Piccola e indifesa, circondate sempre e perennemente da un sacco di gente che la fotografa con ogni cosa possibile.
La Gioconda è un olio su legno di pioppo; misura 77×53 cm (stupisce subito la piccolezza del quadro quando lo si vede dal vivo), è protetta da una teca blindata, anti-proiettile, e nella Sala degli Stati che l’accoglie ci sono numerosi agenti addetti alla sorveglianza e diversi sistemi di controllo si incrociano per fare in modo che tutte le condizioni di sicurezza siano soddisfatte.
Qui si può apprezzare la cornice che la circonda. Semplice, semplice.
Dal 2005 il sorriso di Monna Lisa viene protetto sui lati da una struttura in acciaio, mentre la parte anteriore è racchiusa da una teca di vetro speciale blindato, alta tre metri e mezzo e larga più di due. Per mantenere il giusto microclima all’interno di questa ‘cassaforte trasparente’ è stata impiegata una tecnologia innovativa sviluppata dal Laboratorio museotecnico Goppion di Milano, che tiene sotto controllo umidità, polveri e inquinanti che possono deteriorare il preziosissimo dipinto, che tende ormai a incurvarsi e i delicati colori a offuscarsi dopo cinquecento anni. Ecco il retro del muro a cui è affisso il preziosissimo dipinto.
Anche l’ambiente della Sala degli Stati viene mantenuto a valori costanti: 20 gradi centigradi di temperatura e 50% di umidità. C’é anche un sistema di luci speciale che tiene conto dell’illuminazione naturale.
(TPP) 25 minuti